Il Dispari 20240311 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240311 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240311

Il Dispari 20240311

Un racconto di Bruno Mancini

inserito nel volume “Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Il Dispari 20240311

Quarta puntata

 Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Altri personaggi candidati: – Andrea – Ciccio – Aniello…

Volendo comprendere le banalità insite nelle semplificazioni adoperate per ridurre in un breve promemoria una serie di azioni, tra loro simili ma differenti, è sufficiente permeare, spianare, e quindi valutare, quanto viene affermato in uno dei più celebri messaggi popolari.

Affidato a noi ragazzi dai saggi vissuti negli anni delle Pinete d’Ischia, esso proclamava: “Occhio che non vede, cuore che non soffre”.

Andrea era cieco e soffriva, sia a causa delle oggettive privazioni di cui la sua quotidianità risultava costellata, sia per i ricordi di quante meravigliose immagini avevano fermato i suoi sguardi nei tempi passati.

Egli pativa anche, o forse principalmente, in quanto il buio visivo nel quale era immerso da anni aveva dapprima circoscritta, ed infine definitivamente imprigionata, la sua indole di spontanea prorompente ricerca conoscitiva.

In un evidente contrappunto ai limiti fisici caratterizzati dalla deficiente situazione sensoriale, Andrea aveva affinata una capacità mnemonica quasi oltraggiosa a confronto di quella dei vedenti.

Ogni settimana, prevalentemente di venerdì, lo scrutavo mentre era impegnato a scandire una sequenza impressionante di colonne totocalcio alla compagnia di un esiguo gruppo d’amici.

Eseguiva, mentalmente, complicate elaborazioni.

Dettava serie enormi di dati che altrimenti si potevano attenere solo rivolgendosi a ricevitorie speciali dotate d’apposite attrezzature computerizzate.

Robotizzato, era un aggettivo che specificava bene le sue attitudini.

Non solo per lui era elementare lo sviluppo del “sistema” di sette doppie (che si articola in cento ventotto colonne di tredici segni ciascuna), ma con stupefacente naturalezza, bevendo un cappuccino e fumando un pacchetto d’Edelweiss, riusciva a dettare la serie completa di colonne di tutti gli altri sistemi, integrali o ridotti, per i quali gli si chiedeva collaborazione: quattro triple, tre triple e tre doppie, cinque triple e tre doppie ecc.

Non dico che ritenevo impossibile memorizzarne le formule, ma che mi colpiva la sua abilità di specificarne le risultanti colonne senza potersi servire d’alcun aiuto.

Insomma sono tuttora convinto che è certamente un risultato di grande concentrazione riuscire, senza neppure un foglio di carta ed una penna, ad elaborare quegli insiemi composti da tante numerose variabili.

Il Dispari 20240311

Il Dispari 20240311

Il Dispari 20240311

Altri personaggi candidati: Renato…

-«Bongiur, chi lé Renatò pittooor artistà? Pittor? Fet capellì mio peìit?»
-«Bell Madama, eccomi, tutto per tuà.
Frances, acconcia il ragas, io penso alla Francès.»
-«Al top, al top, ahhh… an top… uhhh…»
-«Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo cena?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone estranee!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Cherì, non ti preoccup, ora lo risistemiam nel suo allogg natural.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo.
Sapess com lu er tre malconc!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciam con taglio modern a spazzola, oppure con baset lunghe alla marsiglies?
Franco, Franco… … e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scend, petit cherì madame, non morde, vuole solo digerire il pollo e le patatine fritte che ha mangiat nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scendi, Matam e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la franceson.
Così ohhh così con il braccio intorno alla mia spal, scendi piano piano, piano, piano, lentament, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzona, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati…  aspetta, non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
-«Ahh… Ahh… eccolo…»
-«Niente paur ora ti prendo in bracc e ti porto al sicur nel retrobotté.
Francooooo… … e tieni a bada il ragazzino!»

Il Dispari 20240311

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Il Dispari 20240311

CAPITOLO SECONDO

Il risveglio è a volte imbarazzante per i tanti enigmi nei quali era rimasto imbrigliato durante la sonnolenza.

Mi rendo conto di quanto sia assurda l’ambizione di regalarmi, volontariamente, un’atroce ossessione, eppure, nessun oblio mi tenta.

Il comodo abbandono di una risalita in ascensore si annulla di fronte alla vorticosa bellezza della scala acchiocciolata.

Voglio il mio.
Aspro e bollente.
Che sia il mio.

Gli architetti della vita non hanno predisposto ermetismi sufficienti ad impedire le fughe della mia fantasia.

Resterà negra e ribelle, piuttosto che conformarsi ai candori delle false fattrici di misteri.

Ai comodi abbandoni
di sbalzi
in ascensore,
vorticose bellezze
di scale acchiocciolate.
Voglio la mia.

Dalle false fattrici di misteri
insufficienti compromessi,
o Principi o Caini.

Voglio la mia
aspra e bollente.

Per assurde ambizioni
invento
atroci ossessioni:
orridi
oscuri
oblii.

Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle.
 
I veri architetti della vita
dileggiano
con antichi ermetismi,
o corde o grotte o celle.

Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia.

Imbrigliati da enigmi
di torpori,
risvegli imbarazzanti
osteggiano.

Voglio la mia fantasia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia,
in fuga solitaria.

Io sono acqua, ovverosia, il risultato di un fatto: ossigeno e idrogeno s’incontrano in una scarica elettrica.

L’uomo, la donna, idem.

A volte mi chiedo come mi comporterei, e quali scelte effettuerei, nella improbabile eventualità che un magnifico marchingegno scientifico biologico elettronico spaziale sfavillante (sfavillante è sì fuorviante ma attinente), sconvolgente e dissacrante, insomma iper moderno globalizzato (l’attrezzo di una estrema concezione della vita, il pomo del nuovo peccato originale, il sogno di ogni folle ricercatore artista autista di viaggi impossibili madre di flotte frignanti magnifici regnanti e scomodi accattoni utili servi e pavidi legionari…), rendesse possibile la retro metempsicosi.

Poter scegliere, prima di dissociare i contorti meccanismi molecolari che mi governano, in quale “X” già vissuto volermi riprodurre per proseguirne le abitudini e sopportarne i difetti.

Un cane, una pietra, un uomo?

Ai comodi abbandoni
di sbalzanti ascensori,
vorticose bellezze
di scale acchiocciolate.

Voglio la mia.

Per assurde ambizioni
m’invento atroci ossessioni:
orridi
oscuri oblii.

Voglio la mia
aspra e bollente.

Dalle false fattrici di misteri
insufficienti compromessi,
o principi o caini.

Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle.

I veri architetti della vita
dileggiano
con i loro antichi ermetismi,
o corde o grotte o celle.

Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia.

Imbrigliati da enigmi
di torpori,
risvegli imbarazzanti
osteggiano.

Voglio la mia fantasia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia,
in fuga solitaria.

Ma non scherziamo!

è già tanto se l’ippocampo non risulta inserito nella lista dei protetti, a guisa (che sciccheria “a guisa”) dei pentiti pluri extra super assassini.

I pipistrelli ci sono riusciti.

Forse con qualche raccomandazione, oppure, com’è documentato nell’archivio storico della mia immaginazione, con larvate minacce di penetrazioni notturne nelle quiete stanze dei rampanti animalisti ambientalisti autonomisti assolutisti accreditati difensori di tutto quanto esiste, fu, esistette, fu stato, è.

Un pipistrello in cambio di cento zanzare sarebbe un affare?

Nelle cities (plurale di city: città!) dagli immensi benesseri malesseri ossessi o sessi o calci nelle palle, sollecitati sbirri dondolano chiappe bucate per soldi e per potere.

Si sbaglia chi crede che ogni violenza è vincente, «così o come» un dito nel culo, ma non è per nulla certa la sacrale conquista da parte di ogni desolata pietà.

Ma non scherziamo!

Giulio era un uomo d’onore o di onore?

Ne farò una poesia.

Le guardie notturne
attaccano all’alba
la chiave alla bacheca,
i nostri giornali
il prode ed il bislacco.

Ma non scherziamo!

Attacco all’alba
Gl’ippocampi sguazzano
in ogni polla
al pari di pesci,
i nostri Giulio Generale
tra i baci dei prudenti.

Ma non scherziamo!

