Professionisti DILA APS 20240426 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240426 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240526 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240426

Professionisti DILA APS 20240526 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Sas’ a Tatarinceva (sette anni)

“Ciò che conta per me è il modo come vengo valutato al di fuori della mia famiglia” (seconda e ultima parte)

Ho già detto che secondo me, Sas’ a Tatarintseva è un’artista nata, che comprende la connessione dei processi naturali e, parafrasando un po’ Thoreau, scopre di nuovo il mondo della creazione nella natura in ogni suo disegno.

Ecco, la seconda e ultima parte della intervista che ha rilasciata in esclusiva per i lettori del quotidiano IL DISPARI su invito dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”.

Liga Sarah: Cara Sas’ a chi sono i tuoi riferimenti artistici e cosa desideri di più?
Sas’a: Alla Dukhova abita a Riga, ma è nata nel Nord, Komi, Russia, così come Valery Leontyev, uno dei cantanti e ballerini più famosi dell’era sovietica, con il quale lei e TODES spesso collaborano, così come con la cantante pop Sofia Rotaru nata nell’Ucraina occidentale, a Bukovice, e prima con il musicista Igor Talkov, nato nella regione di Tula, un critico della Unione Sovietica diventato famoso con le canzoni di un altro compositore sovietico David Tukhmanov, ucciso dopo un concerto.
Il 27/12/ 2023 si è svolto il concerto per l’anniversario di TODES al Palazzo di VEF, Riga, dove ho eseguito tre danze: “Shark kids”, “Money” e “Africa”.
Sogno di vedere i miei disegni nelle mostre. 
Ciò che conta per me è il modo come vengono valutati al di fuori della mia famiglia.

Liga Sarah: Cosa ami di più e chi sono i tuoi migliori amici?
Hai animali domestici?
Sas’a: Amo soprattutto la mia amichevole famiglia, cioè mamma, papà e fratello Volodya (Vladimir è il nome completo) che ha dieci anni.
Lui gioca a calcio come portiere nel club “Super Nova” di Salaspils (Lettonia). 
È stato nominato migliore calciatore del suo club!
Ho, come animale domestico, il cucciolo Lord che vive da nostri amici, ma amo anche altri cani, gatti, tutti gli animali.
Con il permesso del mio gentile padre, nutro anche animali poveri senza tetto.

Liga Sarah: Che tipo di musica ti piace ballare?
Sas’a: Preferisco ballare la musica allegra.

Liga Sarah: Quali artisti italiani  preferisci?
Sas’a: Conosco per ora pochi artisti italiani.

Liga Sarah: In quali paesi ti piacerebbe andare e in quali sei già stata?
Sas’a: Sono già stata in Italia, Grecia, Finlandia, Turchia, Slovenia, Lituania ed Estonia. 
Mi sono piaciute di più l’Italia e la Turchia.
Invece in Lettonia, dove vivo, penso che i posti più belli siano lo Zoo di Riga, Jūrmala e Roja.

Liga Sarah: Come stai a scuola? 
Sas’a: Sto a scuola benissimo. 
Le mie materie preferite sono il disegno e l’inglese. 
Mia nonna, Anna Tatarintseva, tra l’altro, insegna inglese.

Liga Sarah: Quali tecniche di disegno usi e cosa disegni
Sas’a: Mi piace disegnare con qualsiasi colore.
Preferisco disegnare scene naturali, boschi e tutti i tipi di animali.  
Non ho ancora disegnato ritratti di persone umane.
Voglio partecipare non solo alle mostre, ma anche ai concorsi di disegno e pittura.
Sarò la più giovane partecipante al Premio “Otto milioni – 2024” organizzato dal letterato Bruno Mancini, e sarò contenta sapendo che anche altri bambini ed adolescenti ne faranno parte.
L’importante è partecipare, non vincere!

Liga Sarah: Cosa auguri ai lettori del quotidiano Il Dispari?
Sas’a: Auguro a tutti i lettori del quotidiano Il Dispari SIATE FELICI!

Liga Sarah Lapinska

Vladimir Tatarinceva gioca a calcio come portiere nel club "Super Nova" di Salaspils (Lettonia). 

Professionisti DILA APS 20240526 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240419

Līga Lapinska intervista Sas’ a Tatarinceva (sette anni)

“Sogno di esporre i miei disegni e danzare in Italia e Turchia”

Alla Dukhova (Russia), coreografa e fondatrice dell’ensemble di danza “Todes” disse: “Io credo che i bambini dovrebbero ballare. Per un bambino, ballare è sia un’attività fisica sia lo sviluppo dell’orecchio musicale.”

Henry David Toreau (USA), filosofo naturalista e poeta disse: “Ogni bambino, in una certa misura, ricrea questo mondo ed è reso molto felice dallo stare all’aria aperta anche nella stagione umida e fredda. Gioca seguendo il suo grande istinto…

L’essenziale è che imparino non cosa significa la vita all’aperto, ma che la nostra vita debba essere accogliente in un senso più ampio di quanto di solito pensiamo.”

Sas’ a Tatarinceva (Lettonia) dice: “Sogno  di esporre i miei disegni in una mostra per sapere come essi vengono valutati.”

Secondo me,  Sas’ a Tatarintseva è un’artista nato, che comprende la connessione dei processi naturali e, parafrasando un po’ Thoreau, scopre di nuovo il mondo della creazione nella natura in ogni suo disegno.

Ecco, la prima parte della intervista che Sas’ a ha rilasciato in esclusiva per i lettori del quotidiano IL DISPARI Diretto da Gaetano Di Meglio su invito dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” della quale sono stata Socia Fondatrice ed ora sono Socia Onoraria.

Cara Sas’ a, dove sei nata e quanti anni hai?
Cosa vuoi diventare?
Cosa desideri di più?
Sas ‘a: Sono nata a Riga. Ho sette anni. Ho iniziato a disegnare all’età di due anni. 
Voglio diventare un’artista.
Mi piace anche cucinare e ballare: ballo regolarmente con successo nell’ensemble di danza TODES, fondato da Alla Dukhova, la cui troupe comprende sia adulti che bambini.
Nello studio di danza TODES, fondato 25 anni fa da Alla Dukhova imparo la coreografia classica, acrobazia, recitazione artistica, hip-hop, danze contemporanee, RnB, stile moderno, house, waking e molti altri stili di danza, oltre a partecipare a spettacoli.
 
Liga Sarah: Cosa ti piace fare, Sas’a?
Sas’a: Mi piace molto cucinare, soprattutto spaghetti alla napoletana, varie torte e biscotti,  insomma i prodotti a base di farina.
Ai lettori del quotidiano “Il Dispari” propongo la seguente ricetta della torta friabile ai lamponi, inventata da me.
Ecco, la ricetta della torta sbriciolata di lamponi: mettete la farina e lo zucchero in una ciotola;
grattugiate il burro o tagliatela in mattoncini; mescolate il burro con la farina in briciole; versate una metà della mollica in una forma rotonda del diametro di circa 22 centimetri e premete un’ po’ questa pasta manualmente; mettete questa forma e un’altra metà delle briciole in frigorifero per circa 20-30 minuti.
Il ripieno da preparare: stendete i lamponi con la pasta frolla e lo zucchero a velo.
Mettete i lamponi nell’impasto e impastate questa massa in modo omogeneo; spruzzate la seconda parte della massa con l’aiuto di un cucchiaio; spostate questa massa in un forno riscaldato a 180 gradi. Cuocete la pasta per circa per 40 minuti.
Una torta già fatta dovrebbe essere raffreddata per intero. 
Infine, gli ingredienti necessari per fare le briciole: Farina 300 grammi; zucchero 150 grammi;  burro.
Il ripieno: lamponi 500 grammi.
Buon appetito e benvenuti in Lettonia, città Jelgava, ospitati da Sas’ a e dalla sua famiglia.

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240308

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Professionisti DILA APS 20240425 – Il Dispari Luciano Somma

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LUCIANO SOMMA | COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE ED INTERNET

Come preannunciato vi parlerò, da questo e dai prossimi articoli, della poliedrica attività svolta nel corso della mia esistenza fino ad oggi.

Iniziai a scrivere poesie da ragazzino ed a pubblicarle intorno al 1958 su piccole testate che poi, col passar del tempo, aumentarono a dismisura tanto che scrissi anche su diversi quotidiani e riviste.

Una delle prime, TRIBUNA ARTISTICA, mi vide come Direttore responsabile del periodico a 22 anni.

Mi iscrissi nell’elenco speciale dei giornalisti, ma fu un’esperienza di breve durata perché mancavano i fondi per stampare…

Continuai cosi come opinionista, in special modo sulla cronaca con articoli e poesie pubblicate su L’ECO DEL POPOLO – CRONACA FILATELICA – VALORI UMANI- RIBALTA – LA NAZIONE DI FIRENZE – TOPOLINO – GENTE – IL MATTINO di Napoli – IL ROMA,  solo per citare qualche titolo e su vari periodici animalisti, fino ad approdare sul quotidiano IL DISPARI di Ischia tramite l’amico carissimo BRUNO MANCINI Presidente dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA APS”.

Essendo un amante anche dei cruciverba (un vizio di famiglia perché mio fratello Vincenzo addirittura li creava mentre io mi sono sempre limitato a compilarli) la NET (NUOVA ENIGMISTICA TASCABILE) di Corrado Tedeschi mi vide acquirente per anni.

La NET pubblicava spesso anche le foto dei corrispondenti e retribuiva chi inviava barzellette inedite, cosa che feci più volte.

Poi vi è stata l’evoluzione di internet e nel 1996 acquistai il mio primo PC e cominciai a navigare, iscrivendomi alla mailing list, liste di discussioni, cominciai ad avere molti ottimi contatti soprattutto dagli Stati Uniti dove i nostri compatrioti Napoletani, sapendo che avevo scritto alcuni libri di poesie, mi chiesero di acquistarli e così effettuai moltissime spedizioni.

Il pagamento, intorno agli anni 2000, era in dollari.

Pagavano il quadruplo del valore di copertina.

Inviai decine di libri in vari stati soprattutto Americani dal New Jersey a l’Ohio.

Tutte le collaborazioni musicali ed interpretative delle mie canzoni nacquero con musicisti che vivevano in Italia ed all’estero, in particolare Australia – Francia – Stati Uniti – Romania sviluppando moltissimi CD di vario genere, in particolare sigle per animazioni, canzoni Napoletane ed Italiane pop.

Inviavo via e-mail i testi e dopo qualche giorno diventavano canzoni che inviavo a varie emittenti che le mandavano, ed alcune lo fanno ancora, in onda.

Con l’avvento di Facebook creai dei profili personali ed alcuni gruppi che mi seguivano ed oggi ho migliaia di contatti, in qualcuno ho raggiunto il limite dei 5000 per i personali, mentre per i gruppi non c’è  limite.

Tanti i vecchi amici ritrovati, di alcuni avevo perfino perduto la memoria, ed altre nuove conoscenze, tra le quali Ida Terribile dall’Ohio con la quale per una decina d’anni ci scrivevamo o sentivamo al telefono quasi tutti i giorni.

Oggi ha 107 anni e da un paio, causa ictus, non è più in grado di chiamarmi in Messenger. Comunque mantiene il contatto la figlia che mi comunica sue notizie.

Nel prossimo articolo vi narrerò le altre attività svolte nel corso degli anni.

LUCIANO SOMMA     

Professionisti DILA APS 20240425 - Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240425 - Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240418

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LUCIANO SOMMA | COLLABORAZIONI TELEVISIVE  (Puntata conclusiva)

Negli oltre vent’anni di attività come speaker che mi ha dato popolarità e soddisfazione, mi fa piacere notiziare anche quella Televisiva molto frequente e ricca di video ascoltatori.

Quelle Napoletane A TELENAPOLI che all’epoca aveva come direttore il M° Armando Soricillo, autore del brano dello Zecchino d’oro: ”AVEVO UN GATTO NERO” che ancora oggi viene trasmesso in programmi musicali per bambini, (Nel 2006 in un villaggio del Gargano ho conosciuto il figlio Vincenzo professore universitario in alta Italia).

Mi fu presentato da un mio cliente e mi ospitò alla TV (era via cavo).

Quella sera lessi alcune mie poesie Napoletane tratte dal libro “DIMANE”.

Il giorno dopo, visitando alcuni clienti alla ferrovia, moltissimi mi fermarono per complimentarsi dandomi un segno tangibile di estremo gradimento: l’audience era stata di decine di migliaia di persone…

Seguirono alcuni canali tra i quali TELEVOMERO – TELECAVA – TELESALERNO – TELESANGIORGIO, sempre come ospite, insieme a diversi personaggi noti del teatro e della canzone.

Tranne in rare occasioni i programmi venivano registrati, non volevo rischiare, infatti, di commettere qualche errore, del resto mai verificatosi, e dunque qualcuno di questi programmi l’ho ancora conservato in cassetta anche se non ho più il lettore adatto!

Ma quello che mi ha dato maggiore soddisfazione è stato il monologo NON E’ MAI TROPPO TARDI su RAI2.

Era Maggio 2005 quando la RAI mi inviò, qui a casa, alcuni operatori per riprendere me, parte della mia famiglia e per parlare un po’ della mia vita.

Un monologo girato tra il Salone e lo studio che durò circa 30 minuti, dove spiegavo i vantaggi di internet, specie dopo la sessantina, e come usare il PC coi vari contatti di allora e le varie masterizzazioni.

Fu mandato in onda nel Settembre 2005 ed ebbe un ottimo ascolto considerato l’orario della messa in onda (le 10 del Mattino) da un pubblico per lo più femminile, dato l’orario, che gradì molto. Ricevetti diverse telefonate, sull’elenco telefonico ero l’unico LUCIANO SOMMA presente.

Dopo qualche mese la registrazione della puntata fu trasmessa su RETE 5 dell’Avv. Carlo Carbone con la quale pubblicavo video da qualche anno.

Anche in quell’occasione l’indice di ascolto fu enorme.

Per questa Rete avrei dovuto girare, come protagonista, un film che però per vari motivi non fu più realizzato.

Persi così l’occasione per completare le molteplici attività facendo anche l’attore.

Anche se nel 2012 girammo una serie di 9 episodi di LUCIANO AMBROGINO E CLEMENTINA

da me ideata con la collaborazione di Carmen Auletta, nei quali curai anche la regia e ne fui protagonista.

Si conclude qui questa mia ulteriore e magnifica esperienza, che si aggiunge ad altre attività che prossimamente racconterò in esclusiva a Voi lettori del quotidiano IL DISPARI come contributo della mia collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” della quale sono stato Socio Fondatore ed ora sono Socio Onorario.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240418 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma – Rita Cuccaro

Professionisti DILA APS 20240418 - Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240411 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma | COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

(seconda puntata)

 

Come promesso nel precedente articolo adesso voglio raccontare alcuni episodi, quelli che ricordo, verificatisi nei vent’anni di mie collaborazioni fisiche con le varie emittenti.

Alla prima emittente del 1976 in occasione delle prima puntata, eravamo nello studio io ed il tecnico, avevo bisogno d’un supporto per mixare il tutto e ricevere e filtrare le telefonate in diretta. Mi venne voglia di andare in bagno per un atto piccolo, grande fu la mia sorpresa nel trovare la porta chiusa con un catenaccio.

Arrabbiatissimo telefonai al proprietario che mi disse che poiché durante il giorno la radio si avvaleva di alcuni ragazzi, piuttosto turbolenti, era stato costretto a quella decisione drastica, comunque si scusò inviandomi le chiavi del catenaccio e così, come Dio volle, per quasi 2 anni non ci furono altri screzi.

Sempre a quella radio parcheggiavo l’auto davanti al portone, il locale si trovava nei pressi del porto di Napoli, un’AMY8 acquistata pochi giorni prima perché la precedente Fiat 127 mi era stata rubata.

Alle 3 di notte, a fine trasmissione, rimasi basito nel vedere che 2 marinai di colore urinavano nella parte posteriore dell’automobile.

Nel vedermi dissero che era una bella macchina, mi guardai bene nel rispondere, erano ubriachi fradici, finalmente se ne andarono e io presi possesso dell’auto che portai di prima mattina del giorno dopo al lavaggio!

Ciò che mi era stato in un primo momento negato dal proprietario dell’emittente aveva trovato nei due buontemponi Americani un posto, naturalmente inadatto, per soddisfare i loro bisogni corporali.

Spesso nelle trasmissioni in diretta giungevano alcune telefonate che, nonostante fossero filtrate, qualche volta si presentavano offensive.

Una di queste metteva in dubbio la fedeltà di mia moglie dicendomi di avere le corna.

Mi feci passare la telefonata in privato e dissi all’interlocutore che se aveva fegato lo aspettavo fuori dall’emittente, ma naturalmente il vigliacco fece cadere la linea e sparì per sempre…

Un altro episodio simile mi capitò alla CRC di Portici del Compianto Tiberi, ero in trasmissione con Giuseppe Santagata quando all’una  circa di notte arrivò un’altra telefonata, questa volta di minacce, la voce dall’altro capo ci disse che sarebbero venuti lui ed alcuni amici a “Cresimarci”, questo fu il termine usato.

La cosa c’intimorì perché non conoscevamo la zona e avevamo saputo che il pericolo era serio e veritiero.

Telefonammo alla Polizia locale e restammo quasi fino al mattino segregati nei locali della radio con 2 agenti.

Spesso collaboravano con me amici poeti ed ospiti illustri, oltre a Giuseppe Santagata, Leo Barone, Antonietta Pagliarulo, Rino Vittozzi, Peppe Russo, Tecla Scarano, Salvatore Tolino, Aldo Zolfino. Mmentre a RADIO ISCHIA il grande Ottavio Nicolardi, genero di E.A.Mario, Vincenzo Giandomenico, Rosetta Fidora Ruiz e tanti altri, veramente un numero considerevole che se anche riuscissi a ricordarli anche parzialmente ci vorrebbero diversi articoli per nominarli tutti. Appuntamento alla prossima con la conclusione delle mie collaborazioni anche in TV.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240411 - Il Dispari Luciano Somma

 

Professionisti DILA APS 20240404

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LUCIANO SOMMA | COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

Le mie prime collaborazioni alle Radio e TV libere risalgono al 1976.

La prima in assoluto fu con RADIO ORIZZONTI, dove, grazie a mia nipote che presentava un suo programma, mi fu offerta l’occasione di organizzare alcune notturne in diretta telefonica, con poesie lette da me e canzoni di autori vari.

Da allora fui ospite o conduttore di moltissime emittenti e TV, coadiuvato da moltissimi poeti e personaggi dello spettacolo.

Fare dei nomi mi diventa difficile perché furono veramente troppi.

Si faceva notte inoltrata e si finiva intorno alle 4 circa del mattino.

Avevamo ascoltatori non solo a Napoli città, ma anche molti a Ischia e soprattutto in provincia e finanche in altre località della Campania.

Fino al 1995, ossia in prossimità del pensionamento della mia attività di rappresentante avvenuta nel 2000.

Fisicamente, da allora, non sono più intervenuto, ma comunque da quell’anno, da casa, ho collaborato con alcune emittenti attraverso il web.

La più importante NON E’ MAI TROPPO TARDI nel 2005, dove RAI2 mi fece fare una puntata dal mio studio inviandomi suoi dipendenti a registrare.

Fu un’esperienza molto interessante con un monologo durato circa 30 minuti nel quale spiegavo vantaggi e svantaggi di usare internet ad una certa età…

Da quel periodo scrissi i testi di moltissime canzoni e sigle per animazioni turistiche.

Inviavo i Cd alle varie radio e molte di esse mi trasmettevano i brani o mi facevano interviste come ad esempio SAMMY VARIN dell’allora RADIO PADANIA che parlava dei vari territori tra i quali la Campania.

Ancora RADIO BLU NAPOLI di Gino de Vita – Radio Italia dall’Australia, l’attuale  Radio Emozioni Live di Tony Esposti che ancora oggi ogni Sabato dalle 17,30 alle 19 manda in onda mie poesie recitate e mie canzoni.

Anche in questo caso vorrei tanto fare dei nomi, ma sono veramente tante, alcune estere dalla Romania, Francia, e da tanti altri paesi Africa compresa.

Negli ultimi anni moltissime sono state le interviste telefoniche, ed altre in TV e prodotte con la web camera, tutte seguite da migliaia di visualizzazioni, a dimostrazione di un grande interesse per l’arte e per la cultura.

Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare cosa che farò nel prosieguo.

In tanti anni alcuni episodi restano fermi nella memoria a testimoniare un’esperienza sicuramente irripetibile che ha lasciato in me la grande voglia di continuare anche se, per motivi di salute, purtroppo posso farlo solo da casa.

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240314

Professionisti DILA APS 20240314

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

terza puntata

Concludiamo con questo articolo la breve numericamente, ma intensa panoramica delle radio ad Ischia.

Intendiamoci non escludo che magari negli altri 5 comuni ci fosse qualche altra emittente ma io non ne sono mai venuto a conoscenza.

Certo non  potevo nel mio lunghissimo soggiorno conoscere tutto di tutto, la mia memoria si sofferma soprattutto su alcuni episodi che colpirono nell’estate del 1973 come il colera che mi tenne circa due mesi e mezzo lontano da Napoli ed il terremoto del 1980, entrambi superati con grande forza di volontà dalla popolazione tutta.

Ma torniamo all’altra emittente: RADIO ISOLA VERDE gestita  da Cesare, che di lavoro era un pompiere ma un grande appassionato di poesie e canzoni.

Una sera fummo ospiti di Radio Isola Verde, io ed il poeta Giuseppe Santagata, per presentare il libro di poesie di quest’ultimo dal titolo SINCERAMENTE, con la mia prefazione.

Nel corso della trasmissione il proprietario Cesare ci offrì 2 bottiglie di vino bianco che bevemmo con gusto ma dettero un effetto inedito.

Dopo qualche ora eravamo entrambi brilli e facemmo diverse battute.

Al mattino seguente diversi amici di spiaggia, che avevano ascoltato fino a tardi, ci fecero notare ridendo alcuni passaggi.

Peccato che non si registrò!

Molto accoglienti i conduttori che avrebbero voluto facessimo almeno un bis ma la cosa non fu possibile perché nel 1983 terminò la mia presenza sull’isola.

Un volta a Napoli continuai fino al 1995 a collaborare ancora con molte radio e TV della Campania. Avrei voluto continuare ancora ma avendo acquistato un villino a Roccamonfina (Caserta) il tempo libero ed il fine settimana preferii trascorrerlo con alcuni parenti in una zona dove la castagna era la regina e la faceva da padrona e dunque dal mare ai monti, avevo casa a 650 metri sul livello del mare, dove l’aria era un po’ umida ma d’estate si stava benissimo.

