Professionisti DILA APS 20240322 – Il Dispari: Liga Lapinska

Grazie!

Professionisti DILA APS 20240322 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240322

Professionisti DILA APS 20240322 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinsk

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (ultima puntata)

Liga Sarah: vorrei chiudere questa intervista che, tramite me, stai concedendo in esclusiva al quotidiano IL DISPARI Diretto da Gaetano Di Meglio per la pubblicazione nella pagina culturale la cui Redazione è stata affidata alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS chiedendoti tre cose: 1) come descrivi la tua Arte 2) quali sono i tuoi colori preferiti 3) come vuoi salutare i lettori del nostro giornale.

 Ajub: Traggo ispirazione dall’energia del Cosmo e della natura circostante, inesauribile ed eterna.

Utilizzo le opportunità del mondo digitale e ho sviluppato lo stile di pittura Ebru, che permette di praticare la pittura alle persone che hanno recentemente iniziato a dipingere, ai disabili, con vari tipi di tecniche intuitive di arte fluida.
C è tutto nel mondo digitale.
Claude Monet non era solo un pittore dell’impressionismo, ma ha attirato l’attenzione sul fatto che i colori influenzano il nostro stato psicologico e sono terapeutici.

Spiegava la luce e le sue regole.

Egli ha organizzato il suo giardino come una tavolozza di colori evitando i toni del nero.

Per lui i colori freddi danno l’illusione della stranezza, invece le foglie verde chiaro sono donatrici, e quelle verde scuro sono consumatrici di energia.
I colori verde, viola, dorato e lilla hanno un grande effetto terapeutico.
Il colore verde indica la presenza di diverse specie di clorofilla, indispensabili per la vita.
I miei colori preferiti sono l’oro, che guarisce il dolore dell’anima, così come tutte le sfumature di verde e bianco con il suo ottimismo.
Neanche a me piace il colore nero.

Sopprime e ci fa sentirci senza speranza.

Non ha radiazioni proprie.

Non sento la competizione nell’Arte.
L’ambiente digitale unifica e globalizza.

Il mondo digitale, come l’algebra e la geometria, è infallibile.

L’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’arte è molto stimolante.
In un ambiente virtuale in cui tutti i processi avvengono rapidamente è facile perdere l’individualità.
Non sappiamo più meditare.
Perdiamo fiducia nelle vibrazioni, nel potere, nella memoria, nell’eternità dell’arte, nelle parole che diciamo, nella musica intera e nei segni del destino.
Sì, c’è una polarizzazione, una pressione del mondo digitale e della nostra vita quotidiana.

La creatività aiuta a fondere la realtà digitale con la nostra realtà quotidiana.

Alla fine, voglio dedicare agli affezionati lettori di IL DXISPARI una canzone profondissima del bardo noto caucasico, nato a Mosca, Bulat Okudzhava, dedicata a tutti gli artisti che dice:

Se vuoi diventare un pittore, a dipingere non affrettarti.
Poni davanti a te diversi pennelli,
prendi la vernice bianca, perché questo è l’inizio,
poi prendi la vernice gialla, perché tutto sta maturando,
poi prendi la vernice grigia in modo che l’autunno schizzi nel cielo il plumbeo,
prendi la vernice nera,
perché ogni inizio ha la sua fine,
prendi la vernice viola
più generosamente, ridi e piangi.
E poi prendi la vernice blu in modo che voli la sera
un uccello proprio nel palmo tuo,
prendi la vernice rossa in modo che la fiamma svolazzi,
poi la vernice verde prendi
per gettare un ramoscello in un fuoco rosso.
Mescola tutti quei colori come le passioni nel tuo cuore
e poi mescola quei colori e il cuore tuo con il cielo, con la terra, e dopo…
L’importante è bruciare e, bruciandoti, non lamentarsi per questo.
Forse qualcuno all’inizio ti condannerà, ma più tardi non dimenticherà!

Liga Sarah: la canzone testimonia molto bene la personalità di Ajub e descrive bene sia la sua tavolozza di colori chiari nell’arte, sia il massimalismo del suo stile di vita.

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Professionisti DILA APS 20240315

Liga Sarah Lapinska intervista l'Artista universale Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah: Diventa sempre più interessante la tua disponibilità ad esprimere la concezione che hai del rapporto Arte/Artista anche nella prospettiva della commercializzazione dei prodotti che, lo sappiamo bene, incontrano molte difficoltà ad essere venduti, a meno che non ci si affidi alle organizzazioni mercantili (Editori, Galleristi ecc.) che, molto spesso, speculano piuttosto che promuovere.

Ed è anche per questo che ribadisco il ringraziamento da parte di tutta la Redazione culturale del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio per l’intervista che ci stai concedendo, in esclusiva, per la pubblicazione nella pagina della quale è stato concesso il privilegio della redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS.

E allora proseguo chiedendoti: cosa associ all’Arte digitale?

Ajub: Sono io che ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista perché, anche quando si ha, come me, la fortuna di essere considerati Artisti di tendenza (da parte certamente del pubblico e in maniera non saltuaria anche dalla critica) non è agevole trovare spazio giornalistico per esporre, nei dettagli, concetti e motivazioni.