Attacco all’alba
con sciami di zanzare.
Ossessi dondolanti
per soldi e fra poteri
bucano chiappe cittadine,
i nostri uccelli neri
ronfanti animalisti.

Ma non scherziamo!

Attacco all’alba
con sciami di zanzare
per la sacrale conquista.
A Roma si scopre il
bianco alla finestra
sbaglia chi crede,
a Cuba
il rosso nella cella.

Ma non scherziamo!

Attacco all’alba
con sciami di zanzare
per la sacrale conquista
della vostra libertà.
 
Fine quarta puntata.

Le precedenti tre puntate sono state pubblicate il 29 gennaio, il 5 febbraio e il 26 febbraio.

Segue la prossima settimana.

Il Dispari 20240311

Per Aurora

Il Dispari 20240311

Il Dispari 20240311

Il Dispari 20240311

l Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240226

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

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Terza puntata

Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Costui, in fondo, era un uomo gioioso e collerico, sensuale rude e tenero, bislacco e profondo, futile e sottile. Un brivido per donne di sani tradizionali principi, per maschi timorosi di confronti e per tutte le belle statuine dei presepi viventi allestiti nelle piazze e nelle feste di paese.

Nessuna persona provvista di buon senso avrebbe voluto provocare un confronto con la sua dissacrante, violenta ed anarchica mancanza d’auto ironia:

-«Coloro che bussano alla porta, i bussanti, i bussatori – e così anche il liquido di una bottiglia dal tappo di sughero biondo come la schiuma della mia birra commerciale o come i baffi scoloriti dalle tremila sigarette che fumo in meno di cinquanta giorni – non sempre sono i migliori nel catalogo degli attesi.

Io credo che l’America avrebbe dichiarato guerra al Giappone per l’affronto delle Hawaii, ma non si sarebbe impegnata nello scacchiere europeo se l’Italia non fosse stata in lizza.

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Senza la partecipazione del nostro Duce al conflitto, loro, le stelle e strisce, avrebbero comodamente sistemato l’orticello acquatico del vicino Pacifico non creandosi altre preoccupazioni.

Le fabbriche di cannoni ed ogive per proiettili dalle svariate caratteristiche, avrebbero continuato a produrre utili e benessere economico con minime perdite di vite umane, sia in regime di guerra, sia nel successivo tempo di ricostruzione.

Ma “la popolo ed il popolazione” nel continente a stelle e strisce era formato in maggioranza da itali americani.

“Non salviamo i nostri cugini zie e nipoti amici fratelli padri nonni madri cumparielli padrini sorelle consanguinei conoscenti? Il cattivo li opprime.

Noi siamo la libertà.

Loro, gli Italioti, custodi delle nostre radici, delle nostre origini, delle nostre fedi, sono persone a noi care. I nostri consanguinei sono ingenui, semplici, affettuosi, docili, simpatici, gentili, ospitali.

Sono poveri scemi imbrogliati dal fottuto figlio di puttana. Abbiamo lottato contro le Montagne Rocciose, gli Apache, il Fiume Colorado, Geronimo, ed il Deserto del Nevada, che facciamo, gli spettatori nella corsa alla conquista dell’Italia, l’origine delle nostre origini?

Non sia mai detto!

Andiamo.

WE GO.”

E vennero.

Non piangere, bambino, tua madre fu violentata da truppe marocchine, sì, sotto il comando di…, sì, sì, sì… ma non erano i cugini, neppure le settantamila, settecentomila, sette milioni, sette miliardi di tonnellate di bombe a tonnellate sui vicoli palazzi spiazzi giardini pubblici scuole chiese alberghi prostiboli… et de hoc satis.»

Questo racconto tenta di forzarmi la mano ed impormi continue traiettorie, contigue confinanti collaterali collegate complici comuni compiacenti, che non rientrano nella serafica visione morfologica che inizialmente avevo architettato.

Il breve ritratto di un Costui spolverato dal manuale del tipico esistenzialista pacifista comunisteggiante anarcoide, non prevedeva la messa in scena di un superbioso trattato storico sociale.

Costui quindi tornerà accanto alle altre figure nobili della ormai distrutta civiltà che abbiamo vissuto nella ex Isola Verde. Tuttavia, per non convalidare la tesi secondo la quale non avrei rispetto per nessuna giusta curiosità, e tanto meno per gli ormai codificati standard letterari, completerò in poche righe la tesi elaborata da Costui.

Il Cattivissimo perse la guerra, poiché aveva commesso l’errore madornale ed irreparabile di pretendere l’alleanza del Semi Cattivo. Ciò in quanto tutte le operazioni militari del suo Sub alleato si rivelarono tanto velleitarie quanto inutili e dispersive.

La Grecia, l’Albania, la Libia, l’Eritrea, l’Egitto, l’Etiopia, Malta, Cirenaica Trento e Trieste pur non essendo di alcuna valenza nella economia bellica, crearono ostacoli di grossa portata alle armate del Super Io chiamate in soccorso dei bravi soldatini disarmati affamati e male equipaggiati che il Mini Dux aveva gettato allo sbaraglio al grido di “Avanti savoiardi”.

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Il Dispari 20240226

Un giorno sì e l’altro pure, “Egli, il mini” mandava emissari a chiedere aiuti “Il pan ci manca”, e ad implorare “Benzin benzin”. Per di più generali afflitti dalle vicende di Taranto, Capo Matapam, Tobruc, e poi Grecia, e poi e poi… aggredivano, si fa per dire, il Maine Super con assillante continuità.

Da queste considerazioni Costui traeva la conclusione che il Baffo Tedesco, senza l’intervento raffazzonato e sconclusionato dell’Amico Guaifondaio, potendo utilizzare in maniera non dispersiva forze superiori sui fronti strategicamente determinanti, sarebbe riuscito a sopraffare le difese nemiche.

Egli rafforzava questa sua tesi elaborando il concetto che le Stelle e Strisce erano entrate in guerra contro il Super Deux solo in ragione della presenza dei Nostri concittadini (piccolo interessuccio economico populistico).

Non tutti siamo d’accordo.

Non tutti abbiamo natura di “affermanti”.

Non può non esserci un limite.

è vero che il Super comandava il plotone di esecuzione, ma erano altri a premere i grilletti.

Allora io ancora non sapevo che nello stesso giorno del mio secondo compleanno il Super Iper Max Baffo Maine aveva ammazzato pure se stesso!

Suicida.

Altri personaggi candidati: – Andrea – Ciccio – Aniello…

Volendo comprendere le banalità insite nelle semplificazioni adoperate per ridurre in un breve promemoria una serie di azioni, tra loro simili ma differenti, è sufficiente permeare, spianare, e quindi valutare, quanto viene affermato in uno dei più celebri messaggi popolari. Affidato a noi ragazzi dai saggi vissuti negli anni delle Pinete d’Ischia, esso proclamava: “Occhio che non vede, cuore che non soffre”.

Andrea era cieco e soffriva, sia a causa delle oggettive privazioni di cui la sua quotidianità risultava costellata, sia per i ricordi di quante meravigliose immagini avevano fermato i suoi sguardi nei tempi passati. Egli pativa anche, o forse principalmente, in quanto il buio visivo nel quale era immerso da anni aveva dapprima circoscritta, ed infine definitivamente imprigionata, la sua indole di spontanea prorompente ricerca conoscitiva.

In un evidente contrappunto ai limiti fisici caratterizzati dalla deficiente situazione sensoriale, Andrea aveva affinata una capacità mnemonica quasi oltraggiosa a confronto di quella dei vedenti. Ogni settimana, prevalentemente di venerdì, lo scrutavo mentre era impegnato a scandire una sequenza impressionante di colonne totocalcio alla compagnia di un esiguo gruppo d’amici. Eseguiva, mentalmente, complicate elaborazioni. Dettava serie enormi di dati che altrimenti si potevano attenere solo rivolgendosi a ricevitorie speciali dotate d’apposite attrezzature computerizzate. Robotizzato, era un aggettivo che specificava bene le sue attitudini. Non solo per lui era elementare lo sviluppo del “sistema” di sette doppie (che si articola in cento ventotto colonne di tredici segni ciascuna), ma con stupefacente naturalezza, bevendo un cappuccino e fumando un pacchetto d’Edelweiss, riusciva a dettare la serie completa di colonne di tutti gli altri sistemi, integrali o ridotti, per i quali gli si chiedeva collaborazione: quattro triple, tre triple e tre doppie, cinque triple e tre doppie ecc.