I bagni li facevamo a 40 minuti d’auto a Mondragone, così diverso dall’azzurro mare Ischitano, perché, causa il fondale, era di colore marrone, ma non c’erano alternative…

Dopo il 1999, anno di vendita della mia villa, le mete estive furono Palinuro, parte della Calabria, poi le Puglie con Torre Canne (Brindisi) ed il Gargano e successivamente dal 2013 fino al 2019 a Minturno (Latina).

In molti villaggi turistici scrissi molte sigle per animazioni, intervenni in qualche spettacolino teatrale e le radio divennero solo un ricordo.

Dal 2000 però, anno del mio pensionamento, ho collaborato da casa attraverso il PC con moltissime emittenti, decine le intervista, addirittura una trasmissione nel 2005 in TV a RAI2 dal titolo NON E’ MAI TROPPO TARDI girata tra le mura di casa con una troupe televisiva.

Ad Ischia vi sono tornato un giorno del 1999 con mio figlio Sergio che venne a visitare alcuni suoi clienti essendo rappresentante di materiale edilizio e nel Novembre del 2000 per qualche giorno con una cugina di mia moglie col marito.

Ma non ci fu il tempo di visitare le Radio, l’unico posto amico fu COCO’ GELO ad Ischia Ponte dove il compianto Salvatore ci accolse con molto affetto e dove, come sempre si mangiò alla grande.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240314

Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240307

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti 2024

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Līga Lapinska intervista Sas’ a Tatarinceva (sette anni)

“Sogno di esporre i miei disegni e danzare in Italia e Turchia”

Alla Dukhova (Russia), coreografa e fondatrice dell’ensemble di danza “Todes” disse: “Io credo che i bambini dovrebbero ballare. Per un bambino, ballare è sia un’attività fisica sia lo sviluppo dell’orecchio musicale.”

Henry David Toreau (USA), filosofo naturalista e poeta disse: “Ogni bambino, in una certa misura, ricrea questo mondo ed è reso molto felice dallo stare all’aria aperta anche nella stagione umida e fredda. Gioca seguendo il suo grande istinto…

L’essenziale è che imparino non cosa significa la vita all’aperto, ma che la nostra vita debba essere accogliente in un senso più ampio di quanto di solito pensiamo.”

Sas’ a Tatarinceva (Lettonia) dice: “Sogno  di esporre i miei disegni in una mostra per sapere come essi vengono valutati.”

Secondo me,  Sas’ a Tatarintseva è un’artista nato, che comprende la connessione dei processi naturali e, parafrasando un po’ Thoreau, scopre di nuovo il mondo della creazione nella natura in ogni suo disegno.

Ecco, la prima parte della intervista che Sas’ a ha rilasciato in esclusiva per i lettori del quotidiano IL DISPARI Diretto da Gaetano Di Meglio su invito dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” della quale sono stata Socia Fondatrice ed ora sono Socia Onoraria.

Cara Sas’ a, dove sei nata e quanti anni hai?
Cosa vuoi diventare?
Cosa desideri di più?
Sas ‘a: Sono nata a Riga. Ho sette anni. Ho iniziato a disegnare all’età di due anni. 
Voglio diventare un’artista.
Mi piace anche cucinare e ballare: ballo regolarmente con successo nell’ensemble di danza TODES, fondato da Alla Dukhova, la cui troupe comprende sia adulti che bambini.
Nello studio di danza TODES, fondato 25 anni fa da Alla Dukhova imparo la coreografia classica, acrobazia, recitazione artistica, hip-hop, danze contemporanee, RnB, stile moderno, house, waking e molti altri stili di danza, oltre a partecipare a spettacoli.
 
Liga Sarah: Cosa ti piace fare, Sas’a?
Sas’a: Mi piace molto cucinare, soprattutto spaghetti alla napoletana, varie torte e biscotti,  insomma i prodotti a base di farina.
Ai lettori del quotidiano “Il Dispari” propongo la seguente ricetta della torta friabile ai lamponi, inventata da me.
Ecco, la ricetta della torta sbriciolata di lamponi: mettete la farina e lo zucchero in una ciotola;
grattugiate il burro o tagliatela in mattoncini; mescolate il burro con la farina in briciole; versate una metà della mollica in una forma rotonda del diametro di circa 22 centimetri e premete un’ po’ questa pasta manualmente; mettete questa forma e un’altra metà delle briciole in frigorifero per circa 20-30 minuti.
Il ripieno da preparare: stendete i lamponi con la pasta frolla e lo zucchero a velo.
Mettete i lamponi nell’impasto e impastate questa massa in modo omogeneo; spruzzate la seconda parte della massa con l’aiuto di un cucchiaio; spostate questa massa in un forno riscaldato a 180 gradi. Cuocete la pasta per circa per 40 minuti.
Una torta già fatta dovrebbe essere raffreddata per intero. 
Infine, gli ingredienti necessari per fare le briciole: Farina 300 grammi; zucchero 150 grammi;  burro.
Il ripieno: lamponi 500 grammi.
Buon appetito e benvenuti in Lettonia, città Jelgava, ospitati da Sas’ a e dalla sua famiglia.

Direttore Gaetano Di Meglio

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Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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LUCIANO SOMMA | COLLABORAZIONI TELEVISIVE  (Puntata conclusiva)

Negli oltre vent’anni di attività come speaker che mi ha dato popolarità e soddisfazione, mi fa piacere notiziare anche quella Televisiva molto frequente e ricca di video ascoltatori.

Quelle Napoletane A TELENAPOLI che all’epoca aveva come direttore il M° Armando Soricillo, autore del brano dello Zecchino d’oro: ”AVEVO UN GATTO NERO” che ancora oggi viene trasmesso in programmi musicali per bambini, (Nel 2006 in un villaggio del Gargano ho conosciuto il figlio Vincenzo professore universitario in alta Italia).

Mi fu presentato da un mio cliente e mi ospitò alla TV (era via cavo).

Quella sera lessi alcune mie poesie Napoletane tratte dal libro “DIMANE”.

Il giorno dopo, visitando alcuni clienti alla ferrovia, moltissimi mi fermarono per complimentarsi dandomi un segno tangibile di estremo gradimento: l’audience era stata di decine di migliaia di persone…

Seguirono alcuni canali tra i quali TELEVOMERO – TELECAVA – TELESALERNO – TELESANGIORGIO, sempre come ospite, insieme a diversi personaggi noti del teatro e della canzone.

Tranne in rare occasioni i programmi venivano registrati, non volevo rischiare, infatti, di commettere qualche errore, del resto mai verificatosi, e dunque qualcuno di questi programmi l’ho ancora conservato in cassetta anche se non ho più il lettore adatto!

Ma quello che mi ha dato maggiore soddisfazione è stato il monologo NON E’ MAI TROPPO TARDI su RAI2.

Era Maggio 2005 quando la RAI mi inviò, qui a casa, alcuni operatori per riprendere me, parte della mia famiglia e per parlare un po’ della mia vita.

Un monologo girato tra il Salone e lo studio che durò circa 30 minuti, dove spiegavo i vantaggi di internet, specie dopo la sessantina, e come usare il PC coi vari contatti di allora e le varie masterizzazioni.

Fu mandato in onda nel Settembre 2005 ed ebbe un ottimo ascolto considerato l’orario della messa in onda (le 10 del Mattino) da un pubblico per lo più femminile, dato l’orario, che gradì molto. Ricevetti diverse telefonate, sull’elenco telefonico ero l’unico LUCIANO SOMMA presente.

Dopo qualche mese la registrazione della puntata fu trasmessa su RETE 5 dell’Avv. Carlo Carbone con la quale pubblicavo video da qualche anno.

Anche in quell’occasione l’indice di ascolto fu enorme.

Per questa Rete avrei dovuto girare, come protagonista, un film che però per vari motivi non fu più realizzato.

Persi così l’occasione per completare le molteplici attività facendo anche l’attore.

Anche se nel 2012 girammo una serie di 9 episodi di LUCIANO AMBROGINO E CLEMENTINA

da me ideata con la collaborazione di Carmen Auletta, nei quali curai anche la regia e ne fui protagonista.

Si conclude qui questa mia ulteriore e magnifica esperienza, che si aggiunge ad altre attività che prossimamente racconterò in esclusiva a Voi lettori del quotidiano IL DISPARI come contributo della mia collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” della quale sono stato Socio Fondatore ed ora sono Socio Onorario.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240418 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma – Rita Cuccaro

Professionisti DILA APS 20240418 - Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240411 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma | COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

(seconda puntata)

 

Come promesso nel precedente articolo adesso voglio raccontare alcuni episodi, quelli che ricordo, verificatisi nei vent’anni di mie collaborazioni fisiche con le varie emittenti.

Alla prima emittente del 1976 in occasione delle prima puntata, eravamo nello studio io ed il tecnico, avevo bisogno d’un supporto per mixare il tutto e ricevere e filtrare le telefonate in diretta. Mi venne voglia di andare in bagno per un atto piccolo, grande fu la mia sorpresa nel trovare la porta chiusa con un catenaccio.

Arrabbiatissimo telefonai al proprietario che mi disse che poiché durante il giorno la radio si avvaleva di alcuni ragazzi, piuttosto turbolenti, era stato costretto a quella decisione drastica, comunque si scusò inviandomi le chiavi del catenaccio e così, come Dio volle, per quasi 2 anni non ci furono altri screzi.

Sempre a quella radio parcheggiavo l’auto davanti al portone, il locale si trovava nei pressi del porto di Napoli, un’AMY8 acquistata pochi giorni prima perché la precedente Fiat 127 mi era stata rubata.

Alle 3 di notte, a fine trasmissione, rimasi basito nel vedere che 2 marinai di colore urinavano nella parte posteriore dell’automobile.

Nel vedermi dissero che era una bella macchina, mi guardai bene nel rispondere, erano ubriachi fradici, finalmente se ne andarono e io presi possesso dell’auto che portai di prima mattina del giorno dopo al lavaggio!

Ciò che mi era stato in un primo momento negato dal proprietario dell’emittente aveva trovato nei due buontemponi Americani un posto, naturalmente inadatto, per soddisfare i loro bisogni corporali.

Spesso nelle trasmissioni in diretta giungevano alcune telefonate che, nonostante fossero filtrate, qualche volta si presentavano offensive.

Una di queste metteva in dubbio la fedeltà di mia moglie dicendomi di avere le corna.

Mi feci passare la telefonata in privato e dissi all’interlocutore che se aveva fegato lo aspettavo fuori dall’emittente, ma naturalmente il vigliacco fece cadere la linea e sparì per sempre…

Un altro episodio simile mi capitò alla CRC di Portici del Compianto Tiberi, ero in trasmissione con Giuseppe Santagata quando all’una  circa di notte arrivò un’altra telefonata, questa volta di minacce, la voce dall’altro capo ci disse che sarebbero venuti lui ed alcuni amici a “Cresimarci”, questo fu il termine usato.

La cosa c’intimorì perché non conoscevamo la zona e avevamo saputo che il pericolo era serio e veritiero.

Telefonammo alla Polizia locale e restammo quasi fino al mattino segregati nei locali della radio con 2 agenti.

Spesso collaboravano con me amici poeti ed ospiti illustri, oltre a Giuseppe Santagata, Leo Barone, Antonietta Pagliarulo, Rino Vittozzi, Peppe Russo, Tecla Scarano, Salvatore Tolino, Aldo Zolfino. Mmentre a RADIO ISCHIA il grande Ottavio Nicolardi, genero di E.A.Mario, Vincenzo Giandomenico, Rosetta Fidora Ruiz e tanti altri, veramente un numero considerevole che se anche riuscissi a ricordarli anche parzialmente ci vorrebbero diversi articoli per nominarli tutti. Appuntamento alla prossima con la conclusione delle mie collaborazioni anche in TV.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240411 - Il Dispari Luciano Somma

 

Professionisti DILA APS 20240404

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

LUCIANO SOMMA | COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

Le mie prime collaborazioni alle Radio e TV libere risalgono al 1976.

La prima in assoluto fu con RADIO ORIZZONTI, dove, grazie a mia nipote che presentava un suo programma, mi fu offerta l’occasione di organizzare alcune notturne in diretta telefonica, con poesie lette da me e canzoni di autori vari.

Da allora fui ospite o conduttore di moltissime emittenti e TV, coadiuvato da moltissimi poeti e personaggi dello spettacolo.

Fare dei nomi mi diventa difficile perché furono veramente troppi.

Si faceva notte inoltrata e si finiva intorno alle 4 circa del mattino.

Avevamo ascoltatori non solo a Napoli città, ma anche molti a Ischia e soprattutto in provincia e finanche in altre località della Campania.

Fino al 1995, ossia in prossimità del pensionamento della mia attività di rappresentante avvenuta nel 2000.

Fisicamente, da allora, non sono più intervenuto, ma comunque da quell’anno, da casa, ho collaborato con alcune emittenti attraverso il web.

La più importante NON E’ MAI TROPPO TARDI nel 2005, dove RAI2 mi fece fare una puntata dal mio studio inviandomi suoi dipendenti a registrare.

Fu un’esperienza molto interessante con un monologo durato circa 30 minuti nel quale spiegavo vantaggi e svantaggi di usare internet ad una certa età…

Da quel periodo scrissi i testi di moltissime canzoni e sigle per animazioni turistiche.

Inviavo i Cd alle varie radio e molte di esse mi trasmettevano i brani o mi facevano interviste come ad esempio SAMMY VARIN dell’allora RADIO PADANIA che parlava dei vari territori tra i quali la Campania.

Ancora RADIO BLU NAPOLI di Gino de Vita – Radio Italia dall’Australia, l’attuale  Radio Emozioni Live di Tony Esposti che ancora oggi ogni Sabato dalle 17,30 alle 19 manda in onda mie poesie recitate e mie canzoni.

Anche in questo caso vorrei tanto fare dei nomi, ma sono veramente tante, alcune estere dalla Romania, Francia, e da tanti altri paesi Africa compresa.

Negli ultimi anni moltissime sono state le interviste telefoniche, ed altre in TV e prodotte con la web camera, tutte seguite da migliaia di visualizzazioni, a dimostrazione di un grande interesse per l’arte e per la cultura.

Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare cosa che farò nel prosieguo.

In tanti anni alcuni episodi restano fermi nella memoria a testimoniare un’esperienza sicuramente irripetibile che ha lasciato in me la grande voglia di continuare anche se, per motivi di salute, purtroppo posso farlo solo da casa.

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240314

Professionisti DILA APS 20240314

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

terza puntata

Concludiamo con questo articolo la breve numericamente, ma intensa panoramica delle radio ad Ischia.

Intendiamoci non escludo che magari negli altri 5 comuni ci fosse qualche altra emittente ma io non ne sono mai venuto a conoscenza.

Certo non  potevo nel mio lunghissimo soggiorno conoscere tutto di tutto, la mia memoria si sofferma soprattutto su alcuni episodi che colpirono nell’estate del 1973 come il colera che mi tenne circa due mesi e mezzo lontano da Napoli ed il terremoto del 1980, entrambi superati con grande forza di volontà dalla popolazione tutta.

Ma torniamo all’altra emittente: RADIO ISOLA VERDE gestita  da Cesare, che di lavoro era un pompiere ma un grande appassionato di poesie e canzoni.

Una sera fummo ospiti di Radio Isola Verde, io ed il poeta Giuseppe Santagata, per presentare il libro di poesie di quest’ultimo dal titolo SINCERAMENTE, con la mia prefazione.

Nel corso della trasmissione il proprietario Cesare ci offrì 2 bottiglie di vino bianco che bevemmo con gusto ma dettero un effetto inedito.

Dopo qualche ora eravamo entrambi brilli e facemmo diverse battute.

Al mattino seguente diversi amici di spiaggia, che avevano ascoltato fino a tardi, ci fecero notare ridendo alcuni passaggi.

Peccato che non si registrò!

Molto accoglienti i conduttori che avrebbero voluto facessimo almeno un bis ma la cosa non fu possibile perché nel 1983 terminò la mia presenza sull’isola.

Un volta a Napoli continuai fino al 1995 a collaborare ancora con molte radio e TV della Campania. Avrei voluto continuare ancora ma avendo acquistato un villino a Roccamonfina (Caserta) il tempo libero ed il fine settimana preferii trascorrerlo con alcuni parenti in una zona dove la castagna era la regina e la faceva da padrona e dunque dal mare ai monti, avevo casa a 650 metri sul livello del mare, dove l’aria era un po’ umida ma d’estate si stava benissimo.

I bagni li facevamo a 40 minuti d’auto a Mondragone, così diverso dall’azzurro mare Ischitano, perché, causa il fondale, era di colore marrone, ma non c’erano alternative…

Dopo il 1999, anno di vendita della mia villa, le mete estive furono Palinuro, parte della Calabria, poi le Puglie con Torre Canne (Brindisi) ed il Gargano e successivamente dal 2013 fino al 2019 a Minturno (Latina).

In molti villaggi turistici scrissi molte sigle per animazioni, intervenni in qualche spettacolino teatrale e le radio divennero solo un ricordo.

Dal 2000 però, anno del mio pensionamento, ho collaborato da casa attraverso il PC con moltissime emittenti, decine le intervista, addirittura una trasmissione nel 2005 in TV a RAI2 dal titolo NON E’ MAI TROPPO TARDI girata tra le mura di casa con una troupe televisiva.

Ad Ischia vi sono tornato un giorno del 1999 con mio figlio Sergio che venne a visitare alcuni suoi clienti essendo rappresentante di materiale edilizio e nel Novembre del 2000 per qualche giorno con una cugina di mia moglie col marito.

Ma non ci fu il tempo di visitare le Radio, l’unico posto amico fu COCO’ GELO ad Ischia Ponte dove il compianto Salvatore ci accolse con molto affetto e dove, come sempre si mangiò alla grande.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240314

Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240314

Professionisti DILA APS 20240307

Professionisti DILA APS 20240307

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni

IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti 2024

CS IL DISPARI & DILA APS

Professionisti DILA APS 20240307

LINGUA AP

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Il Dispari DILA APS Rubrica Professionisti

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Silvana Lazzarino, il Book-trailer del romanzo Nel mio destino

Silvana Lazzarino, il Book-trailer del romanzo Nel mio destino

 

L’emergere di aspetti di sé rimasti nell’ombra, uscire da quei paradigmi abitudinari per aprirsi a prospettive insolite e sfidanti, il lasciarsi coinvolgere da certe dinamiche misteriose e persino inquietanti della passione, sono tra i fattori che rendono avvincente e stuzzicante  la storia di Miranda protagonista del romanzo Nel mio destino scritto da Silvana Lazzarino e  pubblicato da Kairos edizioni nel 2022.

Sinossi del romanzo  Tra Roma, Firenze e Trieste si sviluppa la storia di Miranda, donna quarantenne sposata con Riccardo comandante di aerei con il quale ha un figlio adolescente appassionato di calcio e violino.

Affascinante, sicura di sé, determinata nell’affermarsi come ricercatrice nel campo dell’archeologia presso l’Università di Roma, Miranda – la cui vita matrimoniale scorre tranquilla, quasi monotona – senza rendersene conto si ritrova presa da due passioni extraconiugali che la portano a scoprire un lato di sé inaspettato.

Anche il marito tra Roma e Bangkok vive il suo amore con una giovanissima donna thailandese. Miranda diventa centro del desiderio prima di Giorgio il bel giovane tenebroso ventottenne e poi di Roberto l’imprenditore dal sex appeal irresistibile, accomunati da una certa maniacalità e abilissimi nel loro gioco di potere e seduzione, specie il secondo da cui la donna viene totalmente ipnotizzata senza immaginare di…    Il libro presenta tinte forti nella descrizione degli incontri di Miranda con Giorgio e con Roberto.

Non mancano nelle pagine del romanzo. diverse descrizioni filmiche/scenografiche che restituiscono la magia visiva degli incontri tra Miranda e i suoi due amanti.

Pubblicazioni della notizia dell’uscita e presentazione del libro su ANSA.it

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2022/05/27/nel-mio-destino-storia-di-miranda_072304b7-b9df-4d5f-a14f-e7f61b3b07b6.html

https://www.ansa.it/lazio/notizie/2022/09/23/storia-di-miranda-evento-iplac-insieme-per-la-cultura_7c06b381-66d8-4642-994d-83907c70a074.html

 

Silvana Lazzarino

Giornalista pubblicista, impiegata, poetessa, dopo essersi dedicata alla poesia anche espressa a partire dalle immagini offerte dall’arte, in particolare in riferimento all’opera della scultrice Alba Gonzales, e della pittrice Patrizia Canola, approda al romanzo con questa storia intrigante dalle sfumature rosa –nero, dove sesso, seduzione e potere si mescolano, lasciando emergere un inquietante mistero e quel brivido per ciò che non si conosce, ma che inevitabilmente attrae.

Silvana Lazzarino

Laureata in Lettere con indirizzo Musica e Spettacolo, dopo due Corsi di Perfezionamento post laurea, si è dedicata al giornalismo collaborando per Il Giornale, Radio Vaticana, Il bimestrale  Il Ragazzo Selvaggio.  Il Dispari e anche per diverse testate on-line come RCM Romacapitalemgazine.it,  Yuoreporter.it. ,Attualmente collabora con riviste online quali ; AboutArt, e La Voce del Nisseno, e per blog quali: Emmegiischia, Occhio dell’Arte, Alla volta di Leucade, E’ impiegata presso la Consip da quasi 20 anni..

Interviste –  ha pubblicato diverse interviste ad artisti e scrittori  quali: la pittrice Patrizia Canola, la scrittrice Maria Rizzi, il poeta e saggista Sandro Angelucci, il poeta, filosofo e critico letterario e d’arte Franco Campegiani, lo sceneggiatore, regista e scrittore Marco Tullio Barboni, e poi la Sociologa, Professional Counselor, Supervisor Trainer e Costellatrice immaginale Virginia Vandini, il disegnatore, illustratore, fotografo Gabriele Albanese ed altri,

Pubblicazioni poetiche. Tra i libri di poesia pubblicati ; La seduzione dell’immagine: dall’arte ai versi poetici. Alba Gonzales e Patrizia Canola mie muse ispiratrici (Ed. CTL 2016 e 2017), Emozioni Senza Tempo (Edizioni Progetto Cultura 2019) e Il Volo dell’Anima. Incontri ravvicinati tra scultura e poesia. Alba Gonzales e Rabarama (edizioni Apeiron 2019) scritto con Dario Nicolella medico e poeta. Ha pubblicato più di recente il libro Eugenia Serafini si racconta. L’artista che restituisce le emozioni della vita (Edizioni ARTECOM-onlus 2021).

Per la casa editrice Karios uscirà a breve il libro dedicato ad un percorso tra Counseling ed Emozioni con mediazione artistica, che consiste nella pubblicazione della sua tesi riferita al Diploma in Counseling conseguito a conclusione dei tre anni della Scuola Henosis Counseling e Formazione lo scorso febbraio 2024.