Non lo è nella mia Patria, non lo è nella importante Nazione in cui vivo… ed è quindi molto gratificante poterlo fare in Italia, universalmente considerata una Culla dell’Arte.

La digitalizzazione significa la globalizzazione con i suoi vantaggi e svantaggi, contrasti ed uguaglianze.
Con un’aspirazione al futuro, futurismo e condizionalità.
La legge comune tridimensionale è soprattutto visibile nella grafica.
In essa pongo anche la calligrafia, che creo riscontrando particolare rispetto dagli intenditori dell’arte araba e persiana antica.
Vorrei dire che nell’arte degli ornamenti si possono distinguere diverse direzioni.

Cinese, con il drago come il simbolo principale.
Tipici simbolismi buddista sono il fiore di loto, la ruota del Dharma e due pesci. 

Come nel taoismo e nello shintoismo, viene sottolineata l’unità delle persone con la natura.
Ma il buddismo ha influenzato molto anche il simbolismo cinese con tutti i suoi attributi e il culto della natura.
Arabo e Persiano, ad esempio sui tappeti e nelle miniature, con la rappresentazione stilizzata di piante, fiori e talvolta uccelli, nonché vignette delle lettere dell’alfabeto arabo, calligrafia araba tipica.

Il simbolismo creato dalla Chiesa ortodossa ove di solito sono rappresentate la croce, i martiri con uso abbondante del colore oro come nelle icone bizantine e nei dipinti del Primo Risorgimento.
Il simbolismo americano ed europeo, più moderno, utilizza spesso immagini delle popolazioni indigene d’America, per esempio, l’occhio dello sciamano, la freccia, la farfalla, l’orso. 

Spesso i suoi simboli attuali sono uguali a quelli degli antichi Celti, Vichinghi, Greci e Romani.

L’alchimia è lo studio delle interazioni in natura, della trasformazione, della nostra capacità di cambiarci.. 

La grafica ci aiuta a percepire più facilmente il messaggio del Cosmo e della natura circostante.
Credo nella connessione delle persone con il Cosmo e le stelle. 

Credo che, quando siamo pieni di energia creativa e idee, possiamo creare capolavori immortali.

Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240315

Professionisti DILA APS 20240308

Professionisti DILA APS 20240308

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale
Ajub Ibragimov (parte seconda)

Liga Sarah: Iniziando questa seconda parte dell’intervista che, tramite me, hai gentilmente concesso in esclusiva alla testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio (per la pubblicazione nella pagina culturale della quale è stato concesso il privilegio di organizzare la redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS), ti chiedo cosa associ all’Arte italiana?
Ajub: Ovviamente, ma molto calorosamente, ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista e ti rispondo dicendo che l’Arte italiana l’associo con le canzoni di Sanremo, con la “Libertà” cantata da Al Bano e Romina Power, con le poesie realiste e romantiche di Antonio Fiore, Luciano Somma e Bruno Mancini, con l’arte di un disegno moderno basato sulla elettronica, con l’arte tessile, con la creatività nella cucina (e tu mi hai detto che a Ischia hanno delle vere eccellenze culinarie), con Federico Fellini e Adriano Celentano cantante e anche attore.
Li stimo, perché hanno saputo farsi strada con grandi meriti personali.
L’unico aspetto negativo nell’arte italiana è la mancanza di nuove direzioni.
Inoltre, gli italiani tendono ad avere l’arte e la musica nel sangue.
La Germania invece è la terra di ottimi ingegneri, mentre gli USA sono la terra delle nuove tecnologie.

Liga Sarah: Cosa pensi della città in cui vivi, Norimberga?
Ajub: Il 21 maggio 1471 in questa città nacque il pittore e grafico espressivo Albrecht Dürer.
Si dice che abbia dipinto una pala d’altare per la chiesa di San Pietro a Riga.
Era anche entusiasta dell’Italia.
Norimberga ha molti musei e vi hanno luogo, regolarmente, mostre d’arte con la partecipazione mia e di miei colleghi.
Tanti di loro sono autodidatti.
È una città cosmopolita con molti emigranti, anche italiani che qui possiedono pizzerie e caffè.

Liga Sarah: Cosa rappresentano la ceramica e la grafica nella tua vita?
Ajub: Da bambino volevo diventare un ceramista.
Andavo male a scuola perché ero un fantasista retrogrado.
Ora creo composizioni ceramiche digitali, principalmente orientali.
Realizzo anche le installazioni e gli affreschi digitali in cui gioco con le prospettive e il senso della presenza, abiti digitali con i frammenti dei miei dipinti, così come le finiture di automobili digitali.
Sono diventato sia pittore che grafico.
Mi rivolgo sempre più all’arte digitale che mi aiuta a incarnare, a fissare le mie fantasie e i miei sogni più velocemente rispetto alla pittura con colori acrilici, ad olio, con acquerelli o addirittura in tecnica Ebru.
La digitalizzazione sviluppa la grafica e la rende perfetta, ma in un mondo completamente digitalizzato sarebbe più difficile “sfondare” per gli autodidatti privi di programmi internet specializzati.
Gli animatori giapponesi, per esempio Hayao Miyazaki, continuano a conquistare il mondo con le loro animazioni digitali nello stile “anime” .

Continua la prossima settimana

Professionisti DILA APS 20240308 - Il Dispari: Liga Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240301 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240301

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Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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