Non dico che ritenevo impossibile memorizzarne le formule, ma che mi colpiva la sua abilità di specificarne le risultanti colonne senza potersi servire d’alcun aiuto. Insomma sono tuttora convinto che è certamente un risultato di grande concentrazione riuscire, senza neppure un foglio di carta ed una penna, ad elaborare quegli insiemi composti da tante numerose variabili.

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DILA

NUSIV

 

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Professionisti DILA APS 20240308 – Il Dispari: Liga Lapinska

Professionisti DILA APS 20240308 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240308

Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale
Ajub Ibragimov (parte seconda)

Liga Sarah: Iniziando questa seconda parte dell’intervista che, tramite me, hai gentilmente concesso in esclusiva alla testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio (per la pubblicazione nella pagina culturale della quale è stato concesso il privilegio di organizzare la redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS), ti chiedo cosa associ all’Arte italiana?
Ajub: Ovviamente, ma molto calorosamente, ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista e ti rispondo dicendo che l’Arte italiana l’associo con le canzoni di Sanremo, con la “Libertà” cantata da Al Bano e Romina Power, con le poesie realiste e romantiche di Antonio Fiore, Luciano Somma e Bruno Mancini, con l’arte di un disegno moderno basato sulla elettronica, con l’arte tessile, con la creatività nella cucina (e tu mi hai detto che a Ischia hanno delle vere eccellenze culinarie), con Federico Fellini e Adriano Celentano cantante e anche attore.
Li stimo, perché hanno saputo farsi strada con grandi meriti personali.
L’unico aspetto negativo nell’arte italiana è la mancanza di nuove direzioni.
Inoltre, gli italiani tendono ad avere l’arte e la musica nel sangue.
La Germania invece è la terra di ottimi ingegneri, mentre gli USA sono la terra delle nuove tecnologie.

Liga Sarah: Cosa pensi della città in cui vivi, Norimberga?
Ajub: Il 21 maggio 1471 in questa città nacque il pittore e grafico espressivo Albrecht Dürer.
Si dice che abbia dipinto una pala d’altare per la chiesa di San Pietro a Riga.
Era anche entusiasta dell’Italia.
Norimberga ha molti musei e vi hanno luogo, regolarmente, mostre d’arte con la partecipazione mia e di miei colleghi.
Tanti di loro sono autodidatti.
È una città cosmopolita con molti emigranti, anche italiani che qui possiedono pizzerie e caffè.

Liga Sarah: Cosa rappresentano la ceramica e la grafica nella tua vita?
Ajub: Da bambino volevo diventare un ceramista.
Andavo male a scuola perché ero un fantasista retrogrado.
Ora creo composizioni ceramiche digitali, principalmente orientali.
Realizzo anche le installazioni e gli affreschi digitali in cui gioco con le prospettive e il senso della presenza, abiti digitali con i frammenti dei miei dipinti, così come le finiture di automobili digitali.
Sono diventato sia pittore che grafico.
Mi rivolgo sempre più all’arte digitale che mi aiuta a incarnare, a fissare le mie fantasie e i miei sogni più velocemente rispetto alla pittura con colori acrilici, ad olio, con acquerelli o addirittura in tecnica Ebru.
La digitalizzazione sviluppa la grafica e la rende perfetta, ma in un mondo completamente digitalizzato sarebbe più difficile “sfondare” per gli autodidatti privi di programmi internet specializzati.
Gli animatori giapponesi, per esempio Hayao Miyazaki, continuano a conquistare il mondo con le loro animazioni digitali nello stile “anime” .

Continua la prossima settimana

Professionisti DILA APS 20240308 - Il Dispari: Liga Lapinska

Professionisti DILA APS 20240308

Professionisti DILA APS 20240301 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240301

Professionisti DILA APS 20240301 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

Professionisti DILA APS 20240301 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240308 - Il Dispari: Liga Lapinska

Professionisti DILA APS 20240223

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni 

IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti

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Il Dispari DILA APS Rubrica Professionisti

Professionisti DILA APS 20240308

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Professionisti DILA APS 20240307 – Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240307 – Il Dispari: Luciano Somma Radio 2

Professionisti DILA APS 20240307

Professionisti DILA APS 20240307 - Il Dispari Luciano Somma

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

seconda puntata

Tra le tante iniziative RADIO  ISCHIA indisse anche dei concorsi tra gli ascoltatori in merito a vari indovinelli, premi interessanti ai classificati come enciclopedie, prodotti locali, libri di varia lettura.

Un anno vi fu un concorso di poesia ideato ed organizzato dall’emittente che vide tra i partecipanti i più qualificati nomi della poetica napoletana, testi inediti ed anonimi, ebbi l’incarico di essere in giudizio e sapendo che molti amici avrebbero partecipato fui molto contento di non riconoscere nella lettura degli elaborati chi fosse l’autore.

La cerimonia di premiazione avvenne all’Hotel Jolly in presenza delle autorità, primo fra tutti il Sindaco Vincenzo Romolo, e poi lo scrittore Salvatore Di  Costanzo, il pittore Mario Mazzella, il parroco di Ischia Ponte Don Pasquale Polito.

L’eco dell’evento giunse fino al continente, alcuni giornali napoletani narrarono la cronaca della manifestazione, arricchendola di particolari, coi nomi dei 5 primi poeti classificati che costituivano l’elite degli scrittori napoletani.

Alcuni, negli anni successivi, furono graditi ospiti in vari programmi, accolti affettuosamente anche da mamma Agata che compartecipava dialogando, prima dei programmi, affabilmente coi protagonisti di quelle manifestazioni ischitane indimenticabili per chi le ha vissute in prima persona.

Come il sottoscritto il quale però dal 1983 disdettò la casa ad Ischia per altra destinazione, dopo ben 20 anni di soggiorno in vari periodi dell’anno e non solo in quello estivo…

Stare ad Ischia dal 1963 al 1983 è stata un’esperienza, in chi scrive, di grande caratura, a prescindere dalla allora giovane età, vissuta intensamente tanto da sentirmi legato a quei giorni come i più belli e spensierati della mia vita.

Anche i miei due figli sono cresciuti per buona parte sull’isola, se escludiamo il periodo scolastico, ed io ho fatto centinaia di volte il pendolare vuoi col vaporetto preso a Pozzuoli vuoi ancora più spesso con l’aliscafo.

Una traversata breve che però ogni volta mi faceva godere d’un panorama unico al mondo per la sua bellezza ed originalità.

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240307

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Vincenzo Romolo

Professionisti DILA APS 20240307 - Il Dispari Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240307

 

Professionisti DILA APS 20240229 – Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

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Professionisti DILA APS 20240229 - Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

 

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

prima puntata

Nella metà degli anni 70 collaboravo con molte emittenti libere Campane conducendo programmi di poesie intervallati da telefonate in diretta e canzoni.

Alcune erano molto seguite tenendo conto della novità, specie nei programmi notturni.

Ad Ischia nacquero RADIO ISOLA VERDE e RADIO ISCHIA e nel 1976 iniziavo ad essere, particolarmente nel periodo estivo, spesso ospite nella trasmissione notturna: “DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE“ condotta da Beppi Banfi coadiuvato più volte dalla sorella Patrizia, con telefonate in diretta, una sfilza di ospiti: poeti, cantanti, personaggi dello spettacolo.

In quell’anno il mio nome diventò molto popolare avendo io vinto il primo premio con la poesia DIMANE al prestigioso PREMIO NICOLARDI con un assegno di 250.000 lire e la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica.

Nello stesso anno uscì il libro dal titolo omonimo DIMANE in due edizioni numerate di 1200 copie, una nel 1977 e l’altra nel 1978 della EDIZIONE DEGLI ARTISTI di Ciro Riemma di Napoli.

Alcune volte la trasmissione finiva intorno alle 4 del mattino, sottraendomi diverse ore di sonno anche perché amavo pescare e dunque fino alle 8 del mattino mi dedicavo a questa mia ulteriore passione dormendo fino a mezzogiorno e recuperando qualche altra ora nel pomeriggio.

Ma il boom l’emittente lo ebbe quando per irregolarità, furono chiuse quasi tutte le radio libere ad eccezione di RADIO ISCHIA, appunto, e RADIO ANTENNA CAPRI a Napoli.