Silvana Lazzarino collabora come Socia onoraria per l’Associazione Il Valore del Femminile di cui è Presidente Virginia Vandini. Insieme a Virginia Vandini ha ideato i progetto Incontriamo l’Anima dell’Arte nel femminile che prevede interviste in diretta sulla pagina FB dell’Associazione rivolte ad artisti noti e meno noti, che hanno fatto della propria arte nelle sue più ampie espressioni, un mezzo importante per promuovere idee e messaggi. Ad essere intervistati sono artisti nel senso più ampio del termine poiché i linguaggi dell’arte spaziano dalla pittura alla fotografia, dal teatro al cinema, dalla scrittura alla performance e videoinstallazione, dalla danza alle discipline olistiche come lo yoga ecc. ..

Silvana Lazzarino è Counselor con indirizzo umanistico (anche con mediazione artistica)

Il diploma in Counseling permette di dedicarsi alla persona nell’accompagnarla a ritrovare il perduto benessere in seguito a disagi riferiti a diversi contesti  come il lavoro, la famiglia, la scuola, ma anche inerenti le relazioni interpersonali, disagi che hanno portato la persona ad isolarsi, a non avere piò fiducia in sé, a manifestare rabbia, ad essere succubi di una situazione e a non riuscire a ritrovare l’armonia nei rapporti interpersonali,  Questo accompagnamento del counselor nei riguardi del cliente avviene attraverso un ascolto attivo, con empatia e sospensione di giudizio, stando nel qui ed ora, per permettere al cliente di ascoltarsi nel profondo e attivare quel cambiamento in un’ottica di evoluzione n cui trasformare paure e incertezze in opportunità iniziando a ricontattare le proprie risorse ritrovando fiducia, così da giungere da sé alla soluzione e procedere verso la propria autorealizzazione,

Attualmente è Practitioner per lArte dello Jin Shin Jyutsu . con attestato di certificazione- che le permetterà di proseguire in questo percorso in cui vengono eseguiti trattamenti per aiutare le persone a ritrovare l’armonia nello scorrere dell’energia del corpo, necessaria per il benessere a livello di corpo, mente e spirito.

Silvana Lazzarino:

E- mail: sissilazza@virgilio.it

 

 

 

 

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Professionisti DILA APS 20240412 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240412 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240412

Liga Sarah Lapinska intervista Sadulla Davletov del Turkmenistan:

terza parte

Liga Sarah Lapinska: A conclusione di questa interessante intervista che stai rilasciando in esclusiva per il quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio, ci parli in breve della tua arte?

Sadulla Davletov: Sono nato il 22 agosto 1960 in Turkmenistan, sono di nazionalità uzbeko.

Non giudico le persone per nazionalità o religione, tuttavia è piacevole constatare che tra i popoli di gruppo turchi (turkmeni, uzbeki e turchi sono popoli di gruppo turchi) gli anziani vengono tutti rispettati, così come tutte le madri sono molto onorate. 

Ce l’abbiamo nel sangue, noi turchi.

Realizzo principalmente nature morte, paesaggi, animali, ritratti, composizioni storiche, composizioni attuali, ossia un genere in cui ora raramente qualcuno lavora perché richiede molto tempo e grande abilità nel disegno.

Tengo in grande stima Rembrandt come ritrattista, in particolare la sua serie di ritratti delle madri.

Come lui, amo ritrarre le madri.

E, ovviamente, dipingo i nostri eroi nazionali. 

Questo è per me il tema principale dei dipinti di grande formato.

Da circa 10 anni sognavo dipingere un nuovo quadro su un tema storico, perché il nostro passato è ricchissimo di scene realistiche che ricordano le fiabe nella loro intensità.

La grande dinastia Seltzchuk, il colonello Timurleng o Timur, l’eroe popolarmente noto come “Il Guerriero”, Gelal ad-Din Manguberdi, figlio di Khorezm – Shah Muhammed, che riuscì a proteggere la sua tribù dal mongolo Gengis Khan e dalla significativa superiorità numerica delle sue orde mongole–tatare.

Adesso sto dipingendo la sua impresa, con grande soddisfazione e con calma.

Nelle nature morte, nei paesaggi, nei ritratti con i tratti tipici del viso del Sud e dell’Est, nei colori solari: ovunque trovo molte somiglianze tra l’arte turkmena e quella italiana: ornamenti flessibili e arte degli arazzi, artigianato, ceramica.

Liga Sarah Lapinska: Ma che buon idea, di tradurre di più la letteratura Turkmena, Persiana e Uzbeca in Italiano!
Lo faccio, ma non abbastanza.
Voglio ripetere ancora un po’ dello stile e della tecnica di Sadulla Davletov, nonché delle sue tradizioni.
Lui non solo è un animalista bravo per gli enormi cani detti Alabai (un pericolo per i lupi e per i cammelli) ma è anche un tradizionalista bravo nel dipingere strumenti nazionali musicali, tutti colorati, dorati, e magari sempre luminosi, insieme con gli arazzi di seta blu, di rosa, decorati con o senza stelle.
Un esteta che dipinge fiori di giardini e di prati, tulipani, rose, girasoli, lavanda, tutti così simili alle stelle nel cielo.
La tecnica eccellente e tradizionale, gli schizzi dettagliati e la tavolozza sempre solare. 
Tappeti e arazzi sono caratterizzati da una gamma di colori e da passaggi graduali e musicali da un tono all’altro, come in natura.
È meraviglioso che questo tipo di tradizione, artigianale, allevamento di cavalli, musica e poesie tradizionali, non sono stati dimenticate e che i giovani continuino a coltivare le competenze dei loro genitori e parenti.
Perché la parte futura è solo quella che siamo felici di portare avanti con gioia e fiducia.

Professionisti DILA APS 20240412 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240405

Professionisti DILA APS 20240405

Liga Sarah Lapinska intervista Sadulla Davletov del Turkmenistan:

Professionisti DILA APS 20240405 - Il Dispari: Liga Lapinska

Peccato che in Italia la cultura turkmena non sia ancora molto conosciuta” seconda parte

Liga Sarah Lapinska:
Come valuti il ​​processo di globalizzazione nell’arte?
Sadulla Davletov:
La globalizzazione dell’arte mondiale e lo scambio di tradizioni culturali, a mio avviso, è un processo naturale e necessario che ha origini nelle civilizzazioni più antiche. 

I Neanderthal, che vivevano in Asia Centrale e anche nel territorio del mio nativo Turkmenistan, non solo sapevano accendere il fuoco, ma dipingevano anche sulle pareti delle caverne e non sono vissuti in completo isolamento. 

Entravano in contatto con altre specie umane, scambiando le loro esperienze su ciò che stava accadendo in quel momento.

I leader e gli eroi che uniscono tribù e fondano imperi sono nati e nasceranno in futuro.

Sono nati e stanno nascendo anche gli artisti, grandi maestri che, con ciò che creano, servono  all’umanità intera, indipendentemente dal loro Paese, dalla nazionalità, dalla diversità linguistica e dalla loro religione. 

Grazie alla globalizzazione e alle relazioni internazionali, l’arte unisce  le persone più fortemente.

Liga Sarah Lapinska:
Qual è il tuo concetto di arte?
Sadulla Davletov:
Tra i fondatori della storia dell’arte come scienza ci sono molti artisti professionisti italiani. 

Sono sempre stati i miei modelli nella vita, ad esempio, Sandro Botticelli, Michelangelo, Raffaello Sanzio, Caravaggio, Tiziano.

Adoro i cantanti italiani.

In Turkmenistan la musica italiana è diventata popolare grazie ai Festival di Sanremo negli anni ’80.

Ad esempio Toto Cutugno, Al Bano e Romina Power, Adriano Celentano, il tenore modenese Luciano Pavarotti.

Le canzoni italiane mi ispirano spiritualmente quando dipingo.

Mi è molto vicino Makhtimquali Faraghi (nato in Iran, nella provincia del Golestan, nella steppa, detta Turkmen Sahra) poeta, illuminato, leader spirituale e gioielliere.

L’argentiere Makhtimquali Faraghi, per tutta la vita si è impegnato nell’educazione della gente semplice;  ha studiato molto e viaggiato molto in tutta l’Asia; “Faraghi” è il suo pseudonimo, perché un tempo tutti gli artisti lo adottavano. 

“Faraghi” significa “libero” in persiano.

Ha scritto in persiano, arabo e turkmeno. 

Lo studioso persiano e poeta laico Omar Hayam era il suo ispiratore più importante.

Makhtimquali, considerato come il fondatore della letteratura turkmena, scrisse le sue poesie in koshun pantomima, in cui furono composte la maggior parte delle canzoni popolari turkmene.

Ecco perché i bardi e, allo stesso tempo, gli sciamani del popolo turkmeno, chiamati bakshy, possono facilmente cantare versi di Makhtimquali. 

La sua poesia è diventata canzone del popolo turkmeno e le sue riflessioni scritte sono diventate proverbi popolari.

Si oppose alla corruzione dei nobili e dei gran signori ecclesiastici, tanto da essere considerato addirittura come un santo.

Peccato che in Italia lui e la cultura turkmena in generale non siano ancora molto conosciuti.

Auspico che tu traduca in italiano sempre più opere turkmene e uzbeke e che vengano pubblicate in italiano anche, per esempio, nella bella pagina culturale del quotidiano Il Dispari per la quale sono onorato di rilasciare questa intervista esclusiva.

Consiglio ai giovani Artisti turkmeni e uzbeki di partecipare con crescente entusiasmo ai concorsi artistici indetti in Italia, con particolare attenzione verso il Premio internazionale di Arti varie “OTTO MILIONI”, che so essere stato ideato dal poeta Bruno Mancini e che attualmente è organizzato dall’Associazione di promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS”.

Professionisti DILA APS 20240405

Professionisti DILA APS 20240405 - Il Dispari: Liga Lapinska

Professionisti DILA APS 20240322

Professionisti DILA APS 20240322 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinsk

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (ultima puntata)

Liga Sarah: vorrei chiudere questa intervista che, tramite me, stai concedendo in esclusiva al quotidiano IL DISPARI Diretto da Gaetano Di Meglio per la pubblicazione nella pagina culturale la cui Redazione è stata affidata alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS chiedendoti tre cose: 1) come descrivi la tua Arte 2) quali sono i tuoi colori preferiti 3) come vuoi salutare i lettori del nostro giornale.

 Ajub: Traggo ispirazione dall’energia del Cosmo e della natura circostante, inesauribile ed eterna.

Utilizzo le opportunità del mondo digitale e ho sviluppato lo stile di pittura Ebru, che permette di praticare la pittura alle persone che hanno recentemente iniziato a dipingere, ai disabili, con vari tipi di tecniche intuitive di arte fluida.
C è tutto nel mondo digitale.
Claude Monet non era solo un pittore dell’impressionismo, ma ha attirato l’attenzione sul fatto che i colori influenzano il nostro stato psicologico e sono terapeutici.

Spiegava la luce e le sue regole.

Egli ha organizzato il suo giardino come una tavolozza di colori evitando i toni del nero.

Per lui i colori freddi danno l’illusione della stranezza, invece le foglie verde chiaro sono donatrici, e quelle verde scuro sono consumatrici di energia.
I colori verde, viola, dorato e lilla hanno un grande effetto terapeutico.
Il colore verde indica la presenza di diverse specie di clorofilla, indispensabili per la vita.
I miei colori preferiti sono l’oro, che guarisce il dolore dell’anima, così come tutte le sfumature di verde e bianco con il suo ottimismo.
Neanche a me piace il colore nero.

Sopprime e ci fa sentirci senza speranza.

Non ha radiazioni proprie.

Non sento la competizione nell’Arte.
L’ambiente digitale unifica e globalizza.

Il mondo digitale, come l’algebra e la geometria, è infallibile.

L’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’arte è molto stimolante.
In un ambiente virtuale in cui tutti i processi avvengono rapidamente è facile perdere l’individualità.
Non sappiamo più meditare.
Perdiamo fiducia nelle vibrazioni, nel potere, nella memoria, nell’eternità dell’arte, nelle parole che diciamo, nella musica intera e nei segni del destino.
Sì, c’è una polarizzazione, una pressione del mondo digitale e della nostra vita quotidiana.

La creatività aiuta a fondere la realtà digitale con la nostra realtà quotidiana.

Alla fine, voglio dedicare agli affezionati lettori di IL DXISPARI una canzone profondissima del bardo noto caucasico, nato a Mosca, Bulat Okudzhava, dedicata a tutti gli artisti che dice:

Se vuoi diventare un pittore, a dipingere non affrettarti.
Poni davanti a te diversi pennelli,
prendi la vernice bianca, perché questo è l’inizio,
poi prendi la vernice gialla, perché tutto sta maturando,
poi prendi la vernice grigia in modo che l’autunno schizzi nel cielo il plumbeo,
prendi la vernice nera,
perché ogni inizio ha la sua fine,
prendi la vernice viola
più generosamente, ridi e piangi.
E poi prendi la vernice blu in modo che voli la sera
un uccello proprio nel palmo tuo,
prendi la vernice rossa in modo che la fiamma svolazzi,
poi la vernice verde prendi
per gettare un ramoscello in un fuoco rosso.
Mescola tutti quei colori come le passioni nel tuo cuore
e poi mescola quei colori e il cuore tuo con il cielo, con la terra, e dopo…
L’importante è bruciare e, bruciandoti, non lamentarsi per questo.
Forse qualcuno all’inizio ti condannerà, ma più tardi non dimenticherà!

Liga Sarah: la canzone testimonia molto bene la personalità di Ajub e descrive bene sia la sua tavolozza di colori chiari nell’arte, sia il massimalismo del suo stile di vita.

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Professionisti DILA APS 20240315

Liga Sarah Lapinska intervista l'Artista universale Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah: Diventa sempre più interessante la tua disponibilità ad esprimere la concezione che hai del rapporto Arte/Artista anche nella prospettiva della commercializzazione dei prodotti che, lo sappiamo bene, incontrano molte difficoltà ad essere venduti, a meno che non ci si affidi alle organizzazioni mercantili (Editori, Galleristi ecc.) che, molto spesso, speculano piuttosto che promuovere.

Ed è anche per questo che ribadisco il ringraziamento da parte di tutta la Redazione culturale del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio per l’intervista che ci stai concedendo, in esclusiva, per la pubblicazione nella pagina della quale è stato concesso il privilegio della redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS.

E allora proseguo chiedendoti: cosa associ all’Arte digitale?

Ajub: Sono io che ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista perché, anche quando si ha, come me, la fortuna di essere considerati Artisti di tendenza (da parte certamente del pubblico e in maniera non saltuaria anche dalla critica) non è agevole trovare spazio giornalistico per esporre, nei dettagli, concetti e motivazioni.

Non lo è nella mia Patria, non lo è nella importante Nazione in cui vivo… ed è quindi molto gratificante poterlo fare in Italia, universalmente considerata una Culla dell’Arte.

La digitalizzazione significa la globalizzazione con i suoi vantaggi e svantaggi, contrasti ed uguaglianze.
Con un’aspirazione al futuro, futurismo e condizionalità.
La legge comune tridimensionale è soprattutto visibile nella grafica.
In essa pongo anche la calligrafia, che creo riscontrando particolare rispetto dagli intenditori dell’arte araba e persiana antica.
Vorrei dire che nell’arte degli ornamenti si possono distinguere diverse direzioni.

Cinese, con il drago come il simbolo principale.
Tipici simbolismi buddista sono il fiore di loto, la ruota del Dharma e due pesci. 

Come nel taoismo e nello shintoismo, viene sottolineata l’unità delle persone con la natura.
Ma il buddismo ha influenzato molto anche il simbolismo cinese con tutti i suoi attributi e il culto della natura.
Arabo e Persiano, ad esempio sui tappeti e nelle miniature, con la rappresentazione stilizzata di piante, fiori e talvolta uccelli, nonché vignette delle lettere dell’alfabeto arabo, calligrafia araba tipica.

Il simbolismo creato dalla Chiesa ortodossa ove di solito sono rappresentate la croce, i martiri con uso abbondante del colore oro come nelle icone bizantine e nei dipinti del Primo Risorgimento.
Il simbolismo americano ed europeo, più moderno, utilizza spesso immagini delle popolazioni indigene d’America, per esempio, l’occhio dello sciamano, la freccia, la farfalla, l’orso. 

Spesso i suoi simboli attuali sono uguali a quelli degli antichi Celti, Vichinghi, Greci e Romani.

L’alchimia è lo studio delle interazioni in natura, della trasformazione, della nostra capacità di cambiarci.. 

La grafica ci aiuta a percepire più facilmente il messaggio del Cosmo e della natura circostante.
Credo nella connessione delle persone con il Cosmo e le stelle. 

Credo che, quando siamo pieni di energia creativa e idee, possiamo creare capolavori immortali.

Liga Sarah Lapinska

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240411 – Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240411 – Il Dispari Luciano Somma

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Luciano Somma | COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

(seconda puntata)

Professionisti DILA APS 20240411 - Il Dispari Luciano Somma

Come promesso nel precedente articolo adesso voglio raccontare alcuni episodi, quelli che ricordo, verificatisi nei vent’anni di mie collaborazioni fisiche con le varie emittenti.

Alla prima emittente del 1976 in occasione delle prima puntata, eravamo nello studio io ed il tecnico, avevo bisogno d’un supporto per mixare il tutto e ricevere e filtrare le telefonate in diretta. Mi venne voglia di andare in bagno per un atto piccolo, grande fu la mia sorpresa nel trovare la porta chiusa con un catenaccio.

Arrabbiatissimo telefonai al proprietario che mi disse che poiché durante il giorno la radio si avvaleva di alcuni ragazzi, piuttosto turbolenti, era stato costretto a quella decisione drastica, comunque si scusò inviandomi le chiavi del catenaccio e così, come Dio volle, per quasi 2 anni non ci furono altri screzi.

Sempre a quella radio parcheggiavo l’auto davanti al portone, il locale si trovava nei pressi del porto di Napoli, un’AMY8 acquistata pochi giorni prima perché la precedente Fiat 127 mi era stata rubata.

Alle 3 di notte, a fine trasmissione, rimasi basito nel vedere che 2 marinai di colore urinavano nella parte posteriore dell’automobile.

Nel vedermi dissero che era una bella macchina, mi guardai bene nel rispondere, erano ubriachi fradici, finalmente se ne andarono e io presi possesso dell’auto che portai di prima mattina del giorno dopo al lavaggio!

Ciò che mi era stato in un primo momento negato dal proprietario dell’emittente aveva trovato nei due buontemponi Americani un posto, naturalmente inadatto, per soddisfare i loro bisogni corporali.

Spesso nelle trasmissioni in diretta giungevano alcune telefonate che, nonostante fossero filtrate, qualche volta si presentavano offensive.

Una di queste metteva in dubbio la fedeltà di mia moglie dicendomi di avere le corna.

Mi feci passare la telefonata in privato e dissi all’interlocutore che se aveva fegato lo aspettavo fuori dall’emittente, ma naturalmente il vigliacco fece cadere la linea e sparì per sempre…

Un altro episodio simile mi capitò alla CRC di Portici del Compianto Tiberi, ero in trasmissione con Giuseppe Santagata quando all’una  circa di notte arrivò un’altra telefonata, questa volta di minacce, la voce dall’altro capo ci disse che sarebbero venuti lui ed alcuni amici a “Cresimarci”, questo fu il termine usato.

La cosa c’intimorì perché non conoscevamo la zona e avevamo saputo che il pericolo era serio e veritiero.

Telefonammo alla Polizia locale e restammo quasi fino al mattino segregati nei locali della radio con 2 agenti.

Spesso collaboravano con me amici poeti ed ospiti illustri, oltre a Giuseppe Santagata, Leo Barone, Antonietta Pagliarulo, Rino Vittozzi, Peppe Russo, Tecla Scarano, Salvatore Tolino, Aldo Zolfino. Mmentre a RADIO ISCHIA il grande Ottavio Nicolardi, genero di E.A.Mario, Vincenzo Giandomenico, Rosetta Fidora Ruiz e tanti altri, veramente un numero considerevole che se anche riuscissi a ricordarli anche parzialmente ci vorrebbero diversi articoli per nominarli tutti. Appuntamento alla prossima con la conclusione delle mie collaborazioni anche in TV.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240411 - Il Dispari Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240404

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

LUCIANO SOMMA | COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

Le mie prime collaborazioni alle Radio e TV libere risalgono al 1976.

La prima in assoluto fu con RADIO ORIZZONTI, dove, grazie a mia nipote che presentava un suo programma, mi fu offerta l’occasione di organizzare alcune notturne in diretta telefonica, con poesie lette da me e canzoni di autori vari.

Da allora fui ospite o conduttore di moltissime emittenti e TV, coadiuvato da moltissimi poeti e personaggi dello spettacolo.

Fare dei nomi mi diventa difficile perché furono veramente troppi.

Si faceva notte inoltrata e si finiva intorno alle 4 circa del mattino.

Avevamo ascoltatori non solo a Napoli città, ma anche molti a Ischia e soprattutto in provincia e finanche in altre località della Campania.

Fino al 1995, ossia in prossimità del pensionamento della mia attività di rappresentante avvenuta nel 2000.

Fisicamente, da allora, non sono più intervenuto, ma comunque da quell’anno, da casa, ho collaborato con alcune emittenti attraverso il web.

La più importante NON E’ MAI TROPPO TARDI nel 2005, dove RAI2 mi fece fare una puntata dal mio studio inviandomi suoi dipendenti a registrare.

Fu un’esperienza molto interessante con un monologo durato circa 30 minuti nel quale spiegavo vantaggi e svantaggi di usare internet ad una certa età…

Da quel periodo scrissi i testi di moltissime canzoni e sigle per animazioni turistiche.

Inviavo i Cd alle varie radio e molte di esse mi trasmettevano i brani o mi facevano interviste come ad esempio SAMMY VARIN dell’allora RADIO PADANIA che parlava dei vari territori tra i quali la Campania.

Ancora RADIO BLU NAPOLI di Gino de Vita – Radio Italia dall’Australia, l’attuale  Radio Emozioni Live di Tony Esposti che ancora oggi ogni Sabato dalle 17,30 alle 19 manda in onda mie poesie recitate e mie canzoni.

Anche in questo caso vorrei tanto fare dei nomi, ma sono veramente tante, alcune estere dalla Romania, Francia, e da tanti altri paesi Africa compresa.

Negli ultimi anni moltissime sono state le interviste telefoniche, ed altre in TV e prodotte con la web camera, tutte seguite da migliaia di visualizzazioni, a dimostrazione di un grande interesse per l’arte e per la cultura.

Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare cosa che farò nel prosieguo.

