Professionisti DILA APS 20240308 – Il Dispari: Liga Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240308 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale
Ajub Ibragimov (parte seconda)

Liga Sarah: Iniziando questa seconda parte dell’intervista che, tramite me, hai gentilmente concesso in esclusiva alla testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio (per la pubblicazione nella pagina culturale della quale è stato concesso il privilegio di organizzare la redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS), ti chiedo cosa associ all’Arte italiana?
Ajub: Ovviamente, ma molto calorosamente, ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista e ti rispondo dicendo che l’Arte italiana l’associo con le canzoni di Sanremo, con la “Libertà” cantata da Al Bano e Romina Power, con le poesie realiste e romantiche di Antonio Fiore, Luciano Somma e Bruno Mancini, con l’arte di un disegno moderno basato sulla elettronica, con l’arte tessile, con la creatività nella cucina (e tu mi hai detto che a Ischia hanno delle vere eccellenze culinarie), con Federico Fellini e Adriano Celentano cantante e anche attore.
Li stimo, perché hanno saputo farsi strada con grandi meriti personali.
L’unico aspetto negativo nell’arte italiana è la mancanza di nuove direzioni.
Inoltre, gli italiani tendono ad avere l’arte e la musica nel sangue.
La Germania invece è la terra di ottimi ingegneri, mentre gli USA sono la terra delle nuove tecnologie.

Liga Sarah: Cosa pensi della città in cui vivi, Norimberga?
Ajub: Il 21 maggio 1471 in questa città nacque il pittore e grafico espressivo Albrecht Dürer.
Si dice che abbia dipinto una pala d’altare per la chiesa di San Pietro a Riga.
Era anche entusiasta dell’Italia.
Norimberga ha molti musei e vi hanno luogo, regolarmente, mostre d’arte con la partecipazione mia e di miei colleghi.
Tanti di loro sono autodidatti.
È una città cosmopolita con molti emigranti, anche italiani che qui possiedono pizzerie e caffè.

Liga Sarah: Cosa rappresentano la ceramica e la grafica nella tua vita?
Ajub: Da bambino volevo diventare un ceramista.
Andavo male a scuola perché ero un fantasista retrogrado.
Ora creo composizioni ceramiche digitali, principalmente orientali.
Realizzo anche le installazioni e gli affreschi digitali in cui gioco con le prospettive e il senso della presenza, abiti digitali con i frammenti dei miei dipinti, così come le finiture di automobili digitali.
Sono diventato sia pittore che grafico.
Mi rivolgo sempre più all’arte digitale che mi aiuta a incarnare, a fissare le mie fantasie e i miei sogni più velocemente rispetto alla pittura con colori acrilici, ad olio, con acquerelli o addirittura in tecnica Ebru.
La digitalizzazione sviluppa la grafica e la rende perfetta, ma in un mondo completamente digitalizzato sarebbe più difficile “sfondare” per gli autodidatti privi di programmi internet specializzati.
Gli animatori giapponesi, per esempio Hayao Miyazaki, continuano a conquistare il mondo con le loro animazioni digitali nello stile “anime” .

Continua la prossima settimana

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Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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