Gli ascoltatori furono veramente tantissimi, considerando che l’emittente si ascoltava in tutta la zona flegrea, a Napoli, fino ad arrivare alle porte di Formia nel Lazio.

Dopo qualche estate mi affiancava come ospite il poeta PERPPE SANTAGATA e qualche volta interveniva il compianto RENATO FATTORE che aveva la voce molto simile al grandissimo TOTO’.

Quante nottate, sorseggiando un ottimo caffè, dialogavamo al telefono con i vari ascoltatori, non solo ischitani, i quali leggevano poesie, raccontavano aneddoti, spaccati della loro vita e le ore volavano, l’orologio c’indicava che era ora di finire la trasmissione.

Ischia non era soltanto l’Isola incantata dell’amore ma anche fonte di cultura ed amicizia grazie a queste splendide e innovative iniziative.

Professionisti DILA APS 20240229 - Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

Luciano Somma

Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240307

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti 2024

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Il Dispari 20240304 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240304 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240304

Il Dispari 20240304 – Redazione culturale DILA APS

Intervista all’Artista Paola Di Silvestro

Domenica 4 febbraio alle ore 17, incontro musicale, artistico, culturale a “Interno 4′” Roma, presentatrice dell’evento Chiara Pavoni, splendida padrona di casa.

Premiazioni ed esibizioni degli artisti della DILA APS, a cura del Presidente Bruno Mancini e ulteriori premi a cura del Presidente della Fondazione LA SPONDA Benito Corradini.

Tra i tanti bravissimi artisti premiati nel concorso, ho il piacere di intervistare una brillante e poliedrica artista: Paola Di Silvestro, la quale si è esibita a Interno 4 con un suo personale arrangiamento voce-chitarra della stupenda canzone “Summertime”.

Cara Paola, innanzitutto grazie per aver accettato questa intervista esclusiva per la pagina culturale del quotidiano IL DISPARI Diretto da Gaetano Di Meglio della quale l’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” cura la redazione tramite il suo Presidente Bruno Mancini..

Ho apprezzato molto la tua voce personale e il tuo arrangiamento.

Anche in precedenza, sempre qui a Interno 4, avevo avuto modo di essere presente ad altre tue esibizioni.

Inizio subito con la prima domanda:

D: Paola domanda fondamentale, da quanto tempi danzi, canti, suoni?

R: Ho iniziato ad esibirmi con la danza da giovanissima,verso i diciassette anni, ma ho sempre fatto audizioni multiartistiche.

Ho fatto parte di compagnie di danza e dopo qualche tempo anche in compagnie di canto lirico.

D: Quali sono i tuoi progetti attuali e quelli futuri?

R: In questo momento sto percorrendo un nuovo cammino, chitarra- voce, con arrangiamenti personali.

A breve inoltre dei concerti madrigali.

D: Ad oggi, ti ritieni soddisfatta delle tue esperienze  artistiche?

R: A livello artistico posso dire di aver raggiunto un buon livello e quindi un buon curriculum. 

Purtroppo il mio è un campo molto difficile, tanta gavetta e poco professionismo.

Bisognerebbe creare e tutelare a livello professionista anche gli Artisti che, spesso, per mantenersi devono avere un altro lavoro.

D: Se potessi suggerire una domanda a chi ti intervista, quale sarebbe?

R: Sicuramente mi farei chiedere se mi piace quello che faccio. E la mia risposta sarebbe che sì, credo e amo quello che faccio.

La continua crescita, la costante ricerca non solo musicale ma anche a livello poetico e storico che aumenta la mia crescita personale.

La passione intensa nel poter lavorare con il materiale letterario, poetico e musicale e creare in modo personale.

D: Cosa vorresti suggerire a chi si occupa a livelli istituzionale di cultura?

R: Credo che noi tutti artisti dovremmo unirci e chiedere alle istituzioni competenti di prendere visione della necessità di crescita lavorativa professionale.

Un riconoscimento effettivo per migliorare e tutelare il lavoro degli artisti, non solo a livello remunerativo ma anche come luoghi dove esibirsi.

Con quest’ultima risposta, saluto e ringrazio Paola  Di Silvestro per aver accettato  la mia intervista, augurandole una ottima riuscita dei suoi imminenti progetti.

Antonella Ariosto

Il Dispari 20240304

Paola Di Silvestro

Paola Di Silvestro

Il Dispari 20240304

DICHIARAZIONE RICHIESTA per la partecipazione alla 13a edizione del Premio internazionale di arti varie “Otto milioni” 2024

Aggiungere i dati richiesti, ed inviare entro il 15 Maggio 2024 a ottomilioni@dilaaps.it

Info & contatti: – Tel. 3914830355 – ottomilioni@dilaaps.it

Io sottoscritto/a

residente a

in Via

N CAP

tel.

e-mail

avendo letto, ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla 13a edizione del Premio “Otto Milioni”2024 pubblicato anche tramite web all’url

https://www.dilaaps.it/bruno/premi-otto-milioni-2024/

manifesto l’intenzione di partecipare alla sezione

POESIA □           ARTI GRAFICHE □         ARTICOLO □               VIDEO □

e, pertanto, nella mia qualità di Autore, allego l’opera dal titolo:

A tale scopo DICHIARO di essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto alla 13a edizione del Premio “Otto Milioni”2024 ideato da Bruno Mancini e organizzato dall’Ass. “Da Ischia L’Arte DILA APS”; di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili; di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge; volere concedere a Bruno Mancini il diritto di pubblicare ed utilizzare la mia suddetta opera in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che Bruno Mancini avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare e di utilizzare in ogni forma e modo la mia suddetta opera nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare la mia suddetta opera anche in via telematica a mezzo internet, come proposta da me Autore e non sarà tenuto ad effettuare alcuna correzione; aver concordato in maniera definitiva con Bruno Mancini che egli NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare la mia suddetta opera al gratuito utilizzo da parte di Bruno Mancini per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione egli voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità della mia suddetta opera, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dovere in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale della mia suddetta opera;

Data e Luogo                   Firma dell’autore

Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ. approvo tutte le clausole del regolamento pubblicato all’url  https://www.dilaaps.it/bruno/premi-otto-milioni-2024/

Data e Luogo                               Firma dell’autore

13a edizione del Premio “Otto Milioni”2024

Il Dispari 20240304

Il Dispari 20240304

SEMPE MIA

Ecco il testo e il link al video della canzone di Franco De Biase, , Bruno Mancini,

finalista della nona edizione del Festival di Napoli

che fa esplicito riferimento alle bellezze della nostra isola d’Ischia.

 

Guardanno ‘o mare d’Ischia pittarse tutto ‘e russo

‘ncopp”a’ questa bella sabbia e questa spiaggia di sera

no potentino muto muto suoni ‘no returniello

turnanno c”o penziero a ‘e gruosse ammore antiche.

 

Lasciarmi circondare da ricordi ed emozioni

e scrivere poesie come ‘e na vote

fino a quanno ammore me sbatte mpietto

questi colori intorno a me mi rendono ubriaco e triste.

 

E tu pe’ me si sempe mia sempe mia

rimane in questo cuore così com’è adesso

la luce è cannella mi sento attratta

‘a chistu ammore ‘e fuoco ca me rapisce ‘o core.

 

Sull’ereva nfuriata d”o risturante indiano

sturduto a ll’uocchie belli ‘e chesta fata mia

cumparsa areto ‘o lumme ‘e ‘na luce fioca

rapito ‘a chist’ incant resta l’anima mia.

 

Le promesse e i giuramenti non devono essere lasciati indietro

sarria felice e tu la mia regina

Ischia è la terra di questo grande amore

e il mito e la passione dell’eterna giovinezza.

 

E tu pe’me si sempe mia sempe mia

rimane in questo cuore così com’è adesso

la luce è cannella mi sento attratta

‘a chistu ammore ‘e fuoco ca me rapisce ‘o core.

 

https://www.dilaaps.it/bruno/sempe-mia-video/

Franco De Biase, , Bruno Mancini, Franco De Biase, , Bruno Mancini,

Franco De Biase, , Bruno Mancini,

Il Dispari 20240226

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240226

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Terza puntata

Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Costui, in fondo, era un uomo gioioso e collerico, sensuale rude e tenero, bislacco e profondo, futile e sottile. Un brivido per donne di sani tradizionali principi, per maschi timorosi di confronti e per tutte le belle statuine dei presepi viventi allestiti nelle piazze e nelle feste di paese.