In tanti anni alcuni episodi restano fermi nella memoria a testimoniare un’esperienza sicuramente irripetibile che ha lasciato in me la grande voglia di continuare anche se, per motivi di salute, purtroppo posso farlo solo da casa.

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

 

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Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

terza puntata

Concludiamo con questo articolo la breve numericamente, ma intensa panoramica delle radio ad Ischia.

Intendiamoci non escludo che magari negli altri 5 comuni ci fosse qualche altra emittente ma io non ne sono mai venuto a conoscenza.

Certo non  potevo nel mio lunghissimo soggiorno conoscere tutto di tutto, la mia memoria si sofferma soprattutto su alcuni episodi che colpirono nell’estate del 1973 come il colera che mi tenne circa due mesi e mezzo lontano da Napoli ed il terremoto del 1980, entrambi superati con grande forza di volontà dalla popolazione tutta.

Ma torniamo all’altra emittente: RADIO ISOLA VERDE gestita  da Cesare, che di lavoro era un pompiere ma un grande appassionato di poesie e canzoni.

Una sera fummo ospiti di Radio Isola Verde, io ed il poeta Giuseppe Santagata, per presentare il libro di poesie di quest’ultimo dal titolo SINCERAMENTE, con la mia prefazione.

Nel corso della trasmissione il proprietario Cesare ci offrì 2 bottiglie di vino bianco che bevemmo con gusto ma dettero un effetto inedito.

Dopo qualche ora eravamo entrambi brilli e facemmo diverse battute.

Al mattino seguente diversi amici di spiaggia, che avevano ascoltato fino a tardi, ci fecero notare ridendo alcuni passaggi.

Peccato che non si registrò!

Molto accoglienti i conduttori che avrebbero voluto facessimo almeno un bis ma la cosa non fu possibile perché nel 1983 terminò la mia presenza sull’isola.

Un volta a Napoli continuai fino al 1995 a collaborare ancora con molte radio e TV della Campania. Avrei voluto continuare ancora ma avendo acquistato un villino a Roccamonfina (Caserta) il tempo libero ed il fine settimana preferii trascorrerlo con alcuni parenti in una zona dove la castagna era la regina e la faceva da padrona e dunque dal mare ai monti, avevo casa a 650 metri sul livello del mare, dove l’aria era un po’ umida ma d’estate si stava benissimo.

I bagni li facevamo a 40 minuti d’auto a Mondragone, così diverso dall’azzurro mare Ischitano, perché, causa il fondale, era di colore marrone, ma non c’erano alternative…

Dopo il 1999, anno di vendita della mia villa, le mete estive furono Palinuro, parte della Calabria, poi le Puglie con Torre Canne (Brindisi) ed il Gargano e successivamente dal 2013 fino al 2019 a Minturno (Latina).

In molti villaggi turistici scrissi molte sigle per animazioni, intervenni in qualche spettacolino teatrale e le radio divennero solo un ricordo.

Dal 2000 però, anno del mio pensionamento, ho collaborato da casa attraverso il PC con moltissime emittenti, decine le intervista, addirittura una trasmissione nel 2005 in TV a RAI2 dal titolo NON E’ MAI TROPPO TARDI girata tra le mura di casa con una troupe televisiva.

Ad Ischia vi sono tornato un giorno del 1999 con mio figlio Sergio che venne a visitare alcuni suoi clienti essendo rappresentante di materiale edilizio e nel Novembre del 2000 per qualche giorno con una cugina di mia moglie col marito.

Ma non ci fu il tempo di visitare le Radio, l’unico posto amico fu COCO’ GELO ad Ischia Ponte dove il compianto Salvatore ci accolse con molto affetto e dove, come sempre si mangiò alla grande.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240314

Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240307

Professionisti DILA APS 20240307 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

seconda puntata

Tra le tante iniziative RADIO  ISCHIA indisse anche dei concorsi tra gli ascoltatori in merito a vari indovinelli, premi interessanti ai classificati come enciclopedie, prodotti locali, libri di varia lettura.

Un anno vi fu un concorso di poesia ideato ed organizzato dall’emittente che vide tra i partecipanti i più qualificati nomi della poetica napoletana, testi inediti ed anonimi, ebbi l’incarico di essere in giudizio e sapendo che molti amici avrebbero partecipato fui molto contento di non riconoscere nella lettura degli elaborati chi fosse l’autore.

La cerimonia di premiazione avvenne all’Hotel Jolly in presenza delle autorità, primo fra tutti il Sindaco Vincenzo Romolo, e poi lo scrittore Salvatore Di  Costanzo, il pittore Mario Mazzella, il parroco di Ischia Ponte Don Pasquale Polito.

L’eco dell’evento giunse fino al continente, alcuni giornali napoletani narrarono la cronaca della manifestazione, arricchendola di particolari, coi nomi dei 5 primi poeti classificati che costituivano l’elite degli scrittori napoletani.

Alcuni, negli anni successivi, furono graditi ospiti in vari programmi, accolti affettuosamente anche da mamma Agata che compartecipava dialogando, prima dei programmi, affabilmente coi protagonisti di quelle manifestazioni ischitane indimenticabili per chi le ha vissute in prima persona.

Come il sottoscritto il quale però dal 1983 disdettò la casa ad Ischia per altra destinazione, dopo ben 20 anni di soggiorno in vari periodi dell’anno e non solo in quello estivo…

Stare ad Ischia dal 1963 al 1983 è stata un’esperienza, in chi scrive, di grande caratura, a prescindere dalla allora giovane età, vissuta intensamente tanto da sentirmi legato a quei giorni come i più belli e spensierati della mia vita.

Anche i miei due figli sono cresciuti per buona parte sull’isola, se escludiamo il periodo scolastico, ed io ho fatto centinaia di volte il pendolare vuoi col vaporetto preso a Pozzuoli vuoi ancora più spesso con l’aliscafo.

Una traversata breve che però ogni volta mi faceva godere d’un panorama unico al mondo per la sua bellezza ed originalità.

LUCIANO SOMMA

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Vincenzo Romolo

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Direttore Gaetano Di Meglio

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Professionisti DILA APS 20240405 – Il Dispari: Liga Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista Sadulla Davletov del Turkmenistan:

Professionisti DILA APS 20240405 - Il Dispari: Liga Lapinska

Peccato che in Italia la cultura turkmena non sia ancora molto conosciuta” seconda parte

Liga Sarah Lapinska:
Come valuti il ​​processo di globalizzazione nell’arte?
Sadulla Davletov:
La globalizzazione dell’arte mondiale e lo scambio di tradizioni culturali, a mio avviso, è un processo naturale e necessario che ha origini nelle civilizzazioni più antiche. 

I Neanderthal, che vivevano in Asia Centrale e anche nel territorio del mio nativo Turkmenistan, non solo sapevano accendere il fuoco, ma dipingevano anche sulle pareti delle caverne e non sono vissuti in completo isolamento. 

Entravano in contatto con altre specie umane, scambiando le loro esperienze su ciò che stava accadendo in quel momento.

I leader e gli eroi che uniscono tribù e fondano imperi sono nati e nasceranno in futuro.

Sono nati e stanno nascendo anche gli artisti, grandi maestri che, con ciò che creano, servono  all’umanità intera, indipendentemente dal loro Paese, dalla nazionalità, dalla diversità linguistica e dalla loro religione. 

Grazie alla globalizzazione e alle relazioni internazionali, l’arte unisce  le persone più fortemente.

Liga Sarah Lapinska:
Qual è il tuo concetto di arte?
Sadulla Davletov:
Tra i fondatori della storia dell’arte come scienza ci sono molti artisti professionisti italiani. 

Sono sempre stati i miei modelli nella vita, ad esempio, Sandro Botticelli, Michelangelo, Raffaello Sanzio, Caravaggio, Tiziano.

Adoro i cantanti italiani.

In Turkmenistan la musica italiana è diventata popolare grazie ai Festival di Sanremo negli anni ’80.

Ad esempio Toto Cutugno, Al Bano e Romina Power, Adriano Celentano, il tenore modenese Luciano Pavarotti.

Le canzoni italiane mi ispirano spiritualmente quando dipingo.

Mi è molto vicino Makhtimquali Faraghi (nato in Iran, nella provincia del Golestan, nella steppa, detta Turkmen Sahra) poeta, illuminato, leader spirituale e gioielliere.

L’argentiere Makhtimquali Faraghi, per tutta la vita si è impegnato nell’educazione della gente semplice;  ha studiato molto e viaggiato molto in tutta l’Asia; “Faraghi” è il suo pseudonimo, perché un tempo tutti gli artisti lo adottavano. 

“Faraghi” significa “libero” in persiano.

Ha scritto in persiano, arabo e turkmeno. 

Lo studioso persiano e poeta laico Omar Hayam era il suo ispiratore più importante.

Makhtimquali, considerato come il fondatore della letteratura turkmena, scrisse le sue poesie in koshun pantomima, in cui furono composte la maggior parte delle canzoni popolari turkmene.

Ecco perché i bardi e, allo stesso tempo, gli sciamani del popolo turkmeno, chiamati bakshy, possono facilmente cantare versi di Makhtimquali. 

La sua poesia è diventata canzone del popolo turkmeno e le sue riflessioni scritte sono diventate proverbi popolari.

Si oppose alla corruzione dei nobili e dei gran signori ecclesiastici, tanto da essere considerato addirittura come un santo.

Peccato che in Italia lui e la cultura turkmena in generale non siano ancora molto conosciuti.

Auspico che tu traduca in italiano sempre più opere turkmene e uzbeke e che vengano pubblicate in italiano anche, per esempio, nella bella pagina culturale del quotidiano Il Dispari per la quale sono onorato di rilasciare questa intervista esclusiva.

Consiglio ai giovani Artisti turkmeni e uzbeki di partecipare con crescente entusiasmo ai concorsi artistici indetti in Italia, con particolare attenzione verso il Premio internazionale di Arti varie “OTTO MILIONI”, che so essere stato ideato dal poeta Bruno Mancini e che attualmente è organizzato dall’Associazione di promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS”.

Professionisti DILA APS 20240405

Professionisti DILA APS 20240405 - Il Dispari: Liga Lapinska

Professionisti DILA APS 20240322

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Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (ultima puntata)

Liga Sarah: vorrei chiudere questa intervista che, tramite me, stai concedendo in esclusiva al quotidiano IL DISPARI Diretto da Gaetano Di Meglio per la pubblicazione nella pagina culturale la cui Redazione è stata affidata alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS chiedendoti tre cose: 1) come descrivi la tua Arte 2) quali sono i tuoi colori preferiti 3) come vuoi salutare i lettori del nostro giornale.

 Ajub: Traggo ispirazione dall’energia del Cosmo e della natura circostante, inesauribile ed eterna.

Utilizzo le opportunità del mondo digitale e ho sviluppato lo stile di pittura Ebru, che permette di praticare la pittura alle persone che hanno recentemente iniziato a dipingere, ai disabili, con vari tipi di tecniche intuitive di arte fluida.
C è tutto nel mondo digitale.
Claude Monet non era solo un pittore dell’impressionismo, ma ha attirato l’attenzione sul fatto che i colori influenzano il nostro stato psicologico e sono terapeutici.

Spiegava la luce e le sue regole.

Egli ha organizzato il suo giardino come una tavolozza di colori evitando i toni del nero.

Per lui i colori freddi danno l’illusione della stranezza, invece le foglie verde chiaro sono donatrici, e quelle verde scuro sono consumatrici di energia.
I colori verde, viola, dorato e lilla hanno un grande effetto terapeutico.
Il colore verde indica la presenza di diverse specie di clorofilla, indispensabili per la vita.
I miei colori preferiti sono l’oro, che guarisce il dolore dell’anima, così come tutte le sfumature di verde e bianco con il suo ottimismo.
Neanche a me piace il colore nero.

Sopprime e ci fa sentirci senza speranza.

Non ha radiazioni proprie.

Non sento la competizione nell’Arte.
L’ambiente digitale unifica e globalizza.

Il mondo digitale, come l’algebra e la geometria, è infallibile.

L’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’arte è molto stimolante.
In un ambiente virtuale in cui tutti i processi avvengono rapidamente è facile perdere l’individualità.
Non sappiamo più meditare.
Perdiamo fiducia nelle vibrazioni, nel potere, nella memoria, nell’eternità dell’arte, nelle parole che diciamo, nella musica intera e nei segni del destino.
Sì, c’è una polarizzazione, una pressione del mondo digitale e della nostra vita quotidiana.

La creatività aiuta a fondere la realtà digitale con la nostra realtà quotidiana.

Alla fine, voglio dedicare agli affezionati lettori di IL DXISPARI una canzone profondissima del bardo noto caucasico, nato a Mosca, Bulat Okudzhava, dedicata a tutti gli artisti che dice:

Se vuoi diventare un pittore, a dipingere non affrettarti.
Poni davanti a te diversi pennelli,
prendi la vernice bianca, perché questo è l’inizio,
poi prendi la vernice gialla, perché tutto sta maturando,
poi prendi la vernice grigia in modo che l’autunno schizzi nel cielo il plumbeo,
prendi la vernice nera,
perché ogni inizio ha la sua fine,
prendi la vernice viola
più generosamente, ridi e piangi.
E poi prendi la vernice blu in modo che voli la sera
un uccello proprio nel palmo tuo,
prendi la vernice rossa in modo che la fiamma svolazzi,
poi la vernice verde prendi
per gettare un ramoscello in un fuoco rosso.
Mescola tutti quei colori come le passioni nel tuo cuore
e poi mescola quei colori e il cuore tuo con il cielo, con la terra, e dopo…
L’importante è bruciare e, bruciandoti, non lamentarsi per questo.
Forse qualcuno all’inizio ti condannerà, ma più tardi non dimenticherà!

Liga Sarah: la canzone testimonia molto bene la personalità di Ajub e descrive bene sia la sua tavolozza di colori chiari nell’arte, sia il massimalismo del suo stile di vita.

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Liga Sarah Lapinska intervista l'Artista universale Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah: Diventa sempre più interessante la tua disponibilità ad esprimere la concezione che hai del rapporto Arte/Artista anche nella prospettiva della commercializzazione dei prodotti che, lo sappiamo bene, incontrano molte difficoltà ad essere venduti, a meno che non ci si affidi alle organizzazioni mercantili (Editori, Galleristi ecc.) che, molto spesso, speculano piuttosto che promuovere.

Ed è anche per questo che ribadisco il ringraziamento da parte di tutta la Redazione culturale del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio per l’intervista che ci stai concedendo, in esclusiva, per la pubblicazione nella pagina della quale è stato concesso il privilegio della redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS.

E allora proseguo chiedendoti: cosa associ all’Arte digitale?

Ajub: Sono io che ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista perché, anche quando si ha, come me, la fortuna di essere considerati Artisti di tendenza (da parte certamente del pubblico e in maniera non saltuaria anche dalla critica) non è agevole trovare spazio giornalistico per esporre, nei dettagli, concetti e motivazioni.

Non lo è nella mia Patria, non lo è nella importante Nazione in cui vivo… ed è quindi molto gratificante poterlo fare in Italia, universalmente considerata una Culla dell’Arte.

La digitalizzazione significa la globalizzazione con i suoi vantaggi e svantaggi, contrasti ed uguaglianze.
Con un’aspirazione al futuro, futurismo e condizionalità.
La legge comune tridimensionale è soprattutto visibile nella grafica.
In essa pongo anche la calligrafia, che creo riscontrando particolare rispetto dagli intenditori dell’arte araba e persiana antica.
Vorrei dire che nell’arte degli ornamenti si possono distinguere diverse direzioni.

Cinese, con il drago come il simbolo principale.
Tipici simbolismi buddista sono il fiore di loto, la ruota del Dharma e due pesci. 

Come nel taoismo e nello shintoismo, viene sottolineata l’unità delle persone con la natura.
Ma il buddismo ha influenzato molto anche il simbolismo cinese con tutti i suoi attributi e il culto della natura.
Arabo e Persiano, ad esempio sui tappeti e nelle miniature, con la rappresentazione stilizzata di piante, fiori e talvolta uccelli, nonché vignette delle lettere dell’alfabeto arabo, calligrafia araba tipica.

Il simbolismo creato dalla Chiesa ortodossa ove di solito sono rappresentate la croce, i martiri con uso abbondante del colore oro come nelle icone bizantine e nei dipinti del Primo Risorgimento.
Il simbolismo americano ed europeo, più moderno, utilizza spesso immagini delle popolazioni indigene d’America, per esempio, l’occhio dello sciamano, la freccia, la farfalla, l’orso. 

Spesso i suoi simboli attuali sono uguali a quelli degli antichi Celti, Vichinghi, Greci e Romani.

L’alchimia è lo studio delle interazioni in natura, della trasformazione, della nostra capacità di cambiarci.. 

La grafica ci aiuta a percepire più facilmente il messaggio del Cosmo e della natura circostante.
Credo nella connessione delle persone con il Cosmo e le stelle. 

Credo che, quando siamo pieni di energia creativa e idee, possiamo creare capolavori immortali.

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Professionisti DILA APS 20240404 – Il Dispari Luciano Somma

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LUCIANO SOMMA | COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

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Le mie prime collaborazioni alle Radio e TV libere risalgono al 1976.

La prima in assoluto fu con RADIO ORIZZONTI, dove, grazie a mia nipote che presentava un suo programma, mi fu offerta l’occasione di organizzare alcune notturne in diretta telefonica, con poesie lette da me e canzoni di autori vari.

Da allora fui ospite o conduttore di moltissime emittenti e TV, coadiuvato da moltissimi poeti e personaggi dello spettacolo.

Fare dei nomi mi diventa difficile perché furono veramente troppi.

Si faceva notte inoltrata e si finiva intorno alle 4 circa del mattino.

Avevamo ascoltatori non solo a Napoli città, ma anche molti a Ischia e soprattutto in provincia e finanche in altre località della Campania.

Fino al 1995, ossia in prossimità del pensionamento della mia attività di rappresentante avvenuta nel 2000.

Fisicamente, da allora, non sono più intervenuto, ma comunque da quell’anno, da casa, ho collaborato con alcune emittenti attraverso il web.

La più importante NON E’ MAI TROPPO TARDI nel 2005, dove RAI2 mi fece fare una puntata dal mio studio inviandomi suoi dipendenti a registrare.

Fu un’esperienza molto interessante con un monologo durato circa 30 minuti nel quale spiegavo vantaggi e svantaggi di usare internet ad una certa età…

Da quel periodo scrissi i testi di moltissime canzoni e sigle per animazioni turistiche.

Inviavo i Cd alle varie radio e molte di esse mi trasmettevano i brani o mi facevano interviste come ad esempio SAMMY VARIN dell’allora RADIO PADANIA che parlava dei vari territori tra i quali la Campania.

Ancora RADIO BLU NAPOLI di Gino de Vita – Radio Italia dall’Australia, l’attuale  Radio Emozioni Live di Tony Esposti che ancora oggi ogni Sabato dalle 17,30 alle 19 manda in onda mie poesie recitate e mie canzoni.

Anche in questo caso vorrei tanto fare dei nomi, ma sono veramente tante, alcune estere dalla Romania, Francia, e da tanti altri paesi Africa compresa.

Negli ultimi anni moltissime sono state le interviste telefoniche, ed altre in TV e prodotte con la web camera, tutte seguite da migliaia di visualizzazioni, a dimostrazione di un grande interesse per l’arte e per la cultura.

Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare cosa che farò nel prosieguo.

In tanti anni alcuni episodi restano fermi nella memoria a testimoniare un’esperienza sicuramente irripetibile che ha lasciato in me la grande voglia di continuare anche se, per motivi di salute, purtroppo posso farlo solo da casa.

Professionisti DILA APS 20240404 - Il Dispari Luciano Somma

 

Professionisti DILA APS 20240314

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Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

terza puntata

Concludiamo con questo articolo la breve numericamente, ma intensa panoramica delle radio ad Ischia.

Intendiamoci non escludo che magari negli altri 5 comuni ci fosse qualche altra emittente ma io non ne sono mai venuto a conoscenza.

Certo non  potevo nel mio lunghissimo soggiorno conoscere tutto di tutto, la mia memoria si sofferma soprattutto su alcuni episodi che colpirono nell’estate del 1973 come il colera che mi tenne circa due mesi e mezzo lontano da Napoli ed il terremoto del 1980, entrambi superati con grande forza di volontà dalla popolazione tutta.

Ma torniamo all’altra emittente: RADIO ISOLA VERDE gestita  da Cesare, che di lavoro era un pompiere ma un grande appassionato di poesie e canzoni.

Una sera fummo ospiti di Radio Isola Verde, io ed il poeta Giuseppe Santagata, per presentare il libro di poesie di quest’ultimo dal titolo SINCERAMENTE, con la mia prefazione.

Nel corso della trasmissione il proprietario Cesare ci offrì 2 bottiglie di vino bianco che bevemmo con gusto ma dettero un effetto inedito.

Dopo qualche ora eravamo entrambi brilli e facemmo diverse battute.

Al mattino seguente diversi amici di spiaggia, che avevano ascoltato fino a tardi, ci fecero notare ridendo alcuni passaggi.

Peccato che non si registrò!

Molto accoglienti i conduttori che avrebbero voluto facessimo almeno un bis ma la cosa non fu possibile perché nel 1983 terminò la mia presenza sull’isola.

Un volta a Napoli continuai fino al 1995 a collaborare ancora con molte radio e TV della Campania. Avrei voluto continuare ancora ma avendo acquistato un villino a Roccamonfina (Caserta) il tempo libero ed il fine settimana preferii trascorrerlo con alcuni parenti in una zona dove la castagna era la regina e la faceva da padrona e dunque dal mare ai monti, avevo casa a 650 metri sul livello del mare, dove l’aria era un po’ umida ma d’estate si stava benissimo.

I bagni li facevamo a 40 minuti d’auto a Mondragone, così diverso dall’azzurro mare Ischitano, perché, causa il fondale, era di colore marrone, ma non c’erano alternative…

Dopo il 1999, anno di vendita della mia villa, le mete estive furono Palinuro, parte della Calabria, poi le Puglie con Torre Canne (Brindisi) ed il Gargano e successivamente dal 2013 fino al 2019 a Minturno (Latina).

In molti villaggi turistici scrissi molte sigle per animazioni, intervenni in qualche spettacolino teatrale e le radio divennero solo un ricordo.

Dal 2000 però, anno del mio pensionamento, ho collaborato da casa attraverso il PC con moltissime emittenti, decine le intervista, addirittura una trasmissione nel 2005 in TV a RAI2 dal titolo NON E’ MAI TROPPO TARDI girata tra le mura di casa con una troupe televisiva.

Ad Ischia vi sono tornato un giorno del 1999 con mio figlio Sergio che venne a visitare alcuni suoi clienti essendo rappresentante di materiale edilizio e nel Novembre del 2000 per qualche giorno con una cugina di mia moglie col marito.

Ma non ci fu il tempo di visitare le Radio, l’unico posto amico fu COCO’ GELO ad Ischia Ponte dove il compianto Salvatore ci accolse con molto affetto e dove, come sempre si mangiò alla grande.

LUCIANO SOMMA

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Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240307 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

seconda puntata

Tra le tante iniziative RADIO  ISCHIA indisse anche dei concorsi tra gli ascoltatori in merito a vari indovinelli, premi interessanti ai classificati come enciclopedie, prodotti locali, libri di varia lettura.

Un anno vi fu un concorso di poesia ideato ed organizzato dall’emittente che vide tra i partecipanti i più qualificati nomi della poetica napoletana, testi inediti ed anonimi, ebbi l’incarico di essere in giudizio e sapendo che molti amici avrebbero partecipato fui molto contento di non riconoscere nella lettura degli elaborati chi fosse l’autore.

La cerimonia di premiazione avvenne all’Hotel Jolly in presenza delle autorità, primo fra tutti il Sindaco Vincenzo Romolo, e poi lo scrittore Salvatore Di  Costanzo, il pittore Mario Mazzella, il parroco di Ischia Ponte Don Pasquale Polito.

L’eco dell’evento giunse fino al continente, alcuni giornali napoletani narrarono la cronaca della manifestazione, arricchendola di particolari, coi nomi dei 5 primi poeti classificati che costituivano l’elite degli scrittori napoletani.

Alcuni, negli anni successivi, furono graditi ospiti in vari programmi, accolti affettuosamente anche da mamma Agata che compartecipava dialogando, prima dei programmi, affabilmente coi protagonisti di quelle manifestazioni ischitane indimenticabili per chi le ha vissute in prima persona.

Come il sottoscritto il quale però dal 1983 disdettò la casa ad Ischia per altra destinazione, dopo ben 20 anni di soggiorno in vari periodi dell’anno e non solo in quello estivo…

Stare ad Ischia dal 1963 al 1983 è stata un’esperienza, in chi scrive, di grande caratura, a prescindere dalla allora giovane età, vissuta intensamente tanto da sentirmi legato a quei giorni come i più belli e spensierati della mia vita.

Anche i miei due figli sono cresciuti per buona parte sull’isola, se escludiamo il periodo scolastico, ed io ho fatto centinaia di volte il pendolare vuoi col vaporetto preso a Pozzuoli vuoi ancora più spesso con l’aliscafo.

Una traversata breve che però ogni volta mi faceva godere d’un panorama unico al mondo per la sua bellezza ed originalità.

LUCIANO SOMMA

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Vincenzo Romolo

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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Professionisti DILA APS 20240329 – Il Dispari: Andrea Del Buono

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Svela il Potere dell’Alimentazione Metabolomica

Rivoluziona il tuo Benessere con la Scienza

Amici lettori di questa rubrica, siete pronti a trasformare radicalmente la vostra salute e il vostro benessere con l’alimentazione metabolomica?

Vi presentiamo il nostro esclusivo convegno: “Position Paper: Nutrire la Conoscenza, Forgiare il Benessere“, che terremo a Caserta, il 6/04 c/o Hotel Belvedere ore 09:00.

Una finestra aperta su un metodo all’avanguardia per nutrirsi in modo consapevole, mirato a promuovere una vita lunga e in salute.

Il Convegno è aperto a tutti professionisti ed esperti di alimentazione, ma anche al singolo cittadino che ricerca consapevolezza nelle scelte quotidiane.

Il nostro workshop si pone un obiettivo ambizioso: fare del tuo metabolismo unico, il fulcro di un percorso personalizzato verso il benessere.

Dimentica le soluzioni “one-size-fits-all” e inizia un dialogo profondo con il tuo corpo, progettando una dieta e un’integrazione che rispecchino le tue esigenze uniche.

Ecco il programma:

  • Introduzione alla Metabolomica: capire le basi scientifiche e l’impatto sull’alimentazione.
  • Decifrare il tuo Metabolismo: tecniche per riconoscere e interpretare le tue esigenze metaboliche individuali.
  • Strategie Personalizzate: consigli pratici per organizzare pasti e integratori che si adattino perfettamente a te.
  • Condivisione e Apprendimento: momenti di interazione con esperti del settore e scambio di esperienze con altri partecipanti, per una crescita comune.
  • Un “Light Lunch sorprendente“, chiuderà questa giornata indimenticabile!
  • Grazie alla collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”(e suoi partner) ed alla diffusione offerta dalla testata giornalistica IL DISPARI diretta da Gaetano Di Meglio, abbiamo la prospettiva di organizzare, prossimamente, un incontro anche nella vostra bella isola d’Ischia.

 

La Metabolomica è una scienza basata su tecnologie analitiche, che identificano piccoli metaboliti nelle urine, permettendo di delineare in tempo reale il fenotipo molecolare, elemento utile e indispensabile per lo studio delle condizioni fisiologiche e patologiche presenti in un individuo in un determinato momento.

I metaboliti sono espressione di una serie di interazioni che coinvolgono il genoma (DNA), il transcritto (RNA), il proteoma (proteine ed enzimi), il microbioma (batteri, funghi, virus presenti nei vari comparti dell’organismo) e l’ambiente.

Se la genetica fornisce informazioni sulla predisposizione ad un particolare fenomeno biologico, la metabolomica ne descrive gli effetti diretti e indiretti.

Queste conoscenze applicate alla routine clinica ci consentono d’invertire il pericoloso fenomeno dell’invecchiamento cellulare e donarci una vita longeva e sana.

Pertanto, è essenziale la formazione dei clinici, dei nutrizionisti e di tutti i professionisti del settore al fine di applicare queste conoscenze in modo appropriato e interpretare correttamente i risultati.

Nell’incontro preliminare del 6/04 verranno presentati il programma e le principali tematiche che saranno sviluppate nel corso dell’anno.

Andrea Del Buono Presidente della Fondazione Onlus “DD Clinic Research Institute”. Medico Chirurgo, MMG – Specialista in Medicina Preventiva dei Lavoratori.

Perfezionato in Fisiopatologia e Allergologia Respiratoria.

Esperto in Nutrigenomica e Farmacogenomica.

 

 

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Professionisti DILA APS 20240109 – Il Dispari: Andrea Del Buono

ANDREA DEL BUONO | Omega3 e Influenza: gli alleati che non ti aspettavi

Gli omega 3 sono degli acidi grassi polinsaturi.

Rientrano nella categoria di tutti quei nutrienti definiti essenziali per l’organismo umano, in quanto non siamo in grado di sintetizzarli in modo autonomo, perché privi di quegli enzimi necessari a tale sintesi.

Questi acidi grassi tra le numerose e benefiche proprietà ci aiutano a rallentare la virulenza dei virus che in questi giorni ci stanno facendo ammalare, inoltre proteggono anche gli alveoli polmonari, sede di proliferazione della Covid-19, evitando la polmonite interstiziale, la sindrome da distress respiratorio acuto e la sepsi.

Fonti alimentari di omega 3 sono soprattutto alimenti di tipo vegetale, come i semi di lino, girasole, sesamo, zucca o le alghe, ma anche alcuni tipi di pesce, come ad esempio lo sgombro, il salmone, la spigola e le aringhe.

Il trattamento termico comunque riduce quasi azzerando il contenuto di questi acidi grassi benefici, ecco la necessità di una corretta integrazione.

È importante sottolineare che la qualità di questi acidi grassi è fondamentale, e sono da scegliere solo Omega 3 che abbiano almeno un rapporto tra EPA e DHA di 2:1.

La corretta assunzione di acidi grassi omega 3 è molto importanti anche nella regolazione del funzionamento del nostro sistema immunitario, che come sappiamo, ha il ruolo di proteggerci da agenti patogeni, come virus e batteri.

L’impatto che gli omega 3 hanno sulle cellule del sistema immunitario variano da cellula a cellula, essendo il sistema immunitario costituito da un gruppo eterogeneo di cellule.

Ad esempio, gli omega 3 alterano importanti meccanismi della regolazione genica dei macrofagi, e di conseguenza, anche la loro capacità di fagocitare l’ospite, capacità che viene “aumentata”. Inoltre, gli acidi grassi omega 3 riducono la secrezione di citochine, e questo si collega al ruolo antinfiammatorio di questa categoria di acidi grassi polinsaturi.

È recente la pubblicazione di uno studio sull’American Journal of Clinical Nutrition (AJCN) che mostra come gli acidi grassi omega-3, in particolare EPA e DHA, potrebbero essere protettivi contro l’infezione da SARS-CoV-2 e contro esiti gravi della stessa.

Questi risultati supportano la pratica di aumentare il consumo di integratori di olio di pesce o pesce grasso come potenziale strategia di riduzione del rischio di infezioni e complicanze nei soggetti con bronchite cronica e di futuri focolai di infezione da virus respiratorio.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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DILA & Bookcity 2024

DILA & Bookcity 2024

Pagina in allestimento

DILA & Bookcity 2023

DILA & Bookcity 2023

DILA & Bookcity 2023

A pagina 21 è citato l’evento della nostra associazione “Da Ischia L’Arte”

BCM23 Guida al programma pag 21 Da Ischia L’Arte

Centro internazionale di Brera

Via Marco Formentini, 10
20121 – Milano MI

Da Cinquant’anni il Centro Internazionale di Brera nella Chiesa e nella Canonica di San Carpoforo svolge in modo continuativo ed autofinanziato, una attività di promozione e produzione culturale d’avanguardia – in particolare nel campo delle arti visive, cinematografiche, teatrali, letterarie e multimediali – che si è sempre legata ai temi sociali nel segno della tutela dei diritti umani e che si è svolta grazie alla collaborazione con organizzazioni e personalità intellettuali ed artistiche di livello internazionale.

DILA & Bookcity 2023

DOTAZIONE DELLA SALA

Capienza 90 posti

Numero posti riservati 5 posti

La sala dispone di impianto di amplificazione ed è dotata di microfoni per i relatori: 2 radio-microfoni gelato

La sala è dotata di un sistema di amplificazione per riproduzione contenuti audio.

La sala è dotata di proiettore e schermo e/o monitor per la riproduzione di slide: tipologia di attacco necessario VGA/HDMI per il proiettore/monitor.

La sala non è dotata di un computer (fisso e/o portatile) per gestire la riproduzione di contenuti.

Durante BCM23 non sarà presente personale tecnico di supporto (per microfonia, amplificazione e proiezione.

La sala non è dotata di pianoforte.

La sala non è dotata di WiFi?

Non è disponibile un leggio

Locandine personalizzate Artisti partecipanti BCM23

Programma evento BCM23 17 novembre 2023

Rassegna stampa BCM23 17 novembre 2023

Galleria fotografica BCM23 17 novembre 2023

Attestati partecipazione BCM23 17 novembre 2023

Video BCM23 17 novembre 2023

Ai Soci Fondatori DILA

Al CD DILA

Ai Soci DILA

Ai partecipanti al Premio OTTO MILIONI

Ai partecipanti alle antologie Made in Ischia

A tutti gli Amici e Collaboratori dei progetti DILA

Carissimi,

oggi abbiamo ricevuto l’invito ufficiale a partecipare all’evento di presentazione della nuova edizione del BookCity 2023 di Milano #BCM23 che si terrà il 29 Marzo alle ore 10,30 nel Palazzo Reale in P.za Duomo 14 – Sala Conferenze dell’Assessorato alla Cultura.

Ovviamente DILA ha intenzione di partecipare anche a questa edizione e, quindi, vi informerò tempestivamente sui dettagli che saranno comunicati durante tale conferenza stampa.

Cari saluti   

EVENTO n.1

EVENTO n. 2

EVENTO n. 3

EVENTO PUECHER

DILA & Bookcity

BookCity Milano aggiornamento svolgimento manifestazione 2020

DILA & Bookcity 2022

DILA & Bookcity 2021

DILA & Bookcity 2020

DILA & Bookcity 2019

DILA & Bookcity 2018

DILA & Bookcity 2017

DILA & Bookcity 2016

DILA & Bookcity 2015

DILA & Bookcity

EXPO Bookcity un blitz all’interno del Teatro Parenti con la colonna sonora “Nelle bugie dei sogni”

2016

Rassegna stampa Bookcity Milano

Succinta galleria fotografica

Succinta rassegna stampa

Al Bookcity vi invitano…

Al Bookcity vi invitano anche…

Comunicato stampa conclusivo BookCity Milano 2016

 

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Professionisti DILA APS 20240328 – Il Dispari: Giuni Tuosto

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GIUNI TUOSTO | Storia dell’emancipazione femminile dal 1900 ai giorni nostri:
Lady Gaga e quel vestito più grande di lei… (seconda puntata)

Esiste una piccola donna, alta solo 1 metro e 55 centimetri, eppure così maestosa, grande, imperiosa.
Trasgressiva nei look, a volte scioccante, a volte languida, ma sempre originale.
È Stefani Angelina Germanotta, classe 1986, in arte Lady Gaga. [—]
Per mostrare al mondo che anche una donna forte e talentuosa, nell’auge della sua gloria musicale al ritiro di un importante premio canoro, può essere considerata da alcuni uomini nient’altro che un pezzo di carne.
È questo il messaggio che sceglie di lanciare sul palco degli MTV Music Awards nel 2010 tra lacrime di commozione e un abbraccio, disturbante, tra quel vestito di carne morbida sanguinolenta e sua madre, bionda, elegante, indifferente a quella carne viva scoperta.
Perché un figlio è sempre un figlio, anche quando è carne viva scoperta.
E perché troppe donne non sono che questo: carne viva scoperta, che può valere miliardi.
Il Meat Dress/abito di carne, per il suo messaggio politico, suscitò orrore, scandalo, disgusto e riso, ma entrò ufficialmente nella storia.
E questo è solo uno dei tanti vestiti usati da Gaga come veicolo simbolico di messaggi profondi.
Ancora più incisivo è stato l’abito da uomo, giacca e pantaloni oversize, di un grigio professionale, che Lady Gaga scelse di indossare all’evento “Women in Hollywood” il 15 ottobre 2018.
Una scelta mirata e triste, ben oltre il glamour e la moda.
Fu lo stilista Marc Jacobs a firmare quel completo maschile, con pantaloni a palazzo, e giacca da lavoro di due taglie di più.
Cosa vuol dire vestire abiti maschili più grandi del tuo corpo?
Vuol dire non essere a proprio agio con gli uomini di potere.
Lady Gaga vorrebbe lavorare con uomini importanti, influenti e potenti, che le calzino addosso come un abito perfetto.
Questa sarebbe la parità.
Invece lei con gli uomini di potere si sente piccola, sminuita, un piccolo oggettino che balla dentro quella giacca grigia, schiacciata da un outfit inadeguato.
Un cuore tormentato sotto un grande tailleur da uomo.
Segno questo di un’evidente disparità, ancora esistente nello show business, tra uomini e donne. Fu proprio un uomo di potere quello che la violentò, giovanissima e ambiziosa.
Di lui non rivela il nome perché “non si sente sicura, ne ha paura”.
Ma in quei pantaloni a palazzo firmati Marc Jacobs c’è un doppio senso, un riscatto: anche se la parità non è ancora stata raggiunta, sono io a portare i pantaloni!
Il potere mi appartiene, nonostante lo stupro.
Questa è Lady Gaga, una piccola donna, alta solo 1 metro e 55 centimetri, eppure così maestosa, grande, imperiosa.
Una donna a servizio del potere, mai schiava.
Regina del pop, col cuore tormentato dentro una giacca oversize, per una parità… ancora da conquistare.

Professionisti DILA APS 20240328 - Il Dispari: Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240321

Professionisti DILA APS 20240321 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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GIUNI TUOSTO | Storia dell’emancipazione femminile dal 1900 ai giorni nostri:

Lady Gaga e quel vestito più grande di lei… (prima puntata)

 Esiste una piccola donna, alta solo 1 metro e 55 centimetri, eppure così maestosa, grande, imperiosa.

Trasgressiva nei look, a volte scioccante, a volte languida, ma sempre originale.

È Stefani Angelina Germanotta, classe 1986, in arte Lady Gaga.

Vanta all’attivo un repertorio vastissimo di canzoni, vestiti, bizzarrie e premi, e infine (ma non per ordine di importanza) indomite origini italiane.

Madre veneta e padre siciliano, Lady Gaga è un mix esplosivo di gagliardo vigore italiano, trapiantato in America.

La sua italianità è eloquente: straborda dallo sguardo furbo e accattivante, dall’ironia sagace, dalla passionalità sicula, dalla capacità di reinventarsi.

Perché Lady Gaga è la protagonista oggi di questa rubrica?

Perché la sua è una scintillante storia di emancipazione femminile, fatta di glitter e sacrifici, talento e testardaggine.

Lady Gaga si è fatta da sé.

La sua scalata verso il successo parte da New York City, nelle vesti di una semplice studentessa italoamericana, bruna e sorridente, passando attraverso la diversità a scuola, i voti buoni, il bullismo, le notti folli nei night, canzoni improvvisate al pianoforte e finanche uno stupro.

A Lady Gaga è accaduto quello che succede ad ogni donna del pianeta: fin dalla nascita le è stato impedito di essere sé stessa.

La sua personalità per anni è stata soffocata, sepolta, rinnegata.

L’io esiliato, sacrificato sull’altare dell’omologazione moderna, come spesso accade.

Lady Gaga ha dovuto sopprimere le sue idee in famiglia, a scuola e infine nello show business, dove manager spietati in giacca e cravatta le dicevano “sei troppo bruttina per fare la popstar”.

Oppure “devi diventare bionda o non avrai successo”.

E lei cosa fa?

Finge di omologarsi agli standard mediatici, maschera un’accondiscendenza astuta, si tinge i capelli di biondo, imbroglia.

Dissimula una nuova identità, quella che vogliono tutti, quella che ben si adatta allo schermo, alla società e all’industria musicale, ma pian piano sbalordisce tutti: sfoggia un ventaglio di personalità diversificate e sfavillanti.

Sirena, dea, opera d’arte e finanche uomo.

Come un prestigiatore intelligente, buca lo schermo coi look più eccentrici e assurdi.

Usa la moda in modo sfrenato, si camuffa e al contempo si impone, senza che nessuno se ne accorga.

Eppure i suoi eccessi modaioli mai distolgono l’attenzione dalla potenza della sua voce, indiscusso cavallo di battaglia.

Usa i giornalisti, facendo parlare di sé e nel frattempo guadagna fama e successo.

Mi volete cambiare la faccia?

Io vi dimostro che ne ho mille.

La mia identità non vi piace?

Io l’affermo, recitando mille ruoli diversi, in mille abiti diversi, tra lustrini, paillettes, occhiali da sole e stivali di serpente.

Mi vestirò finanche di carne.

Carne vera.

Carne cruda.

Continua la prossima settimana

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Professionisti DILA APS 20240321 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Giuni Tuosto | Storia dell’emancipazione femminile dal 1900 ai giorni nostri

Seconda puntata: il NO che liberò le donne

La storia dell’emancipazione femminile si intreccia con la legislazione.
Perché la storia si fa attraverso buone leggi.
L’Italia ha conosciuto una vittoria giuridica ad opera di una giovane donna di soli 17 anni.

Siamo nella Sicilia degli anni Sessanta. Per la precisione, è il 2 gennaio 1966.

Il nuovo anno è appena iniziato ed è scoppiato uno scandalo nazionale, una vergogna pubblica: una ragazza di Alcamo (Sicilia occidentale) è stata rapita e stuprata, ha perso la verginità e deve andare in sposa al suo aguzzino, perché dopo questa esperienza nessuno la vorrà.
Lo dice la legge italiana, promulgata dal “Codice Rocco”.
L’articolo 544 del Codice Penale prevede il cosiddetto “matrimonio riparatore” per risolvere situazioni incresciose come queste.
Ma lei ha detto no, contro tutto e tutti.

Il suo nome è Franca Viola

ed è una ragazza qualunque.

Compie gli anni il 9 gennaio Franca, ma non ha fatto in tempo a festeggiare il suo compleanno che è già sulle pagine dei quotidiani nazionali.
Capelli neri lunghi e un viso ancora bambino.
Lo scandalo l’ha battuta sul tempo e lei resta fanciulla indifesa all’anagrafe, ma donna adulta nel cuore.
Eppure Franca non è una ribelle, non ha mai pensato di cambiare la legge o fare rumore; è schiva e semplice, ma ha una cosa che le altre donne della sua epoca non hanno: il rispetto di sé.
Il suo NO fa notizia, si impone sui giornali, scalfisce gli animi di uomini e donne, tormenta i suoi aguzzini, apre dibattiti giuridici.
Il suo no è forte e chiaro. No al matrimonio riparatore. No all’amore imposto.
“Io non sono proprietà di nessuno”, dice.

In quella Sicilia di fine anni ‘60, fatta di famiglie perbene e mezzadri, Franca Viola ebbe il sostegno di donne, uomini, genitori, sebbene i suoi rapitori continuassero a minacciare lei e la sua famiglia.
In un freddo giorno di gennaio prima del suo compleanno, Franca cambiò la storia delle donne: il processo a Trapani contro i suoi rapitori si concluse con una clamorosa condanna.
Il dissenso rivoluzionario di Franca colpì nel segno il “Codice Rocco”, svelando crepe giudiziarie e morali.
E le leggi cambiarono. Grazie a lei, il matrimonio riparatore e il delitto d’onore furono aboliti per sempre.

L’articolo 544 del Codice penale fu abrogato nel 1981, insieme all’art. 194 che legalizzava il delitto d’onore.

Un’altra vittoria giunse tardiva nel 1996 quando lo stupro, dapprima configurato come “reato contro la pubblica moralità e il buon costume” fu riconosciuto come “reato contro la persona”, penalmente perseguibile.
La storia di Franca Viola è una storia scritta col no, al tempo del sì.
Il “Si” è l’avverbio che in lingua italiana enuncia una risposta positiva.
Ma nessuno spiega alle donne quanto un SI possa essere pericoloso. Il SI è accondiscendenza cieca, accettazione pericolosa, volontà debole; è assenso sciocco.
Il si è sottomissione.
Permette, accoglie, imbraga.
Il si può uccidere.
Per un sì all’uomo sbagliato si può morire.
Il no invece respinge, disturba, assorda.
Il no apre la strada al dissenso, all’indignazione, alla libertà.
Grazie a quel no, le donne italiane furono liberate per sempre dall’infelicità eterna dei matrimoni senza amore.
La storia di Franca Viola ci insegna che a volte basta un no per salvarsi per sempre.