Nessuna persona provvista di buon senso avrebbe voluto provocare un confronto con la sua dissacrante, violenta ed anarchica mancanza d’auto ironia:

-«Coloro che bussano alla porta, i bussanti, i bussatori – e così anche il liquido di una bottiglia dal tappo di sughero biondo come la schiuma della mia birra commerciale o come i baffi scoloriti dalle tremila sigarette che fumo in meno di cinquanta giorni – non sempre sono i migliori nel catalogo degli attesi.

Io credo che l’America avrebbe dichiarato guerra al Giappone per l’affronto delle Hawaii, ma non si sarebbe impegnata nello scacchiere europeo se l’Italia non fosse stata in lizza.

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Senza la partecipazione del nostro Duce al conflitto, loro, le stelle e strisce, avrebbero comodamente sistemato l’orticello acquatico del vicino Pacifico non creandosi altre preoccupazioni.

Le fabbriche di cannoni ed ogive per proiettili dalle svariate caratteristiche, avrebbero continuato a produrre utili e benessere economico con minime perdite di vite umane, sia in regime di guerra, sia nel successivo tempo di ricostruzione.

Ma “la popolo ed il popolazione” nel continente a stelle e strisce era formato in maggioranza da itali americani.

“Non salviamo i nostri cugini zie e nipoti amici fratelli padri nonni madri cumparielli padrini sorelle consanguinei conoscenti? Il cattivo li opprime.

Noi siamo la libertà.

Loro, gli Italioti, custodi delle nostre radici, delle nostre origini, delle nostre fedi, sono persone a noi care. I nostri consanguinei sono ingenui, semplici, affettuosi, docili, simpatici, gentili, ospitali.

Sono poveri scemi imbrogliati dal fottuto figlio di puttana. Abbiamo lottato contro le Montagne Rocciose, gli Apache, il Fiume Colorado, Geronimo, ed il Deserto del Nevada, che facciamo, gli spettatori nella corsa alla conquista dell’Italia, l’origine delle nostre origini?

Non sia mai detto!

Andiamo.

WE GO.”

E vennero.

Non piangere, bambino, tua madre fu violentata da truppe marocchine, sì, sotto il comando di…, sì, sì, sì… ma non erano i cugini, neppure le settantamila, settecentomila, sette milioni, sette miliardi di tonnellate di bombe a tonnellate sui vicoli palazzi spiazzi giardini pubblici scuole chiese alberghi prostiboli… et de hoc satis.»

Questo racconto tenta di forzarmi la mano ed impormi continue traiettorie, contigue confinanti collaterali collegate complici comuni compiacenti, che non rientrano nella serafica visione morfologica che inizialmente avevo architettato.

Il breve ritratto di un Costui spolverato dal manuale del tipico esistenzialista pacifista comunisteggiante anarcoide, non prevedeva la messa in scena di un superbioso trattato storico sociale.

Costui quindi tornerà accanto alle altre figure nobili della ormai distrutta civiltà che abbiamo vissuto nella ex Isola Verde. Tuttavia, per non convalidare la tesi secondo la quale non avrei rispetto per nessuna giusta curiosità, e tanto meno per gli ormai codificati standard letterari, completerò in poche righe la tesi elaborata da Costui.

Il Cattivissimo perse la guerra, poiché aveva commesso l’errore madornale ed irreparabile di pretendere l’alleanza del Semi Cattivo. Ciò in quanto tutte le operazioni militari del suo Sub alleato si rivelarono tanto velleitarie quanto inutili e dispersive.

La Grecia, l’Albania, la Libia, l’Eritrea, l’Egitto, l’Etiopia, Malta, Cirenaica Trento e Trieste pur non essendo di alcuna valenza nella economia bellica, crearono ostacoli di grossa portata alle armate del Super Io chiamate in soccorso dei bravi soldatini disarmati affamati e male equipaggiati che il Mini Dux aveva gettato allo sbaraglio al grido di “Avanti savoiardi”.

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240226

Un giorno sì e l’altro pure, “Egli, il mini” mandava emissari a chiedere aiuti “Il pan ci manca”, e ad implorare “Benzin benzin”. Per di più generali afflitti dalle vicende di Taranto, Capo Matapam, Tobruc, e poi Grecia, e poi e poi… aggredivano, si fa per dire, il Maine Super con assillante continuità.

Da queste considerazioni Costui traeva la conclusione che il Baffo Tedesco, senza l’intervento raffazzonato e sconclusionato dell’Amico Guaifondaio, potendo utilizzare in maniera non dispersiva forze superiori sui fronti strategicamente determinanti, sarebbe riuscito a sopraffare le difese nemiche.

Egli rafforzava questa sua tesi elaborando il concetto che le Stelle e Strisce erano entrate in guerra contro il Super Deux solo in ragione della presenza dei Nostri concittadini (piccolo interessuccio economico populistico).

Non tutti siamo d’accordo.

Non tutti abbiamo natura di “affermanti”.

Non può non esserci un limite.

è vero che il Super comandava il plotone di esecuzione, ma erano altri a premere i grilletti.

Allora io ancora non sapevo che nello stesso giorno del mio secondo compleanno il Super Iper Max Baffo Maine aveva ammazzato pure se stesso!

Suicida.

Altri personaggi candidati: – Andrea – Ciccio – Aniello…

Volendo comprendere le banalità insite nelle semplificazioni adoperate per ridurre in un breve promemoria una serie di azioni, tra loro simili ma differenti, è sufficiente permeare, spianare, e quindi valutare, quanto viene affermato in uno dei più celebri messaggi popolari. Affidato a noi ragazzi dai saggi vissuti negli anni delle Pinete d’Ischia, esso proclamava: “Occhio che non vede, cuore che non soffre”.

Andrea era cieco e soffriva, sia a causa delle oggettive privazioni di cui la sua quotidianità risultava costellata, sia per i ricordi di quante meravigliose immagini avevano fermato i suoi sguardi nei tempi passati. Egli pativa anche, o forse principalmente, in quanto il buio visivo nel quale era immerso da anni aveva dapprima circoscritta, ed infine definitivamente imprigionata, la sua indole di spontanea prorompente ricerca conoscitiva.

In un evidente contrappunto ai limiti fisici caratterizzati dalla deficiente situazione sensoriale, Andrea aveva affinata una capacità mnemonica quasi oltraggiosa a confronto di quella dei vedenti. Ogni settimana, prevalentemente di venerdì, lo scrutavo mentre era impegnato a scandire una sequenza impressionante di colonne totocalcio alla compagnia di un esiguo gruppo d’amici. Eseguiva, mentalmente, complicate elaborazioni. Dettava serie enormi di dati che altrimenti si potevano attenere solo rivolgendosi a ricevitorie speciali dotate d’apposite attrezzature computerizzate. Robotizzato, era un aggettivo che specificava bene le sue attitudini. Non solo per lui era elementare lo sviluppo del “sistema” di sette doppie (che si articola in cento ventotto colonne di tredici segni ciascuna), ma con stupefacente naturalezza, bevendo un cappuccino e fumando un pacchetto d’Edelweiss, riusciva a dettare la serie completa di colonne di tutti gli altri sistemi, integrali o ridotti, per i quali gli si chiedeva collaborazione: quattro triple, tre triple e tre doppie, cinque triple e tre doppie ecc.

Non dico che ritenevo impossibile memorizzarne le formule, ma che mi colpiva la sua abilità di specificarne le risultanti colonne senza potersi servire d’alcun aiuto. Insomma sono tuttora convinto che è certamente un risultato di grande concentrazione riuscire, senza neppure un foglio di carta ed una penna, ad elaborare quegli insiemi composti da tante numerose variabili.

Il Dispari 20240226

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APSPer Aurora

Il Dispari 20240219

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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CRITICA LETTERARIA DI LUCIANA CAPECE

Ringrazio calorosamente la nota Associazione DILA APS rappresentata dal Presidente BRUNO MANCINI (un patrimonio di risonanza divulgativa) per aver dato questa opportunità a me, Scrittrice LUCIANA CAPECE, di avere il vanto e l’onore di pubblicare nella pagina culturale del quotidiano IL DISPARI, linfa magistrale d’un canale Artistico Editoriale d’affermata fama INTERNAZIONALE  Diretto Eccellentemente dal Grande Editore GAETANO DI MEGLIO!

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

“QUESTA NON È UNA POESIA” DI LUCREZIA RUBINI

L’Autrice LUCREZIA RUBINI nella Silloge QUESTA NON È UNA POESIA adotta una tecnica poetica particolare per dare testimonianza esclusiva d’una essenza scritturale al netto di un linguaggio vero, autentico appartenente alla realtà di quella rassegna quotidiana.

La sua ricerca non usuale ma esistenziale con una creatività Artistica esprime sentimenti derivanti sia da scoperte palesi che dalla luce catartica d’introspettiva verità, spesso cruda che lamenta battaglie di violenze insostenibili.

Cardine d’una cecità sociale accertata che notifica quel diktat oscurale di uomini privi di sensibilità e responsabilità che varcano ponti di perversioni imperanti nel disequilibrio mentale.

I Testi della Poetessa RUBINI sono pennellate di rara bellezza una lente d’ingrandimento verso la DONNA amata nella sua ritmica virtuosa ma anche stuprata nella dignità nell’onore e nel corpo con consequenziali ferite.

Cicatrici custodite senza sconti nella teca d’un cuore trafitto concausa di dolore mai appassito.

Ove tracciano sconfitte personali ammantate di solitudine.

Il Libro, in sintetico fraseggio, sprigiona un potenziale d’attenzione e approda nella corsia vitale come viaggio d’unicità e di riscatto che lievita interesse nel lettore e verso la persona che, nonostante il macigno dello stupro logori silente, guarda al primordiale incanto che affonda in radici di libertà, nel decifrare parole liberatorie di appartenenza in un mondo creato su misura solo nella sua logica mentale, ma non dove la natura cosparge di profumi prati verdiani.

Come lo rivela il Componimento: UN MONDO TUTTO MIO un concetto di non condivisione di un universo dai parametri asimmetrici e scombussolati!

La Composizione dei versi PROSTITUTA richiama con eco assordante quel codice d’etica comportamentale che manca nel soggetto uomo senza scrupoli, ove nè addita la stima della detta facile presa gettata via per nulla.

La Scrittrice RUBINI, con insistenza e battito carnale, si sofferma sui punti salienti della figura maschile proiettata ad ostentare il peggio della sua consapevolezza umana lontano dai canoni tradizionali.

La Lirica MOLESTIA denota il dramma di sudici avvisaglie che in alcuni casi sfocia completamente in enfasiata paura, ove la DONNA è obbligata a subirne le tragiche disperazioni ma che nell’indole non disperde il filo logico di contemplare le fatiche per colpa di anime abissate nella cattiveria cui, ben citata, è la morale bella dedica all’Eroe ULISSE.

L’OPERA della Dott.ssa RUBINI è un contributo significativo al passaggio storico complesso- collettivo ma pur sempre di pregevoli annotazioni.

Nei versi predilige il ruolo conservatore dell’amata natura cui tangibile è risalto del vento- mare- cielo e sole ma non passano di certo inosservate l’ossessione e lo stato ansioso anche se attanagliano duramente, aprono le porte speranzose per annoverare riprese creative distaccate quanto possibile dalla centrifuga di stress.

Per rimembranze senza impedimenti risalenti all’ingenuità infantile, a quando il blu brillava all’orizzonte nel sereno vissuto, nel respiro della pace fino alla matura comunicativa giovanile.

<PIONIERI DEL NUOVO MONDO!>

In disaccordo con un tempo non più amico ma, come allora, il singolo individuo può intervistare la generazione sociale, erede per trarre la storia in un presente con i suoi cambiamenti non proprio consono alle simbiotiche vedute d’umano rapporto tra simili.

Ben stilato DALL’ AUTRICE in questo quadro operandi ove, nella galleria di nostalgici ricordi, cataloga commenti di rispettosa analisi antica, altrettanto nel teatro della vita rende protagoniste tematiche di spessore con anomalie viscerali nocive d’una inquietudine propalata da forte riflessione, quasi come un discorrere confidenziale.

Scrittrice – Poetessa – Saggista – Aforista – Prefatrice – Critico Letterario – Critico Teatrale – Recensora

LUCIANA   CAPECE

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Antonella Ariosto, nuova penna di questa pagina culturale

La scorsa settimana ha iniziata la collaborazione con questa pagina culturale la scrittrice Antonella Ariosto alla quale diamo un caloroso benvenuto nella certezza che i suoi articoli incontreranno il gradimento dei nostri affezionati lettori.

Antonina Ariosto, ma da sempre chiamata Antonella, nasce a Messina.

Fin da piccola, consigliata dalla mamma, legge molto e, appena undicenne, inizia a scrivere versi dedicati alla natura in stretto rapporto con la sua anima.

La madre le consiglia gli studi tecnico commerciale da lei effettivamente portati a termine con buon profitto.

La scrittura, tuttavia, rimarrà sempre il suo piacere più vero determinando il vero incontro con sé stessa.

Ha partecipato e vinto vari concorsi di poesia.

Per diverso tempo in un blog on-line ha scritto articoli dedicati a Roma e trattando argomenti di attualità.

Partecipa attivamente ai contest di scrittura creativa.

Ha scritto e pubblicato un racconto breve “Nina e i suoi voli” (Accademia Edizioni ed Eventi) e

3 libri di poesia “L’anima vola” (casa editrice Pluriversum); “Vita in equilibrio… instabile” (Accademia  Edizioni ed Eventi); “La Valigia di…” (Luciano Zampini editore).

Da qualche anno ha iniziato a scrivere un nuovo racconto che spera di terminare entro breve tempo per presentarlo a Ischia nella Biblioteca Antoniana, anche se la famiglia ha sempre avuto  la precedenza nella sua vita, sia da giovane mamma e sia ora da giovane nonna.

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

Il Dispari 20240219

LINGUA

NUSIV

EMMEGIISCHIA

IL DISPARI

 

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Professionisti DILA APS 20240301 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240301 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240301

Professionisti DILA APS 20240301 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov

prima parte

Liga Sarah: Ci parli del tuo paese, la Cecenia?

Ajub: Si, ora io vivo in Germania, ma i miei cari vivono ancora in Cecenia e li visito regolarmente. 

Mia madre e il mio amico Abu Pashaev vivono in Cecenia.

Mio padre era mullah e teologo, è morto.
La lingua cecena è una lingua di origine Nahu – Daghestan, parlata ora da oltre 1,3 milioni di ceceni.
Nel 2004 il regista Leonardo Giuliano, nato in Sicilia, ha realizzato una fiction film “Cecenia” sul giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, che si è recato in Cecenia e Georgia.
Anna Politkovskaya, una giornalista di origine ucraina nata a New York, ha scritto molto sulla Cecenia durante i suoi tempi turbolenti.
C’è persino un museo in Italia che onora lo sceicco ceceno Mansur Ushurma, un Robin Hood locale, un combattente contro la zarina di Russia Caterina la Grande. 

Alcuni affermano che il vero nome dello sceicco fosse Giambattista Boetti e che fosse nato a Camino, in Piemonte, ma sebbene interessante, è discutibile.
In Cecenia sono popolari, sia per i bambini che per i disabili, i master class dell’arte e dell’artigianato.

Io sono uno degli iniziatori di questa tradizione molto popolare in Cecenia.
Tra i miei apprendisti artisti più talentuosi, vorrei menzionare Abu Pashaev, scenografo, insegnante d’arte, ex politico, e poi Sulumbek Idrisov, ballerino ed attore, che ora vive in Danimarca.

Abu, Sulumbek e la giovane pittrice e grafica Eseta Chamaeva Mahmud sono ceceni, come me.
Leo Tolstoy, scrittore-filosofo, autore di “Guerra e pace”, che, come Mikhail Lermontov, prestò servizio a Grozny, la capitale della Cecenia, scrisse con simpatia sulle tradizioni e i caratteri dei ceceni.
Il mio amico, storico e folclorista Alvi Dakho, scrive in modo interessante.