Il cambiamento si fa attraverso buone leggi, ma prima bussa alla porta del dissenso e vince con un fragoroso NO.
Giuni Tuosto

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Professionisti DILA APS 20240202 - Il Dispari: Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240202 – Il Dispari: Giuni Tuosto

Giuni Tuosto | Storia dell’emancipazione femminile

dalle Suffragette ai giorni nostri

Seconda puntata (prima puntata pubblicata l’11/01/ 2024)

Da Buckingham Palace al resto del mondo, grazie alle Suffragette, il voto cominciava ad essere riconosciuto come un diritto femminile, in Svizzera, Francia e Stati Uniti.

Una risonanza senza precedenti.

Bisognerebbe ricordare l’importanza del diritto di voto nelle scuole: non dimentichiamo che le prime femministe lo hanno ottenuto urlando a squarciagola nelle strade della Gran Bretagna e con…petardi e incendi.

Plauso speciale va a Paola Cortellesi che di recente ha ricordato, col suo film, l’importanza del referendum italiano del 1946: per Delia, la protagonista, non conta liberarsi di un marito violento, non conta scappare via di casa, non conta salvarsi dalla sottomissione.

Conta andare a votare. Per andare a votare Delia si mette il rossetto rosso, indossa la sua camicia più bella. E corre per le strade di Roma.

Corre come se ad attenderla ci fosse un amore segreto e inconfessabile.

Invece la sua è una corsa verso il seggio elettorale, vero strumento di emancipazione femminile. Un voto che diventa libertà. Per lei. E per tutte le donne che verranno dopo di lei.

Ma l’emancipazione femminile non passa solo attraverso le Suffragette o il voto elettorale di Delia.

L’emancipazione ha il volto di molte donne.

Ha il volto di Franca Viola, forte come un NO che spezza matrimoni e leggi sbagliate.

Ha il volto di Marilyn Monroe, da orfana a stella del cinema.

Ha il volto di Lady D, regina nel cuore di tutti e il diritto di essere fragili.

Ha il volto di Frida Kahlo, la libertà oltre gli stereotipi di genere.

Ha il volto di Rosa Parks, un’afroamericana e il suo diritto di tornare a casa in autobus da onesta lavoratrice americana.

Ha il volto di Oriana Fallaci, il coraggio di togliersi dalla faccia il velo nero davanti all’Ayatollah Khomeini.

Ha il volto di Mahsa Amini, ventidue anni e una sollevazione popolare in suo nome.

Ha il volto di Giulia Cecchettin, ultima vittima di violenza e miccia di un nuovo movimento mediatico.

Come un mosaico di dolore e bellezza, l’emancipazione femminile è fatta di volti e sudore. Ingurgita le donne di tutto il mondo in un ingranaggio diabolico di politica, solidarietà, scandali e titoli di giornali.

In questa rubrica racconteremo di tutte le donne che hanno titolato intere pagine di giornale, marchiate a fuoco tra penna e inchiostro.

Alcune fanno notizia perché vengono ammazzate, altre per aver avuto il coraggio di dire basta!

Racconteremo un secolo di conquiste, lotte, sangue e amore, ricordando chi ha cambiato il mondo, tra bombe, incendi, arte e cortei.

Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240202 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Professionisti DILA APS 20240111 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Storia dell’emancipazione femminile dalle Suffragette ai giorni nostri

Prima puntata: Come tutto è iniziato…

Se nasci donna, c’è un prezzo da pagare a questo mondo.

Dalla mela avvelenata di Eva all’acido muriatico sulle guance.

È il pedaggio necessario per uscire dall’anonimato ed entrare nella storia.

Nessuna donna è mai entrata nella storia in punta di piedi o coi tacchi rosa di Barbie.

Di solito le donne si conquistano un posto nel mondo tra urla, sofferenze, battaglie e resistenze. Talvolta, con la morte.

Come un soldato, che combatte in prima linea una guerra non sua, senza la protezione di un generale stellato, ogni donna avanza nel mondo nel sottofondo della guerriglia.

È così che è iniziata la lotta femminista, una lotta di donne per le donne, durata oltre un secolo e mai terminata.

Le femministe nascono in Inghilterra, nella Gran Bretagna del 1900, quando l’industrializzazione è avviata e la Prima Guerra Mondiale è alle porte.

Le Suffragette(nome dato dai giornali per schernire le prime contestatrici) erano attiviste, operaie, politiche, che volevano il voto.

Un voto a suffragio universale femminile.

Come soldati, le Suffragette hanno portato avanti la loro battaglia contro il governo inglese con volantini e polvere da sparo.

Erano pericolose.

Armate di ideali più forti delle loro bombe.

Utilizzavano slogan, petardi e dinamite.

Ma esiste una preistoria del femminismo: femministe insospettabili, ante-litteram, dimenticate, come Olympe De Gouges signora della Rivoluzione Francese, Mary Wollstonecraft, filosofa inglese, e Madame de Stael, intellettuale europeista.

Le antesignane delle Suffragette.

Volevano donne istruite, lavoratrici e stipendiate.

Scrissero saggi e opere, alla fine del 1800,per diffondere il verbo dell’uguaglianza tra Francia e Inghilterra.

Furono proprio le Suffragette a raccogliere la loro eredità intellettuale, ma capirono che il pensiero di Olympe de Gouges e di Mary Wollstonecraft non bastava a liberare le donne.

Ci voleva la forza.

Dovevano fare rumore per essere ascoltate.

Dovevano protestare davanti Buckingham Palace, pena l’arresto.

Ed avevano ragione: ci voleva un braccio armato per avere il voto.

Le Suffragette, nonostante gli arresti che subirono, le bombe che sparsero qua e là per l’Inghilterra e gli incatenamenti alle pubblicheringhiere, riuscirono ad ottenere il diritto di voto dal Parlamento Inglese nel 1918, ben 28 anni prima dell’Italia.

La prima ondata di quote rosa.

Ma fu una vittoria parziale, in quanto il voto fu concesso solo alle mogli dei capifamiglia con più di 30 anni.

Ci vollero altri dieci anni per estendere il voto a tutte le donne inglesi senza distinzioni di età o di genere.

Era il 1928.

 Giuni Tuosto

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240322 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (ultima puntata)

Liga Sarah: vorrei chiudere questa intervista che, tramite me, stai concedendo in esclusiva al quotidiano IL DISPARI Diretto da Gaetano Di Meglio per la pubblicazione nella pagina culturale la cui Redazione è stata affidata alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS chiedendoti tre cose: 1) come descrivi la tua Arte 2) quali sono i tuoi colori preferiti 3) come vuoi salutare i lettori del nostro giornale.

 Ajub: Traggo ispirazione dall’energia del Cosmo e della natura circostante, inesauribile ed eterna.

Utilizzo le opportunità del mondo digitale e ho sviluppato lo stile di pittura Ebru, che permette di praticare la pittura alle persone che hanno recentemente iniziato a dipingere, ai disabili, con vari tipi di tecniche intuitive di arte fluida.
C è tutto nel mondo digitale.
Claude Monet non era solo un pittore dell’impressionismo, ma ha attirato l’attenzione sul fatto che i colori influenzano il nostro stato psicologico e sono terapeutici.

Spiegava la luce e le sue regole.

Egli ha organizzato il suo giardino come una tavolozza di colori evitando i toni del nero.

Per lui i colori freddi danno l’illusione della stranezza, invece le foglie verde chiaro sono donatrici, e quelle verde scuro sono consumatrici di energia.
I colori verde, viola, dorato e lilla hanno un grande effetto terapeutico.
Il colore verde indica la presenza di diverse specie di clorofilla, indispensabili per la vita.
I miei colori preferiti sono l’oro, che guarisce il dolore dell’anima, così come tutte le sfumature di verde e bianco con il suo ottimismo.
Neanche a me piace il colore nero.

Sopprime e ci fa sentirci senza speranza.

Non ha radiazioni proprie.

Non sento la competizione nell’Arte.
L’ambiente digitale unifica e globalizza.

Il mondo digitale, come l’algebra e la geometria, è infallibile.

L’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’arte è molto stimolante.
In un ambiente virtuale in cui tutti i processi avvengono rapidamente è facile perdere l’individualità.
Non sappiamo più meditare.
Perdiamo fiducia nelle vibrazioni, nel potere, nella memoria, nell’eternità dell’arte, nelle parole che diciamo, nella musica intera e nei segni del destino.
Sì, c’è una polarizzazione, una pressione del mondo digitale e della nostra vita quotidiana.

La creatività aiuta a fondere la realtà digitale con la nostra realtà quotidiana.

Alla fine, voglio dedicare agli affezionati lettori di IL DXISPARI una canzone profondissima del bardo noto caucasico, nato a Mosca, Bulat Okudzhava, dedicata a tutti gli artisti che dice:

Se vuoi diventare un pittore, a dipingere non affrettarti.
Poni davanti a te diversi pennelli,
prendi la vernice bianca, perché questo è l’inizio,
poi prendi la vernice gialla, perché tutto sta maturando,
poi prendi la vernice grigia in modo che l’autunno schizzi nel cielo il plumbeo,
prendi la vernice nera,
perché ogni inizio ha la sua fine,
prendi la vernice viola
più generosamente, ridi e piangi.
E poi prendi la vernice blu in modo che voli la sera
un uccello proprio nel palmo tuo,
prendi la vernice rossa in modo che la fiamma svolazzi,
poi la vernice verde prendi
per gettare un ramoscello in un fuoco rosso.
Mescola tutti quei colori come le passioni nel tuo cuore
e poi mescola quei colori e il cuore tuo con il cielo, con la terra, e dopo…
L’importante è bruciare e, bruciandoti, non lamentarsi per questo.
Forse qualcuno all’inizio ti condannerà, ma più tardi non dimenticherà!

Liga Sarah: la canzone testimonia molto bene la personalità di Ajub e descrive bene sia la sua tavolozza di colori chiari nell’arte, sia il massimalismo del suo stile di vita.

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Professionisti DILA APS 20240322 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinsk

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Liga Sarah Lapinska intervista l'Artista universale Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah: Diventa sempre più interessante la tua disponibilità ad esprimere la concezione che hai del rapporto Arte/Artista anche nella prospettiva della commercializzazione dei prodotti che, lo sappiamo bene, incontrano molte difficoltà ad essere venduti, a meno che non ci si affidi alle organizzazioni mercantili (Editori, Galleristi ecc.) che, molto spesso, speculano piuttosto che promuovere.

Ed è anche per questo che ribadisco il ringraziamento da parte di tutta la Redazione culturale del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio per l’intervista che ci stai concedendo, in esclusiva, per la pubblicazione nella pagina della quale è stato concesso il privilegio della redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS.

E allora proseguo chiedendoti: cosa associ all’Arte digitale?

Ajub: Sono io che ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista perché, anche quando si ha, come me, la fortuna di essere considerati Artisti di tendenza (da parte certamente del pubblico e in maniera non saltuaria anche dalla critica) non è agevole trovare spazio giornalistico per esporre, nei dettagli, concetti e motivazioni.

Non lo è nella mia Patria, non lo è nella importante Nazione in cui vivo… ed è quindi molto gratificante poterlo fare in Italia, universalmente considerata una Culla dell’Arte.

La digitalizzazione significa la globalizzazione con i suoi vantaggi e svantaggi, contrasti ed uguaglianze.
Con un’aspirazione al futuro, futurismo e condizionalità.
La legge comune tridimensionale è soprattutto visibile nella grafica.
In essa pongo anche la calligrafia, che creo riscontrando particolare rispetto dagli intenditori dell’arte araba e persiana antica.
Vorrei dire che nell’arte degli ornamenti si possono distinguere diverse direzioni.

Cinese, con il drago come il simbolo principale.
Tipici simbolismi buddista sono il fiore di loto, la ruota del Dharma e due pesci. 

Come nel taoismo e nello shintoismo, viene sottolineata l’unità delle persone con la natura.
Ma il buddismo ha influenzato molto anche il simbolismo cinese con tutti i suoi attributi e il culto della natura.
Arabo e Persiano, ad esempio sui tappeti e nelle miniature, con la rappresentazione stilizzata di piante, fiori e talvolta uccelli, nonché vignette delle lettere dell’alfabeto arabo, calligrafia araba tipica.

Il simbolismo creato dalla Chiesa ortodossa ove di solito sono rappresentate la croce, i martiri con uso abbondante del colore oro come nelle icone bizantine e nei dipinti del Primo Risorgimento.
Il simbolismo americano ed europeo, più moderno, utilizza spesso immagini delle popolazioni indigene d’America, per esempio, l’occhio dello sciamano, la freccia, la farfalla, l’orso. 

Spesso i suoi simboli attuali sono uguali a quelli degli antichi Celti, Vichinghi, Greci e Romani.

L’alchimia è lo studio delle interazioni in natura, della trasformazione, della nostra capacità di cambiarci.. 

La grafica ci aiuta a percepire più facilmente il messaggio del Cosmo e della natura circostante.
Credo nella connessione delle persone con il Cosmo e le stelle. 

Credo che, quando siamo pieni di energia creativa e idee, possiamo creare capolavori immortali.

Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240315

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Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale
Ajub Ibragimov (parte seconda)

Liga Sarah: Iniziando questa seconda parte dell’intervista che, tramite me, hai gentilmente concesso in esclusiva alla testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio (per la pubblicazione nella pagina culturale della quale è stato concesso il privilegio di organizzare la redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS), ti chiedo cosa associ all’Arte italiana?
Ajub: Ovviamente, ma molto calorosamente, ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista e ti rispondo dicendo che l’Arte italiana l’associo con le canzoni di Sanremo, con la “Libertà” cantata da Al Bano e Romina Power, con le poesie realiste e romantiche di Antonio Fiore, Luciano Somma e Bruno Mancini, con l’arte di un disegno moderno basato sulla elettronica, con l’arte tessile, con la creatività nella cucina (e tu mi hai detto che a Ischia hanno delle vere eccellenze culinarie), con Federico Fellini e Adriano Celentano cantante e anche attore.
Li stimo, perché hanno saputo farsi strada con grandi meriti personali.
L’unico aspetto negativo nell’arte italiana è la mancanza di nuove direzioni.
Inoltre, gli italiani tendono ad avere l’arte e la musica nel sangue.
La Germania invece è la terra di ottimi ingegneri, mentre gli USA sono la terra delle nuove tecnologie.

Liga Sarah: Cosa pensi della città in cui vivi, Norimberga?
Ajub: Il 21 maggio 1471 in questa città nacque il pittore e grafico espressivo Albrecht Dürer.
Si dice che abbia dipinto una pala d’altare per la chiesa di San Pietro a Riga.
Era anche entusiasta dell’Italia.
Norimberga ha molti musei e vi hanno luogo, regolarmente, mostre d’arte con la partecipazione mia e di miei colleghi.
Tanti di loro sono autodidatti.
È una città cosmopolita con molti emigranti, anche italiani che qui possiedono pizzerie e caffè.

Liga Sarah: Cosa rappresentano la ceramica e la grafica nella tua vita?
Ajub: Da bambino volevo diventare un ceramista.
Andavo male a scuola perché ero un fantasista retrogrado.
Ora creo composizioni ceramiche digitali, principalmente orientali.
Realizzo anche le installazioni e gli affreschi digitali in cui gioco con le prospettive e il senso della presenza, abiti digitali con i frammenti dei miei dipinti, così come le finiture di automobili digitali.
Sono diventato sia pittore che grafico.
Mi rivolgo sempre più all’arte digitale che mi aiuta a incarnare, a fissare le mie fantasie e i miei sogni più velocemente rispetto alla pittura con colori acrilici, ad olio, con acquerelli o addirittura in tecnica Ebru.
La digitalizzazione sviluppa la grafica e la rende perfetta, ma in un mondo completamente digitalizzato sarebbe più difficile “sfondare” per gli autodidatti privi di programmi internet specializzati.
Gli animatori giapponesi, per esempio Hayao Miyazaki, continuano a conquistare il mondo con le loro animazioni digitali nello stile “anime” .

Continua la prossima settimana

Professionisti DILA APS 20240308 - Il Dispari: Liga Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240301 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240301

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Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

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Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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GIUNI TUOSTO | Storia dell’emancipazione femminile dal 1900 ai giorni nostri:

Lady Gaga e quel vestito più grande di lei… (prima puntata)

 Esiste una piccola donna, alta solo 1 metro e 55 centimetri, eppure così maestosa, grande, imperiosa.

Trasgressiva nei look, a volte scioccante, a volte languida, ma sempre originale.

È Stefani Angelina Germanotta, classe 1986, in arte Lady Gaga.

Vanta all’attivo un repertorio vastissimo di canzoni, vestiti, bizzarrie e premi, e infine (ma non per ordine di importanza) indomite origini italiane.

Madre veneta e padre siciliano, Lady Gaga è un mix esplosivo di gagliardo vigore italiano, trapiantato in America.

La sua italianità è eloquente: straborda dallo sguardo furbo e accattivante, dall’ironia sagace, dalla passionalità sicula, dalla capacità di reinventarsi.

Perché Lady Gaga è la protagonista oggi di questa rubrica?

Perché la sua è una scintillante storia di emancipazione femminile, fatta di glitter e sacrifici, talento e testardaggine.

Lady Gaga si è fatta da sé.

La sua scalata verso il successo parte da New York City, nelle vesti di una semplice studentessa italoamericana, bruna e sorridente, passando attraverso la diversità a scuola, i voti buoni, il bullismo, le notti folli nei night, canzoni improvvisate al pianoforte e finanche uno stupro.

A Lady Gaga è accaduto quello che succede ad ogni donna del pianeta: fin dalla nascita le è stato impedito di essere sé stessa.

La sua personalità per anni è stata soffocata, sepolta, rinnegata.

L’io esiliato, sacrificato sull’altare dell’omologazione moderna, come spesso accade.

Lady Gaga ha dovuto sopprimere le sue idee in famiglia, a scuola e infine nello show business, dove manager spietati in giacca e cravatta le dicevano “sei troppo bruttina per fare la popstar”.

Oppure “devi diventare bionda o non avrai successo”.

E lei cosa fa?

Finge di omologarsi agli standard mediatici, maschera un’accondiscendenza astuta, si tinge i capelli di biondo, imbroglia.

Dissimula una nuova identità, quella che vogliono tutti, quella che ben si adatta allo schermo, alla società e all’industria musicale, ma pian piano sbalordisce tutti: sfoggia un ventaglio di personalità diversificate e sfavillanti.

Sirena, dea, opera d’arte e finanche uomo.

Come un prestigiatore intelligente, buca lo schermo coi look più eccentrici e assurdi.

Usa la moda in modo sfrenato, si camuffa e al contempo si impone, senza che nessuno se ne accorga.

Eppure i suoi eccessi modaioli mai distolgono l’attenzione dalla potenza della sua voce, indiscusso cavallo di battaglia.

Usa i giornalisti, facendo parlare di sé e nel frattempo guadagna fama e successo.

Mi volete cambiare la faccia?

Io vi dimostro che ne ho mille.

La mia identità non vi piace?

Io l’affermo, recitando mille ruoli diversi, in mille abiti diversi, tra lustrini, paillettes, occhiali da sole e stivali di serpente.

Mi vestirò finanche di carne.

Carne vera.

Carne cruda.

Continua la prossima settimana

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Giuni Tuosto | Storia dell’emancipazione femminile dal 1900 ai giorni nostri

Seconda puntata: il NO che liberò le donne

La storia dell’emancipazione femminile si intreccia con la legislazione.
Perché la storia si fa attraverso buone leggi.
L’Italia ha conosciuto una vittoria giuridica ad opera di una giovane donna di soli 17 anni.

Siamo nella Sicilia degli anni Sessanta. Per la precisione, è il 2 gennaio 1966.

Il nuovo anno è appena iniziato ed è scoppiato uno scandalo nazionale, una vergogna pubblica: una ragazza di Alcamo (Sicilia occidentale) è stata rapita e stuprata, ha perso la verginità e deve andare in sposa al suo aguzzino, perché dopo questa esperienza nessuno la vorrà.
Lo dice la legge italiana, promulgata dal “Codice Rocco”.
L’articolo 544 del Codice Penale prevede il cosiddetto “matrimonio riparatore” per risolvere situazioni incresciose come queste.
Ma lei ha detto no, contro tutto e tutti.

Il suo nome è Franca Viola

ed è una ragazza qualunque.

Compie gli anni il 9 gennaio Franca, ma non ha fatto in tempo a festeggiare il suo compleanno che è già sulle pagine dei quotidiani nazionali.
Capelli neri lunghi e un viso ancora bambino.
Lo scandalo l’ha battuta sul tempo e lei resta fanciulla indifesa all’anagrafe, ma donna adulta nel cuore.
Eppure Franca non è una ribelle, non ha mai pensato di cambiare la legge o fare rumore; è schiva e semplice, ma ha una cosa che le altre donne della sua epoca non hanno: il rispetto di sé.
Il suo NO fa notizia, si impone sui giornali, scalfisce gli animi di uomini e donne, tormenta i suoi aguzzini, apre dibattiti giuridici.
Il suo no è forte e chiaro. No al matrimonio riparatore. No all’amore imposto.
“Io non sono proprietà di nessuno”, dice.

In quella Sicilia di fine anni ‘60, fatta di famiglie perbene e mezzadri, Franca Viola ebbe il sostegno di donne, uomini, genitori, sebbene i suoi rapitori continuassero a minacciare lei e la sua famiglia.
In un freddo giorno di gennaio prima del suo compleanno, Franca cambiò la storia delle donne: il processo a Trapani contro i suoi rapitori si concluse con una clamorosa condanna.
Il dissenso rivoluzionario di Franca colpì nel segno il “Codice Rocco”, svelando crepe giudiziarie e morali.
E le leggi cambiarono. Grazie a lei, il matrimonio riparatore e il delitto d’onore furono aboliti per sempre.

L’articolo 544 del Codice penale fu abrogato nel 1981, insieme all’art. 194 che legalizzava il delitto d’onore.

Un’altra vittoria giunse tardiva nel 1996 quando lo stupro, dapprima configurato come “reato contro la pubblica moralità e il buon costume” fu riconosciuto come “reato contro la persona”, penalmente perseguibile.
La storia di Franca Viola è una storia scritta col no, al tempo del sì.
Il “Si” è l’avverbio che in lingua italiana enuncia una risposta positiva.
Ma nessuno spiega alle donne quanto un SI possa essere pericoloso. Il SI è accondiscendenza cieca, accettazione pericolosa, volontà debole; è assenso sciocco.
Il si è sottomissione.
Permette, accoglie, imbraga.
Il si può uccidere.
Per un sì all’uomo sbagliato si può morire.
Il no invece respinge, disturba, assorda.
Il no apre la strada al dissenso, all’indignazione, alla libertà.
Grazie a quel no, le donne italiane furono liberate per sempre dall’infelicità eterna dei matrimoni senza amore.
La storia di Franca Viola ci insegna che a volte basta un no per salvarsi per sempre.