Meglio di molti critici d’arte, lui comprende la nostra fede nei miti, senza i quali, come senza il talento di fantasticare, l’artista diventa grigio.
Inoltre, Alvi Dakho scrive in modo interessante sull’origine della lingua cecena e sulla nostra architettura locale.
Nei miei dipinti e nelle mie opere digitali riproduco spesso le tipiche torri della Cecenia, i cosiddetti erdbom che ora, a seguito degli ordini di Joseph Stalin, sono quasi tutti irrimediabilmente distrutti.
Gli scribi di origine cecena furono coloro che preservarono la scrittura ancestrale caldea ed ebraica.

 

Liga Sarah: Dove andrai nel tuo prossimo viaggio in Italia?

Ajub: Voglio visitare il museo in cui si vedono le reliquie e le immagini di Mansur Ushurma.
Voglio vedere l’isola paradisiaca d’Ischia, dove si tiene il Premio “Otto milioni” del quale io, a proposito, sono stato più volte uno dei vincitori e dove si pubblica il giornale IL DISPARI per il quale mi stati intervistando.
Voglio vedere la bella Sicilia e Roma.
Secondo le antiche mappe, 12 strade conducevano a Roma e la Città Eterna era raffigurata come una maestosa sovrana.
Voglio andare a una mostra di disegno italiano.
Voglio imparare l’italiano: una lingua bellissima.

Parlo tedesco, russo, ceceno e capisco la scrittura araba, ma non parlo arabo e considero l’italiano  la lingua dei gesti veloci e delle belle donne.

 Continua…

Professionisti DILA APS 20240301 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240223

Professionisti DILA APS 20240223

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Liga Sarah Lapinska intervista il pittore Sadulla Davletov

Liga Sarah Lapinska: Quali sono le tradizioni più preziose del Turkmenistan?
Sadulla Davletov: Molte preziose tradizioni popolari sono state preservate in Turkmenistan, anche nel campo della medicina, curando le malattie polmonari e bronchiali con il latte di cammelli, giumente e asini.
Sia nelle danze popolari, nei riti di matrimoni, nella realizzazione di halva e tappeti di seta, nella trasmissione di nostre abilità da una generazione all’altra.
Lì ci sono molti antichi mausolei e vecchie città, la chiesa cristiana – nestoriana di Kharoba – Kishok, le leggendarie antiche città di Margiana, Nisa ed altre.
Ogni paese e terra ha le proprie tradizioni, mentalità e ambienti, che svolgono il ruolo essenziale nella creazione della mentalità.
Sia i turisti provenienti dall’Italia che da altri paesi dovrebbero fare un viaggio attraverso le antiche città di Asia Centrale, i mausolei, le steppe, i deserti e le valli del Turkmenistan e dell’Uzbekistan.
Il Rinascimento in Italia nel XIV secolo e il Primo Rinascimento prima ancora influenzarono senza dubbio il mondo intero e tutte le tendenze dell’arte.
Anche da noi, in Asia Centrale.
È importante non dimenticare né il popolo italiano né quello turco, né la storia dell’arte, né le nostre radici personali.
La storia è il meccanismo che ci spinge avanti e verso il futuro.
Il progresso come strumento e come categoria filosofica esiste senza dubbio.
Sono i figli e i nipoti quelli che inconsapevolmente portano il progresso possibile.
Ogni persona che rispetta se stessa e la cui salute lo consente, dovrebbe avere almeno un animaletto domestico a casa.
Io ho i bellissimi e soffici gatti.
Noi, creature umane siamo molto simili ai gatti: spesso in attesa di aiuto, oltre che di carezze, coccole, conforto, calore.
Adoro anche i cavalli, non solo i trottatori di Akhaltek dal collo lungo, aggraziati e straordinariamente belli, insomma creature perfette.
Tutti gli artisti turkmeni amano riprodurre questa bellezza nelle loro opere.
I cavalli introducono nella mia vita creativa i simboli nazionali tipici del Turkmenistan e amo .
rappresentarli nelle mie pitture.,
L’Europa invece, è il centro dell’arte mondiale, in modo particolare il bellissimo Paese dei pittori, musicisti e sognatori, l’Italia.
Come artista, voglio guardare l’Italia antica e vedere con i miei occhi, nella vita reale, i suoi famosi musei, Pompei, l’isola d’Ischia, i monumenti, le fontane.
Conoscere la sua gente.
Voglio davvero viaggiare per tutta l’Europa.
Che Dio conceda che questo mio sogno possa avverarsi!
Antiche fortezze e castelli, villaggi pittoreschi, prati verdi e magnifiche foreste: così, d’altra parte, immagino la Lettonia, patria dell’intervistatrice.
Vorrei vedere anche questo Paese e ammirarlo.
È auspico che l’intervistatrice traduca in italiano sempre più opere turkmene e uzbeke e che vengano pubblicate in italiano, così come consiglio ai giovani Artisti turkmeni e uzbeki di partecipare con crescente entusiasmo ai concorsi artistici indetti in Italia, con particolare attenzione verso il Premio internazionale di Arti varie “OTTO MILIONI”, che so essere stato ideato dal poeta Bruno Mancini e che attualmente è organizzato dall’Associazione di promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS”.
Il Turkmenistan, come l’Italia, è un paese in cui l’artigianato popolare è onorato in tutti i suoi generi: tessitura di tappeti, di seta e d’altro, ceramica, cucina nazionale.

Professionisti DILA APS 20240223

Professionisti DILA APS 20240223

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Qualche domanda a Viesturs Āboliņš

La Russia vista da un Lettone – parte seconda

 Liga Sarah Lapinska: Quale argomento vuoi trattare in questa seconda parte della tua intervista?

Viesturs Āboliņš: Il corso degli eventi mostra che i nemici esterni e la guerra continua sono necessari per la Russia come unica idea efficace proprio per unificare la nazione attorno al regime impopolare dei nuovi ricchi post-sovietici.

In una tale situazione, la guerra minaccia non solo l’Ucraina, ma anche tutti i paesi confinanti,  enormemente più piccoli della Russia e, inoltre, addirittura i paesi più grandi del mondo. 

La conoscenza può proteggere le persone dalle azioni sbagliate.

Possiamo credere che i nostri antenati fossero giganti o farfalle, ignorando le ricerche degli archeologi e ascoltando i preti sull’argomento, ma la verità non cambia in seguito alle nostre baggianate.

Liga Sarah Lapinska: Esiste un prerequisito per la prosperità di una nazione?

Viesturs Āboliņš: Rispettare gli altri esseri umani. 

Cercare di capire e cercare di essere capito. 

Ecco a cosa serve la nostra lingua: non velare e non nascondere. 

Il linguaggio è uno strumento sia chiaro che veritiero, ma non una copertura per le bugie.

Liga Sarah Lapinska: Quali campi ti sono più vicini al sociologo come sei?

Viesturs Āboliņš: Lp’applicazione dei metodi sociali nel marketing, che possono essere utilizzati anche in scienze politiche, focus groups, interviste approfondite e le analisi del testo.

Liga Sarah Lapinska: E quali argomenti della storia ti sono più vicini?

Viesturs Āboliņš: La storia non è tanto vicina per me, però ora c’è il tempo della guerra, quindi è necessario capire per quali motivi si sono verificate due guerre mondiali, quali sono le emozioni e le aspettative da esse provocate e cosa ha portato gli esseri umani alle guerre mondiali. 

Cerco di scovare le tracce di eventi nei testi, nelle fotografie, nei fatti, nelle memorie, anche nei ricordi lasciati dai nostri morti. 

In passato cercavo risposte essenziali, perché le persone vanno in guerra e iniziano nuove guerre. 

Cosa provano e cosa vogliono.

Liga Sarah Lapinska: Cosa desideravi diventare da bambino?

Viesturs Āboliņš: Volevo diventare un aviatore di guerra.

Grazie a Dio  questo mio sogno non si è avverato.

Liga Sarah Lapinska: Quale arte italiana ti appassiona di più e quali opere d’arte ti emozionano particolarmente?

Viesturs Āboliņš: Sono affascinato dalla scultura, dalla pittura e dalle opere italiane: grandiose e gloriose. 

Ti tolgono il fiato mentre le godi.

Mi piace molto Auguste Rodin. 

All’Hermitage, a San Pietroburgo, sono rimasto particolarmente colpito da una sua scultura di piccole dimensioni: “Le mani dell’attrice”, e dalla rappresentazione di una giovane coppia che si bacia “Primavera”.

Quando ho visitato il museo Auguste Rodin a Parigi, ero già saturo. 