Il cambiamento si fa attraverso buone leggi, ma prima bussa alla porta del dissenso e vince con un fragoroso NO.
Giuni Tuosto

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Giuni Tuosto | Storia dell’emancipazione femminile

dalle Suffragette ai giorni nostri

Seconda puntata (prima puntata pubblicata l’11/01/ 2024)

Da Buckingham Palace al resto del mondo, grazie alle Suffragette, il voto cominciava ad essere riconosciuto come un diritto femminile, in Svizzera, Francia e Stati Uniti.

Una risonanza senza precedenti.

Bisognerebbe ricordare l’importanza del diritto di voto nelle scuole: non dimentichiamo che le prime femministe lo hanno ottenuto urlando a squarciagola nelle strade della Gran Bretagna e con…petardi e incendi.

Plauso speciale va a Paola Cortellesi che di recente ha ricordato, col suo film, l’importanza del referendum italiano del 1946: per Delia, la protagonista, non conta liberarsi di un marito violento, non conta scappare via di casa, non conta salvarsi dalla sottomissione.

Conta andare a votare. Per andare a votare Delia si mette il rossetto rosso, indossa la sua camicia più bella. E corre per le strade di Roma.

Corre come se ad attenderla ci fosse un amore segreto e inconfessabile.

Invece la sua è una corsa verso il seggio elettorale, vero strumento di emancipazione femminile. Un voto che diventa libertà. Per lei. E per tutte le donne che verranno dopo di lei.

Ma l’emancipazione femminile non passa solo attraverso le Suffragette o il voto elettorale di Delia.

L’emancipazione ha il volto di molte donne.

Ha il volto di Franca Viola, forte come un NO che spezza matrimoni e leggi sbagliate.

Ha il volto di Marilyn Monroe, da orfana a stella del cinema.

Ha il volto di Lady D, regina nel cuore di tutti e il diritto di essere fragili.

Ha il volto di Frida Kahlo, la libertà oltre gli stereotipi di genere.

Ha il volto di Rosa Parks, un’afroamericana e il suo diritto di tornare a casa in autobus da onesta lavoratrice americana.

Ha il volto di Oriana Fallaci, il coraggio di togliersi dalla faccia il velo nero davanti all’Ayatollah Khomeini.

Ha il volto di Mahsa Amini, ventidue anni e una sollevazione popolare in suo nome.

Ha il volto di Giulia Cecchettin, ultima vittima di violenza e miccia di un nuovo movimento mediatico.

Come un mosaico di dolore e bellezza, l’emancipazione femminile è fatta di volti e sudore. Ingurgita le donne di tutto il mondo in un ingranaggio diabolico di politica, solidarietà, scandali e titoli di giornali.

In questa rubrica racconteremo di tutte le donne che hanno titolato intere pagine di giornale, marchiate a fuoco tra penna e inchiostro.

Alcune fanno notizia perché vengono ammazzate, altre per aver avuto il coraggio di dire basta!

Racconteremo un secolo di conquiste, lotte, sangue e amore, ricordando chi ha cambiato il mondo, tra bombe, incendi, arte e cortei.

Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240202 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Professionisti DILA APS 20240111 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Storia dell’emancipazione femminile dalle Suffragette ai giorni nostri

Prima puntata: Come tutto è iniziato…

Se nasci donna, c’è un prezzo da pagare a questo mondo.

Dalla mela avvelenata di Eva all’acido muriatico sulle guance.

È il pedaggio necessario per uscire dall’anonimato ed entrare nella storia.

Nessuna donna è mai entrata nella storia in punta di piedi o coi tacchi rosa di Barbie.

Di solito le donne si conquistano un posto nel mondo tra urla, sofferenze, battaglie e resistenze. Talvolta, con la morte.

Come un soldato, che combatte in prima linea una guerra non sua, senza la protezione di un generale stellato, ogni donna avanza nel mondo nel sottofondo della guerriglia.

È così che è iniziata la lotta femminista, una lotta di donne per le donne, durata oltre un secolo e mai terminata.

Le femministe nascono in Inghilterra, nella Gran Bretagna del 1900, quando l’industrializzazione è avviata e la Prima Guerra Mondiale è alle porte.

Le Suffragette(nome dato dai giornali per schernire le prime contestatrici) erano attiviste, operaie, politiche, che volevano il voto.

Un voto a suffragio universale femminile.

Come soldati, le Suffragette hanno portato avanti la loro battaglia contro il governo inglese con volantini e polvere da sparo.

Erano pericolose.

Armate di ideali più forti delle loro bombe.

Utilizzavano slogan, petardi e dinamite.

Ma esiste una preistoria del femminismo: femministe insospettabili, ante-litteram, dimenticate, come Olympe De Gouges signora della Rivoluzione Francese, Mary Wollstonecraft, filosofa inglese, e Madame de Stael, intellettuale europeista.

Le antesignane delle Suffragette.

Volevano donne istruite, lavoratrici e stipendiate.

Scrissero saggi e opere, alla fine del 1800,per diffondere il verbo dell’uguaglianza tra Francia e Inghilterra.

Furono proprio le Suffragette a raccogliere la loro eredità intellettuale, ma capirono che il pensiero di Olympe de Gouges e di Mary Wollstonecraft non bastava a liberare le donne.

Ci voleva la forza.

Dovevano fare rumore per essere ascoltate.

Dovevano protestare davanti Buckingham Palace, pena l’arresto.

Ed avevano ragione: ci voleva un braccio armato per avere il voto.

Le Suffragette, nonostante gli arresti che subirono, le bombe che sparsero qua e là per l’Inghilterra e gli incatenamenti alle pubblicheringhiere, riuscirono ad ottenere il diritto di voto dal Parlamento Inglese nel 1918, ben 28 anni prima dell’Italia.

La prima ondata di quote rosa.

Ma fu una vittoria parziale, in quanto il voto fu concesso solo alle mogli dei capifamiglia con più di 30 anni.

Ci vollero altri dieci anni per estendere il voto a tutte le donne inglesi senza distinzioni di età o di genere.

Era il 1928.

 Giuni Tuosto

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240315 – Il Dispari: Liga Lapinska

Professionisti DILA APS 20240315 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista l'Artista universale Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale

Ajub Ibragimov (terza puntata)

Liga Sarah: Diventa sempre più interessante la tua disponibilità ad esprimere la concezione che hai del rapporto Arte/Artista anche nella prospettiva della commercializzazione dei prodotti che, lo sappiamo bene, incontrano molte difficoltà ad essere venduti, a meno che non ci si affidi alle organizzazioni mercantili (Editori, Galleristi ecc.) che, molto spesso, speculano piuttosto che promuovere.

Ed è anche per questo che ribadisco il ringraziamento da parte di tutta la Redazione culturale del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio per l’intervista che ci stai concedendo, in esclusiva, per la pubblicazione nella pagina della quale è stato concesso il privilegio della redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS.

E allora proseguo chiedendoti: cosa associ all’Arte digitale?

Ajub: Sono io che ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista perché, anche quando si ha, come me, la fortuna di essere considerati Artisti di tendenza (da parte certamente del pubblico e in maniera non saltuaria anche dalla critica) non è agevole trovare spazio giornalistico per esporre, nei dettagli, concetti e motivazioni.

Non lo è nella mia Patria, non lo è nella importante Nazione in cui vivo… ed è quindi molto gratificante poterlo fare in Italia, universalmente considerata una Culla dell’Arte.

La digitalizzazione significa la globalizzazione con i suoi vantaggi e svantaggi, contrasti ed uguaglianze.
Con un’aspirazione al futuro, futurismo e condizionalità.
La legge comune tridimensionale è soprattutto visibile nella grafica.
In essa pongo anche la calligrafia, che creo riscontrando particolare rispetto dagli intenditori dell’arte araba e persiana antica.
Vorrei dire che nell’arte degli ornamenti si possono distinguere diverse direzioni.

Cinese, con il drago come il simbolo principale.
Tipici simbolismi buddista sono il fiore di loto, la ruota del Dharma e due pesci. 

Come nel taoismo e nello shintoismo, viene sottolineata l’unità delle persone con la natura.
Ma il buddismo ha influenzato molto anche il simbolismo cinese con tutti i suoi attributi e il culto della natura.
Arabo e Persiano, ad esempio sui tappeti e nelle miniature, con la rappresentazione stilizzata di piante, fiori e talvolta uccelli, nonché vignette delle lettere dell’alfabeto arabo, calligrafia araba tipica.

Il simbolismo creato dalla Chiesa ortodossa ove di solito sono rappresentate la croce, i martiri con uso abbondante del colore oro come nelle icone bizantine e nei dipinti del Primo Risorgimento.
Il simbolismo americano ed europeo, più moderno, utilizza spesso immagini delle popolazioni indigene d’America, per esempio, l’occhio dello sciamano, la freccia, la farfalla, l’orso. 

Spesso i suoi simboli attuali sono uguali a quelli degli antichi Celti, Vichinghi, Greci e Romani.

L’alchimia è lo studio delle interazioni in natura, della trasformazione, della nostra capacità di cambiarci.. 

La grafica ci aiuta a percepire più facilmente il messaggio del Cosmo e della natura circostante.
Credo nella connessione delle persone con il Cosmo e le stelle. 

Credo che, quando siamo pieni di energia creativa e idee, possiamo creare capolavori immortali.

Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240315

Professionisti DILA APS 20240308

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Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale
Ajub Ibragimov (parte seconda)

Liga Sarah: Iniziando questa seconda parte dell’intervista che, tramite me, hai gentilmente concesso in esclusiva alla testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio (per la pubblicazione nella pagina culturale della quale è stato concesso il privilegio di organizzare la redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS), ti chiedo cosa associ all’Arte italiana?
Ajub: Ovviamente, ma molto calorosamente, ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista e ti rispondo dicendo che l’Arte italiana l’associo con le canzoni di Sanremo, con la “Libertà” cantata da Al Bano e Romina Power, con le poesie realiste e romantiche di Antonio Fiore, Luciano Somma e Bruno Mancini, con l’arte di un disegno moderno basato sulla elettronica, con l’arte tessile, con la creatività nella cucina (e tu mi hai detto che a Ischia hanno delle vere eccellenze culinarie), con Federico Fellini e Adriano Celentano cantante e anche attore.
Li stimo, perché hanno saputo farsi strada con grandi meriti personali.
L’unico aspetto negativo nell’arte italiana è la mancanza di nuove direzioni.
Inoltre, gli italiani tendono ad avere l’arte e la musica nel sangue.
La Germania invece è la terra di ottimi ingegneri, mentre gli USA sono la terra delle nuove tecnologie.

Liga Sarah: Cosa pensi della città in cui vivi, Norimberga?
Ajub: Il 21 maggio 1471 in questa città nacque il pittore e grafico espressivo Albrecht Dürer.
Si dice che abbia dipinto una pala d’altare per la chiesa di San Pietro a Riga.
Era anche entusiasta dell’Italia.
Norimberga ha molti musei e vi hanno luogo, regolarmente, mostre d’arte con la partecipazione mia e di miei colleghi.
Tanti di loro sono autodidatti.
È una città cosmopolita con molti emigranti, anche italiani che qui possiedono pizzerie e caffè.

Liga Sarah: Cosa rappresentano la ceramica e la grafica nella tua vita?
Ajub: Da bambino volevo diventare un ceramista.
Andavo male a scuola perché ero un fantasista retrogrado.
Ora creo composizioni ceramiche digitali, principalmente orientali.
Realizzo anche le installazioni e gli affreschi digitali in cui gioco con le prospettive e il senso della presenza, abiti digitali con i frammenti dei miei dipinti, così come le finiture di automobili digitali.
Sono diventato sia pittore che grafico.
Mi rivolgo sempre più all’arte digitale che mi aiuta a incarnare, a fissare le mie fantasie e i miei sogni più velocemente rispetto alla pittura con colori acrilici, ad olio, con acquerelli o addirittura in tecnica Ebru.
La digitalizzazione sviluppa la grafica e la rende perfetta, ma in un mondo completamente digitalizzato sarebbe più difficile “sfondare” per gli autodidatti privi di programmi internet specializzati.
Gli animatori giapponesi, per esempio Hayao Miyazaki, continuano a conquistare il mondo con le loro animazioni digitali nello stile “anime” .

Continua la prossima settimana

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Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

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Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

terza puntata

Concludiamo con questo articolo la breve numericamente, ma intensa panoramica delle radio ad Ischia.

Intendiamoci non escludo che magari negli altri 5 comuni ci fosse qualche altra emittente ma io non ne sono mai venuto a conoscenza.

Certo non  potevo nel mio lunghissimo soggiorno conoscere tutto di tutto, la mia memoria si sofferma soprattutto su alcuni episodi che colpirono nell’estate del 1973 come il colera che mi tenne circa due mesi e mezzo lontano da Napoli ed il terremoto del 1980, entrambi superati con grande forza di volontà dalla popolazione tutta.

Ma torniamo all’altra emittente: RADIO ISOLA VERDE gestita  da Cesare, che di lavoro era un pompiere ma un grande appassionato di poesie e canzoni.

Una sera fummo ospiti di Radio Isola Verde, io ed il poeta Giuseppe Santagata, per presentare il libro di poesie di quest’ultimo dal titolo SINCERAMENTE, con la mia prefazione.

Nel corso della trasmissione il proprietario Cesare ci offrì 2 bottiglie di vino bianco che bevemmo con gusto ma dettero un effetto inedito.

Dopo qualche ora eravamo entrambi brilli e facemmo diverse battute.

Al mattino seguente diversi amici di spiaggia, che avevano ascoltato fino a tardi, ci fecero notare ridendo alcuni passaggi.

Peccato che non si registrò!

Molto accoglienti i conduttori che avrebbero voluto facessimo almeno un bis ma la cosa non fu possibile perché nel 1983 terminò la mia presenza sull’isola.

Un volta a Napoli continuai fino al 1995 a collaborare ancora con molte radio e TV della Campania. Avrei voluto continuare ancora ma avendo acquistato un villino a Roccamonfina (Caserta) il tempo libero ed il fine settimana preferii trascorrerlo con alcuni parenti in una zona dove la castagna era la regina e la faceva da padrona e dunque dal mare ai monti, avevo casa a 650 metri sul livello del mare, dove l’aria era un po’ umida ma d’estate si stava benissimo.

I bagni li facevamo a 40 minuti d’auto a Mondragone, così diverso dall’azzurro mare Ischitano, perché, causa il fondale, era di colore marrone, ma non c’erano alternative…

Dopo il 1999, anno di vendita della mia villa, le mete estive furono Palinuro, parte della Calabria, poi le Puglie con Torre Canne (Brindisi) ed il Gargano e successivamente dal 2013 fino al 2019 a Minturno (Latina).

In molti villaggi turistici scrissi molte sigle per animazioni, intervenni in qualche spettacolino teatrale e le radio divennero solo un ricordo.

Dal 2000 però, anno del mio pensionamento, ho collaborato da casa attraverso il PC con moltissime emittenti, decine le intervista, addirittura una trasmissione nel 2005 in TV a RAI2 dal titolo NON E’ MAI TROPPO TARDI girata tra le mura di casa con una troupe televisiva.

Ad Ischia vi sono tornato un giorno del 1999 con mio figlio Sergio che venne a visitare alcuni suoi clienti essendo rappresentante di materiale edilizio e nel Novembre del 2000 per qualche giorno con una cugina di mia moglie col marito.

Ma non ci fu il tempo di visitare le Radio, l’unico posto amico fu COCO’ GELO ad Ischia Ponte dove il compianto Salvatore ci accolse con molto affetto e dove, come sempre si mangiò alla grande.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240314

Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240307

Professionisti DILA APS 20240307 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

seconda puntata

Tra le tante iniziative RADIO  ISCHIA indisse anche dei concorsi tra gli ascoltatori in merito a vari indovinelli, premi interessanti ai classificati come enciclopedie, prodotti locali, libri di varia lettura.

Un anno vi fu un concorso di poesia ideato ed organizzato dall’emittente che vide tra i partecipanti i più qualificati nomi della poetica napoletana, testi inediti ed anonimi, ebbi l’incarico di essere in giudizio e sapendo che molti amici avrebbero partecipato fui molto contento di non riconoscere nella lettura degli elaborati chi fosse l’autore.

La cerimonia di premiazione avvenne all’Hotel Jolly in presenza delle autorità, primo fra tutti il Sindaco Vincenzo Romolo, e poi lo scrittore Salvatore Di  Costanzo, il pittore Mario Mazzella, il parroco di Ischia Ponte Don Pasquale Polito.

L’eco dell’evento giunse fino al continente, alcuni giornali napoletani narrarono la cronaca della manifestazione, arricchendola di particolari, coi nomi dei 5 primi poeti classificati che costituivano l’elite degli scrittori napoletani.

Alcuni, negli anni successivi, furono graditi ospiti in vari programmi, accolti affettuosamente anche da mamma Agata che compartecipava dialogando, prima dei programmi, affabilmente coi protagonisti di quelle manifestazioni ischitane indimenticabili per chi le ha vissute in prima persona.

Come il sottoscritto il quale però dal 1983 disdettò la casa ad Ischia per altra destinazione, dopo ben 20 anni di soggiorno in vari periodi dell’anno e non solo in quello estivo…

Stare ad Ischia dal 1963 al 1983 è stata un’esperienza, in chi scrive, di grande caratura, a prescindere dalla allora giovane età, vissuta intensamente tanto da sentirmi legato a quei giorni come i più belli e spensierati della mia vita.

Anche i miei due figli sono cresciuti per buona parte sull’isola, se escludiamo il periodo scolastico, ed io ho fatto centinaia di volte il pendolare vuoi col vaporetto preso a Pozzuoli vuoi ancora più spesso con l’aliscafo.

Una traversata breve che però ogni volta mi faceva godere d’un panorama unico al mondo per la sua bellezza ed originalità.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240307

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Vincenzo Romolo

Professionisti DILA APS 20240307 - Il Dispari Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240229 – Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

Professionisti DILA APS 20240229

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Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

prima puntata

Nella metà degli anni 70 collaboravo con molte emittenti libere Campane conducendo programmi di poesie intervallati da telefonate in diretta e canzoni.

Alcune erano molto seguite tenendo conto della novità, specie nei programmi notturni.

Ad Ischia nacquero RADIO ISOLA VERDE e RADIO ISCHIA e nel 1976 iniziavo ad essere, particolarmente nel periodo estivo, spesso ospite nella trasmissione notturna: “DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE“ condotta da Beppi Banfi coadiuvato più volte dalla sorella Patrizia, con telefonate in diretta, una sfilza di ospiti: poeti, cantanti, personaggi dello spettacolo.

In quell’anno il mio nome diventò molto popolare avendo io vinto il primo premio con la poesia DIMANE al prestigioso PREMIO NICOLARDI con un assegno di 250.000 lire e la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica.

Nello stesso anno uscì il libro dal titolo omonimo DIMANE in due edizioni numerate di 1200 copie, una nel 1977 e l’altra nel 1978 della EDIZIONE DEGLI ARTISTI di Ciro Riemma di Napoli.

Alcune volte la trasmissione finiva intorno alle 4 del mattino, sottraendomi diverse ore di sonno anche perché amavo pescare e dunque fino alle 8 del mattino mi dedicavo a questa mia ulteriore passione dormendo fino a mezzogiorno e recuperando qualche altra ora nel pomeriggio.

Ma il boom l’emittente lo ebbe quando per irregolarità, furono chiuse quasi tutte le radio libere ad eccezione di RADIO ISCHIA, appunto, e RADIO ANTENNA CAPRI a Napoli.

Gli ascoltatori furono veramente tantissimi, considerando che l’emittente si ascoltava in tutta la zona flegrea, a Napoli, fino ad arrivare alle porte di Formia nel Lazio.

Dopo qualche estate mi affiancava come ospite il poeta PERPPE SANTAGATA e qualche volta interveniva il compianto RENATO FATTORE che aveva la voce molto simile al grandissimo TOTO’.

Quante nottate, sorseggiando un ottimo caffè, dialogavamo al telefono con i vari ascoltatori, non solo ischitani, i quali leggevano poesie, raccontavano aneddoti, spaccati della loro vita e le ore volavano, l’orologio c’indicava che era ora di finire la trasmissione.

Ischia non era soltanto l’Isola incantata dell’amore ma anche fonte di cultura ed amicizia grazie a queste splendide e innovative iniziative.

Professionisti DILA APS 20240229 - Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

Luciano Somma

Luciano Somma

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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Professionisti DILA APS 20240308 – Il Dispari: Liga Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale
Ajub Ibragimov (parte seconda)

Liga Sarah: Iniziando questa seconda parte dell’intervista che, tramite me, hai gentilmente concesso in esclusiva alla testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio (per la pubblicazione nella pagina culturale della quale è stato concesso il privilegio di organizzare la redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS), ti chiedo cosa associ all’Arte italiana?
Ajub: Ovviamente, ma molto calorosamente, ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista e ti rispondo dicendo che l’Arte italiana l’associo con le canzoni di Sanremo, con la “Libertà” cantata da Al Bano e Romina Power, con le poesie realiste e romantiche di Antonio Fiore, Luciano Somma e Bruno Mancini, con l’arte di un disegno moderno basato sulla elettronica, con l’arte tessile, con la creatività nella cucina (e tu mi hai detto che a Ischia hanno delle vere eccellenze culinarie), con Federico Fellini e Adriano Celentano cantante e anche attore.
Li stimo, perché hanno saputo farsi strada con grandi meriti personali.
L’unico aspetto negativo nell’arte italiana è la mancanza di nuove direzioni.
Inoltre, gli italiani tendono ad avere l’arte e la musica nel sangue.
La Germania invece è la terra di ottimi ingegneri, mentre gli USA sono la terra delle nuove tecnologie.

Liga Sarah: Cosa pensi della città in cui vivi, Norimberga?
Ajub: Il 21 maggio 1471 in questa città nacque il pittore e grafico espressivo Albrecht Dürer.
Si dice che abbia dipinto una pala d’altare per la chiesa di San Pietro a Riga.
Era anche entusiasta dell’Italia.
Norimberga ha molti musei e vi hanno luogo, regolarmente, mostre d’arte con la partecipazione mia e di miei colleghi.
Tanti di loro sono autodidatti.
È una città cosmopolita con molti emigranti, anche italiani che qui possiedono pizzerie e caffè.

Liga Sarah: Cosa rappresentano la ceramica e la grafica nella tua vita?
Ajub: Da bambino volevo diventare un ceramista.
Andavo male a scuola perché ero un fantasista retrogrado.
Ora creo composizioni ceramiche digitali, principalmente orientali.
Realizzo anche le installazioni e gli affreschi digitali in cui gioco con le prospettive e il senso della presenza, abiti digitali con i frammenti dei miei dipinti, così come le finiture di automobili digitali.
Sono diventato sia pittore che grafico.
Mi rivolgo sempre più all’arte digitale che mi aiuta a incarnare, a fissare le mie fantasie e i miei sogni più velocemente rispetto alla pittura con colori acrilici, ad olio, con acquerelli o addirittura in tecnica Ebru.
La digitalizzazione sviluppa la grafica e la rende perfetta, ma in un mondo completamente digitalizzato sarebbe più difficile “sfondare” per gli autodidatti privi di programmi internet specializzati.
Gli animatori giapponesi, per esempio Hayao Miyazaki, continuano a conquistare il mondo con le loro animazioni digitali nello stile “anime” .

Continua la prossima settimana

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Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

Professionisti DILA APS 20240301 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240308 - Il Dispari: Liga Lapinska

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240307 – Il Dispari Luciano Somma

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Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

seconda puntata

Tra le tante iniziative RADIO  ISCHIA indisse anche dei concorsi tra gli ascoltatori in merito a vari indovinelli, premi interessanti ai classificati come enciclopedie, prodotti locali, libri di varia lettura.

Un anno vi fu un concorso di poesia ideato ed organizzato dall’emittente che vide tra i partecipanti i più qualificati nomi della poetica napoletana, testi inediti ed anonimi, ebbi l’incarico di essere in giudizio e sapendo che molti amici avrebbero partecipato fui molto contento di non riconoscere nella lettura degli elaborati chi fosse l’autore.

La cerimonia di premiazione avvenne all’Hotel Jolly in presenza delle autorità, primo fra tutti il Sindaco Vincenzo Romolo, e poi lo scrittore Salvatore Di  Costanzo, il pittore Mario Mazzella, il parroco di Ischia Ponte Don Pasquale Polito.

L’eco dell’evento giunse fino al continente, alcuni giornali napoletani narrarono la cronaca della manifestazione, arricchendola di particolari, coi nomi dei 5 primi poeti classificati che costituivano l’elite degli scrittori napoletani.

Alcuni, negli anni successivi, furono graditi ospiti in vari programmi, accolti affettuosamente anche da mamma Agata che compartecipava dialogando, prima dei programmi, affabilmente coi protagonisti di quelle manifestazioni ischitane indimenticabili per chi le ha vissute in prima persona.

Come il sottoscritto il quale però dal 1983 disdettò la casa ad Ischia per altra destinazione, dopo ben 20 anni di soggiorno in vari periodi dell’anno e non solo in quello estivo…

Stare ad Ischia dal 1963 al 1983 è stata un’esperienza, in chi scrive, di grande caratura, a prescindere dalla allora giovane età, vissuta intensamente tanto da sentirmi legato a quei giorni come i più belli e spensierati della mia vita.

Anche i miei due figli sono cresciuti per buona parte sull’isola, se escludiamo il periodo scolastico, ed io ho fatto centinaia di volte il pendolare vuoi col vaporetto preso a Pozzuoli vuoi ancora più spesso con l’aliscafo.

Una traversata breve che però ogni volta mi faceva godere d’un panorama unico al mondo per la sua bellezza ed originalità.

LUCIANO SOMMA

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Vincenzo Romolo

Professionisti DILA APS 20240307 - Il Dispari Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240229 – Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

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Professionisti DILA APS 20240229 - Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

 

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

prima puntata

Nella metà degli anni 70 collaboravo con molte emittenti libere Campane conducendo programmi di poesie intervallati da telefonate in diretta e canzoni.

Alcune erano molto seguite tenendo conto della novità, specie nei programmi notturni.

Ad Ischia nacquero RADIO ISOLA VERDE e RADIO ISCHIA e nel 1976 iniziavo ad essere, particolarmente nel periodo estivo, spesso ospite nella trasmissione notturna: “DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE“ condotta da Beppi Banfi coadiuvato più volte dalla sorella Patrizia, con telefonate in diretta, una sfilza di ospiti: poeti, cantanti, personaggi dello spettacolo.

In quell’anno il mio nome diventò molto popolare avendo io vinto il primo premio con la poesia DIMANE al prestigioso PREMIO NICOLARDI con un assegno di 250.000 lire e la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica.

Nello stesso anno uscì il libro dal titolo omonimo DIMANE in due edizioni numerate di 1200 copie, una nel 1977 e l’altra nel 1978 della EDIZIONE DEGLI ARTISTI di Ciro Riemma di Napoli.

Alcune volte la trasmissione finiva intorno alle 4 del mattino, sottraendomi diverse ore di sonno anche perché amavo pescare e dunque fino alle 8 del mattino mi dedicavo a questa mia ulteriore passione dormendo fino a mezzogiorno e recuperando qualche altra ora nel pomeriggio.

Ma il boom l’emittente lo ebbe quando per irregolarità, furono chiuse quasi tutte le radio libere ad eccezione di RADIO ISCHIA, appunto, e RADIO ANTENNA CAPRI a Napoli.

Gli ascoltatori furono veramente tantissimi, considerando che l’emittente si ascoltava in tutta la zona flegrea, a Napoli, fino ad arrivare alle porte di Formia nel Lazio.

Dopo qualche estate mi affiancava come ospite il poeta PERPPE SANTAGATA e qualche volta interveniva il compianto RENATO FATTORE che aveva la voce molto simile al grandissimo TOTO’.

Quante nottate, sorseggiando un ottimo caffè, dialogavamo al telefono con i vari ascoltatori, non solo ischitani, i quali leggevano poesie, raccontavano aneddoti, spaccati della loro vita e le ore volavano, l’orologio c’indicava che era ora di finire la trasmissione.

Ischia non era soltanto l’Isola incantata dell’amore ma anche fonte di cultura ed amicizia grazie a queste splendide e innovative iniziative.

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Luciano Somma

Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240301 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

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Liga Sarah Lapinska intervista il pittore Sadulla Davletov

Liga Sarah Lapinska: Quali sono le tradizioni più preziose del Turkmenistan?
Sadulla Davletov: Molte preziose tradizioni popolari sono state preservate in Turkmenistan, anche nel campo della medicina, curando le malattie polmonari e bronchiali con il latte di cammelli, giumente e asini.
Sia nelle danze popolari, nei riti di matrimoni, nella realizzazione di halva e tappeti di seta, nella trasmissione di nostre abilità da una generazione all’altra.
Lì ci sono molti antichi mausolei e vecchie città, la chiesa cristiana – nestoriana di Kharoba – Kishok, le leggendarie antiche città di Margiana, Nisa ed altre.
Ogni paese e terra ha le proprie tradizioni, mentalità e ambienti, che svolgono il ruolo essenziale nella creazione della mentalità.
Sia i turisti provenienti dall’Italia che da altri paesi dovrebbero fare un viaggio attraverso le antiche città di Asia Centrale, i mausolei, le steppe, i deserti e le valli del Turkmenistan e dell’Uzbekistan.
Il Rinascimento in Italia nel XIV secolo e il Primo Rinascimento prima ancora influenzarono senza dubbio il mondo intero e tutte le tendenze dell’arte.
Anche da noi, in Asia Centrale.
È importante non dimenticare né il popolo italiano né quello turco, né la storia dell’arte, né le nostre radici personali.
La storia è il meccanismo che ci spinge avanti e verso il futuro.
Il progresso come strumento e come categoria filosofica esiste senza dubbio.
Sono i figli e i nipoti quelli che inconsapevolmente portano il progresso possibile.
Ogni persona che rispetta se stessa e la cui salute lo consente, dovrebbe avere almeno un animaletto domestico a casa.
Io ho i bellissimi e soffici gatti.
Noi, creature umane siamo molto simili ai gatti: spesso in attesa di aiuto, oltre che di carezze, coccole, conforto, calore.
Adoro anche i cavalli, non solo i trottatori di Akhaltek dal collo lungo, aggraziati e straordinariamente belli, insomma creature perfette.
Tutti gli artisti turkmeni amano riprodurre questa bellezza nelle loro opere.
I cavalli introducono nella mia vita creativa i simboli nazionali tipici del Turkmenistan e amo .
rappresentarli nelle mie pitture.,
L’Europa invece, è il centro dell’arte mondiale, in modo particolare il bellissimo Paese dei pittori, musicisti e sognatori, l’Italia.
Come artista, voglio guardare l’Italia antica e vedere con i miei occhi, nella vita reale, i suoi famosi musei, Pompei, l’isola d’Ischia, i monumenti, le fontane.
Conoscere la sua gente.
Voglio davvero viaggiare per tutta l’Europa.
Che Dio conceda che questo mio sogno possa avverarsi!
Antiche fortezze e castelli, villaggi pittoreschi, prati verdi e magnifiche foreste: così, d’altra parte, immagino la Lettonia, patria dell’intervistatrice.
Vorrei vedere anche questo Paese e ammirarlo.
È auspico che l’intervistatrice traduca in italiano sempre più opere turkmene e uzbeke e che vengano pubblicate in italiano, così come consiglio ai giovani Artisti turkmeni e uzbeki di partecipare con crescente entusiasmo ai concorsi artistici indetti in Italia, con particolare attenzione verso il Premio internazionale di Arti varie “OTTO MILIONI”, che so essere stato ideato dal poeta Bruno Mancini e che attualmente è organizzato dall’Associazione di promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS”.
Il Turkmenistan, come l’Italia, è un paese in cui l’artigianato popolare è onorato in tutti i suoi generi: tessitura di tappeti, di seta e d’altro, ceramica, cucina nazionale.

Professionisti DILA APS 20240223

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Professionisti DILA APS 20240223

Qualche domanda a Viesturs Āboliņš

La Russia vista da un Lettone – parte seconda

 Liga Sarah Lapinska: Quale argomento vuoi trattare in questa seconda parte della tua intervista?

Viesturs Āboliņš: Il corso degli eventi mostra che i nemici esterni e la guerra continua sono necessari per la Russia come unica idea efficace proprio per unificare la nazione attorno al regime impopolare dei nuovi ricchi post-sovietici.

In una tale situazione, la guerra minaccia non solo l’Ucraina, ma anche tutti i paesi confinanti,  enormemente più piccoli della Russia e, inoltre, addirittura i paesi più grandi del mondo. 

La conoscenza può proteggere le persone dalle azioni sbagliate.

Possiamo credere che i nostri antenati fossero giganti o farfalle, ignorando le ricerche degli archeologi e ascoltando i preti sull’argomento, ma la verità non cambia in seguito alle nostre baggianate.

Liga Sarah Lapinska: Esiste un prerequisito per la prosperità di una nazione?

Viesturs Āboliņš: Rispettare gli altri esseri umani. 

Cercare di capire e cercare di essere capito. 

Ecco a cosa serve la nostra lingua: non velare e non nascondere. 

Il linguaggio è uno strumento sia chiaro che veritiero, ma non una copertura per le bugie.

Liga Sarah Lapinska: Quali campi ti sono più vicini al sociologo come sei?

Viesturs Āboliņš: Lp’applicazione dei metodi sociali nel marketing, che possono essere utilizzati anche in scienze politiche, focus groups, interviste approfondite e le analisi del testo.

Liga Sarah Lapinska: E quali argomenti della storia ti sono più vicini?

Viesturs Āboliņš: La storia non è tanto vicina per me, però ora c’è il tempo della guerra, quindi è necessario capire per quali motivi si sono verificate due guerre mondiali, quali sono le emozioni e le aspettative da esse provocate e cosa ha portato gli esseri umani alle guerre mondiali. 

Cerco di scovare le tracce di eventi nei testi, nelle fotografie, nei fatti, nelle memorie, anche nei ricordi lasciati dai nostri morti. 

In passato cercavo risposte essenziali, perché le persone vanno in guerra e iniziano nuove guerre. 

Cosa provano e cosa vogliono.

Liga Sarah Lapinska: Cosa desideravi diventare da bambino?

Viesturs Āboliņš: Volevo diventare un aviatore di guerra.

Grazie a Dio  questo mio sogno non si è avverato.

Liga Sarah Lapinska: Quale arte italiana ti appassiona di più e quali opere d’arte ti emozionano particolarmente?

Viesturs Āboliņš: Sono affascinato dalla scultura, dalla pittura e dalle opere italiane: grandiose e gloriose. 

Ti tolgono il fiato mentre le godi.

Mi piace molto Auguste Rodin. 

All’Hermitage, a San Pietroburgo, sono rimasto particolarmente colpito da una sua scultura di piccole dimensioni: “Le mani dell’attrice”, e dalla rappresentazione di una giovane coppia che si bacia “Primavera”.

Quando ho visitato il museo Auguste Rodin a Parigi, ero già saturo. 

Troppe impressioni nel stesso tempo. 

Durante i miei studi sono rimasto affascinato da Antoine de Saint-Exupery, in particolare dal suo libro  “Il volo notturno”.

Intervista e traduzione di Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240119 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240112 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Una domanda a Viesturs Āboliņš

La Russia vista da un Lettone

 Liga Sarah Lapinska: Sappiamo che scrivi pubblicazioni sulla situazione economica, opportunità di solidarietà, storia e verità nascoste. Qual è il loro argomento principale?

Viesturs Āboliņš: La mia idea sullo sviluppo scientifico della società è spinto dalle considerazioni di sicurezza delle persone a me vicine. 

Sono nato e vivo in Lettonia, un piccolo paese europeo devastato dai fronti di due guerre mondiali nel XX secolo. 

Siamo entrati nella Prima Guerra mondiale come parte dell’Impero Russo, ma ne siamo usciti come un piccolo paese europeo. 

Nel 1939, mentre si preparava per la imminente guerra mondiale contro la Germania, la Russia Sovietica ha annesso il nostro paese, quindi siamo usciti dalle conseguenze della guerra solo dopo 52 anni, quando il regime sovietico è crollato nel 1991. 

I ricordi della mia famiglia, le mie esperienze di vita e i materiali storici degli archivi sovietici sono in evidente contrasto con la rappresentazione del mondo insegnata nelle scuole sovietiche. 

L’attuale attacco all’Ucraina e la minaccia della Russia al mondo con una catastrofe atomica non mi sorprendono, perché quelle minacce sono radicate nella percezione del mondo che è stata insegnata alla mia generazione nella scuola sovietica. 

La vittoria nella Seconda Guerra Mondiale sul regime di Adolph Hitler è stata presentata nelle scuole sovietiche come una prova del successo organizzativo, economico e spirituale sovietico. 

Quando la specifica idea economica comunista dimostrò in pratica senza dubbio la sua incapacità di produrre semplici prodotti quotidiani, l’Unione Sovietica crollò. 

Il passaggio al modello economico mondiale è avvenuto rapidamente, ma la visione del mondo circostante insegnata per generazioni nelle scuole sovietiche ha svolto un ruolo malvagio. 

Nelle scuole della Russia sovietica nel XX secolo hanno insegnato che tutti i ricchi sono criminali che si arricchiscono solo attraverso il crimine. 

Questa visione è stata profondamente e a lungo coltivata nella società sovietica. 

Nella Russia post-sovietica, poche persone hanno approfittato di opportunità inaspettate e spesso di qualsiasi mezzo per diventare rapidamente milionari e miliardari. 

Queste persone non vogliono più tornare al loro stato precedente, ma desiderano mantenere il potere per generazioni al fine di preservare le proprietà acquisite. 

Per deviare in sicurezza il malcontento pubblico dalle loro azioni impopolari e illegali, create dalle circostanze, su un altro argomento, gli ideologi del regime di Vladimir Putin hanno annesso in modo dimostrativo la Crimea, sono entrati in guerra in Siria e alla fine hanno attaccato apertamente l’Ucraina. 

Gli ideologi del regime di Vladimir Putin negano pubblicamente che l’Ucraina sia una Nazione, definiscono l’Ucraina come uno Stato fascista, accusano l’Occidente di sostenere il fascismo e di preparare l’attacco contro la Russia. 

Intervista e traduzione di Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240229 – Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

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Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

prima puntata

Nella metà degli anni 70 collaboravo con molte emittenti libere Campane conducendo programmi di poesie intervallati da telefonate in diretta e canzoni.

Alcune erano molto seguite tenendo conto della novità, specie nei programmi notturni.

Ad Ischia nacquero RADIO ISOLA VERDE e RADIO ISCHIA e nel 1976 iniziavo ad essere, particolarmente nel periodo estivo, spesso ospite nella trasmissione notturna: “DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE“ condotta da Beppi Banfi coadiuvato più volte dalla sorella Patrizia, con telefonate in diretta, una sfilza di ospiti: poeti, cantanti, personaggi dello spettacolo.

In quell’anno il mio nome diventò molto popolare avendo io vinto il primo premio con la poesia DIMANE al prestigioso PREMIO NICOLARDI con un assegno di 250.000 lire e la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica.

Nello stesso anno uscì il libro dal titolo omonimo DIMANE in due edizioni numerate di 1200 copie, una nel 1977 e l’altra nel 1978 della EDIZIONE DEGLI ARTISTI di Ciro Riemma di Napoli.

Alcune volte la trasmissione finiva intorno alle 4 del mattino, sottraendomi diverse ore di sonno anche perché amavo pescare e dunque fino alle 8 del mattino mi dedicavo a questa mia ulteriore passione dormendo fino a mezzogiorno e recuperando qualche altra ora nel pomeriggio.

Ma il boom l’emittente lo ebbe quando per irregolarità, furono chiuse quasi tutte le radio libere ad eccezione di RADIO ISCHIA, appunto, e RADIO ANTENNA CAPRI a Napoli.

Gli ascoltatori furono veramente tantissimi, considerando che l’emittente si ascoltava in tutta la zona flegrea, a Napoli, fino ad arrivare alle porte di Formia nel Lazio.

Dopo qualche estate mi affiancava come ospite il poeta PERPPE SANTAGATA e qualche volta interveniva il compianto RENATO FATTORE che aveva la voce molto simile al grandissimo TOTO’.

Quante nottate, sorseggiando un ottimo caffè, dialogavamo al telefono con i vari ascoltatori, non solo ischitani, i quali leggevano poesie, raccontavano aneddoti, spaccati della loro vita e le ore volavano, l’orologio c’indicava che era ora di finire la trasmissione.

Ischia non era soltanto l’Isola incantata dell’amore ma anche fonte di cultura ed amicizia grazie a queste splendide e innovative iniziative.

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Professionisti DILA APS 20240222 - Il Dispari: Luciano Somma 3

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LE CANZONI CHE PARLANO DI ISCHIA

terza puntata

Tra i tanti autori che scrissero canzoni che parlano di Ischia ci piace ricordare Vincenzo Acampora, mio coautore di tante canzoni.

Lui,  con le parole di De Gregorio scrisse la celeberrima VIERNO, e con Enrico Buonafede e Franco Colosimo scrisse la musica di “ CANZUNCELLA A DDOJE VOCE .“

Riccardo Pazzaglia insieme a Domenico Modugno (quest’ultimo  lo conobbi in una magnifica serata al CASTILLO D’ARAGONA) chiese al pubblico il titolo per una sua nuova canzone e io gli suggerii: TORNEREMO A CASA INSIEME che poi fu incisa ed inserita nel suo numerosissimo repertorio.

La canzone dedicata all’isola s’intitolò ISCHIA STA MIEZ’’O MARE di Nisa (pseudonimo di Nicola Salerno) e Fanciulli – Nino Oliviero – Ettore De Mura – Mario De Angelis.

In quegli anni, 1950, ci fu un vero boom di canzoni dedicate ad Ischia.

Di queste oggi se ne ascoltano solo poche come la famosa ISCHITANA (che fu scritta nel 1900 e, molto probabilmente, può essere ritenuta come la prima vera canzone dedicata a Ischia)  con testo  del poeta Vincenzo Cipro, giornalista del periodico “La Follia”, e con la musica di Giuseppe Salzano.

Balere e night furoreggiavano coi motivi lenti, quelli dei famosi balli della mattonella diventati leggenda.

‘O RANGIO FELLONE e ‘O PIGNATIELLO, per citare i più noti, videro nascere tanti amori.

Si ballava guancia a guancia e ci si stringeva nelle romanticissime ore notturne a volte fino al nascere dell’alba, lo sciabordio delle onde faceva da dolce contorno…

La vita ischitana col suo fascino, col suo folklore, con la sua musica, con le sue inestimabili bellezze, lascia un ricordo indelebile per chi l’ha conosciuta pochi giorni o diversi anni, e le canzoni, anche se in gran parte poco conosciute dal grosso pubblico, danno ancora nell’ascolto un brivido arcano…

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240222 - Il Dispari: Luciano Somma 3

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Professionisti DILA APS 20240209

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Luciano Somma | LE CANZONI CHE PARLANO D’ISCHIA

Ed ora, come preannunciato nel precedente articolo, eccoci a “Le canzoni che parlano d’Ischia”.

I 6 Comuni, tra fantasia e realtà, hanno tante storie da raccontare dalle fiabesche voci delle sirene che dal mare giungono ad allietare il sonno dei pescatori, al lampadario di stelle che dal cielo veglia sugli amori Isolani: tutti argomenti che arricchiscono le tematiche e le rendono leggende.

è datata 1900 la prima canzone dedicata ad Ischia dal titolo ISCHTANA, frutto del poeta Vincenzo Cipro e della musica di Giuseppe Salzano .

“Ccà, nu cielo nu mare e na rena / ccà te parleno sempe d’ammore“ furono le parole del ritornello più famose.

Negli anni 50 si fece a gara, tra gli autori ed i cantanti, a chi scrivesse il brano più bello.

Tra i tanti esecutori ricordiamo Giacomo Rondinella, Pino Daniele, Umberto Boselli, Tony Tammaro, Fred Bongusto, Franco Nico, Nino Fiore, Tony Raico, Egisto Sarnelli, Tony Sigillo, il grande Toto’ (Principe Antonio de Curtis) ed anche i non napoletani come Mina e Nilla Pizzi, ed ancora tantissimi che elencarli tutti sarebbe un’impresa molto difficile.

Negli anni 50 il poeta Tito Manlio scrisse il testo: Ischia Parole e Musica,  musica dal M° Marcello Gigante.

La canzone ebbe un grandissimo successo tant’è che i sindaci dei 6 comuni si sdebitarono del gradito omaggio e nel salone delle Terme Regina Isabella regalarono un pezzo di terra,  in riva al mare per costruire una casetta che potesse dare all’autore pace e serenità nell’ammirare la bellezza d’un incomparabile mare…

Ischia è ineguagliabile e insuperabile per il suo fascino che nel tempo aumenta sempre di più ed è ambita meta non solo turistica ma anche di chi ama conoscere luoghi ameni.

Ben vengano dunque canzoni che parlano di lei, nel prossimo articolo cercherò di dilungarmi per fornire ulteriori notizie, ma sempre sintetizzandone i contenuti.

Troppi  i luoghi da visitare ed ammirare impediscono un discorso più ampio e vorrebbero decine di migliaia di pagine per poterne illustrare un’eterna avventura vissuta lontana, anche se non troppo, dal continente…

Luciano Somma

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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