Troppe impressioni nel stesso tempo. 

Durante i miei studi sono rimasto affascinato da Antoine de Saint-Exupery, in particolare dal suo libro  “Il volo notturno”.

Intervista e traduzione di Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240119 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240112 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Una domanda a Viesturs Āboliņš

La Russia vista da un Lettone

 Liga Sarah Lapinska: Sappiamo che scrivi pubblicazioni sulla situazione economica, opportunità di solidarietà, storia e verità nascoste. Qual è il loro argomento principale?

Viesturs Āboliņš: La mia idea sullo sviluppo scientifico della società è spinto dalle considerazioni di sicurezza delle persone a me vicine. 

Sono nato e vivo in Lettonia, un piccolo paese europeo devastato dai fronti di due guerre mondiali nel XX secolo. 

Siamo entrati nella Prima Guerra mondiale come parte dell’Impero Russo, ma ne siamo usciti come un piccolo paese europeo. 

Nel 1939, mentre si preparava per la imminente guerra mondiale contro la Germania, la Russia Sovietica ha annesso il nostro paese, quindi siamo usciti dalle conseguenze della guerra solo dopo 52 anni, quando il regime sovietico è crollato nel 1991. 

I ricordi della mia famiglia, le mie esperienze di vita e i materiali storici degli archivi sovietici sono in evidente contrasto con la rappresentazione del mondo insegnata nelle scuole sovietiche. 

L’attuale attacco all’Ucraina e la minaccia della Russia al mondo con una catastrofe atomica non mi sorprendono, perché quelle minacce sono radicate nella percezione del mondo che è stata insegnata alla mia generazione nella scuola sovietica. 

La vittoria nella Seconda Guerra Mondiale sul regime di Adolph Hitler è stata presentata nelle scuole sovietiche come una prova del successo organizzativo, economico e spirituale sovietico. 

Quando la specifica idea economica comunista dimostrò in pratica senza dubbio la sua incapacità di produrre semplici prodotti quotidiani, l’Unione Sovietica crollò. 

Il passaggio al modello economico mondiale è avvenuto rapidamente, ma la visione del mondo circostante insegnata per generazioni nelle scuole sovietiche ha svolto un ruolo malvagio. 

Nelle scuole della Russia sovietica nel XX secolo hanno insegnato che tutti i ricchi sono criminali che si arricchiscono solo attraverso il crimine. 

Questa visione è stata profondamente e a lungo coltivata nella società sovietica. 

Nella Russia post-sovietica, poche persone hanno approfittato di opportunità inaspettate e spesso di qualsiasi mezzo per diventare rapidamente milionari e miliardari. 

Queste persone non vogliono più tornare al loro stato precedente, ma desiderano mantenere il potere per generazioni al fine di preservare le proprietà acquisite. 

Per deviare in sicurezza il malcontento pubblico dalle loro azioni impopolari e illegali, create dalle circostanze, su un altro argomento, gli ideologi del regime di Vladimir Putin hanno annesso in modo dimostrativo la Crimea, sono entrati in guerra in Siria e alla fine hanno attaccato apertamente l’Ucraina. 

Gli ideologi del regime di Vladimir Putin negano pubblicamente che l’Ucraina sia una Nazione, definiscono l’Ucraina come uno Stato fascista, accusano l’Occidente di sostenere il fascismo e di preparare l’attacco contro la Russia. 

Intervista e traduzione di Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240112 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240229 – Il Dispari: Luciano Somma Radio 1

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Professionisti DILA APS 20240229 - Il Dispari: Luciano Somma  Radio 1

 

Luciano Somma | LE RADIO AD ISCHIA

prima puntata

Nella metà degli anni 70 collaboravo con molte emittenti libere Campane conducendo programmi di poesie intervallati da telefonate in diretta e canzoni.

Alcune erano molto seguite tenendo conto della novità, specie nei programmi notturni.

Ad Ischia nacquero RADIO ISOLA VERDE e RADIO ISCHIA e nel 1976 iniziavo ad essere, particolarmente nel periodo estivo, spesso ospite nella trasmissione notturna: “DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE“ condotta da Beppi Banfi coadiuvato più volte dalla sorella Patrizia, con telefonate in diretta, una sfilza di ospiti: poeti, cantanti, personaggi dello spettacolo.

In quell’anno il mio nome diventò molto popolare avendo io vinto il primo premio con la poesia DIMANE al prestigioso PREMIO NICOLARDI con un assegno di 250.000 lire e la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica.

Nello stesso anno uscì il libro dal titolo omonimo DIMANE in due edizioni numerate di 1200 copie, una nel 1977 e l’altra nel 1978 della EDIZIONE DEGLI ARTISTI di Ciro Riemma di Napoli.

Alcune volte la trasmissione finiva intorno alle 4 del mattino, sottraendomi diverse ore di sonno anche perché amavo pescare e dunque fino alle 8 del mattino mi dedicavo a questa mia ulteriore passione dormendo fino a mezzogiorno e recuperando qualche altra ora nel pomeriggio.

Ma il boom l’emittente lo ebbe quando per irregolarità, furono chiuse quasi tutte le radio libere ad eccezione di RADIO ISCHIA, appunto, e RADIO ANTENNA CAPRI a Napoli.

Gli ascoltatori furono veramente tantissimi, considerando che l’emittente si ascoltava in tutta la zona flegrea, a Napoli, fino ad arrivare alle porte di Formia nel Lazio.

Dopo qualche estate mi affiancava come ospite il poeta PERPPE SANTAGATA e qualche volta interveniva il compianto RENATO FATTORE che aveva la voce molto simile al grandissimo TOTO’.

Quante nottate, sorseggiando un ottimo caffè, dialogavamo al telefono con i vari ascoltatori, non solo ischitani, i quali leggevano poesie, raccontavano aneddoti, spaccati della loro vita e le ore volavano, l’orologio c’indicava che era ora di finire la trasmissione.

Ischia non era soltanto l’Isola incantata dell’amore ma anche fonte di cultura ed amicizia grazie a queste splendide e innovative iniziative.

Professionisti DILA APS 20240229 - Il Dispari: Luciano Somma  Radio 1

 

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LE CANZONI CHE PARLANO DI ISCHIA

terza puntata

Tra i tanti autori che scrissero canzoni che parlano di Ischia ci piace ricordare Vincenzo Acampora, mio coautore di tante canzoni.

Lui,  con le parole di De Gregorio scrisse la celeberrima VIERNO, e con Enrico Buonafede e Franco Colosimo scrisse la musica di “ CANZUNCELLA A DDOJE VOCE .“

Riccardo Pazzaglia insieme a Domenico Modugno (quest’ultimo  lo conobbi in una magnifica serata al CASTILLO D’ARAGONA) chiese al pubblico il titolo per una sua nuova canzone e io gli suggerii: TORNEREMO A CASA INSIEME che poi fu incisa ed inserita nel suo numerosissimo repertorio.

La canzone dedicata all’isola s’intitolò ISCHIA STA MIEZ’’O MARE di Nisa (pseudonimo di Nicola Salerno) e Fanciulli – Nino Oliviero – Ettore De Mura – Mario De Angelis.

In quegli anni, 1950, ci fu un vero boom di canzoni dedicate ad Ischia.

Di queste oggi se ne ascoltano solo poche come la famosa ISCHITANA (che fu scritta nel 1900 e, molto probabilmente, può essere ritenuta come la prima vera canzone dedicata a Ischia)  con testo  del poeta Vincenzo Cipro, giornalista del periodico “La Follia”, e con la musica di Giuseppe Salzano.

Balere e night furoreggiavano coi motivi lenti, quelli dei famosi balli della mattonella diventati leggenda.

‘O RANGIO FELLONE e ‘O PIGNATIELLO, per citare i più noti, videro nascere tanti amori.

Si ballava guancia a guancia e ci si stringeva nelle romanticissime ore notturne a volte fino al nascere dell’alba, lo sciabordio delle onde faceva da dolce contorno…

La vita ischitana col suo fascino, col suo folklore, con la sua musica, con le sue inestimabili bellezze, lascia un ricordo indelebile per chi l’ha conosciuta pochi giorni o diversi anni, e le canzoni, anche se in gran parte poco conosciute dal grosso pubblico, danno ancora nell’ascolto un brivido arcano…

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240222 - Il Dispari: Luciano Somma 3

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Professionisti DILA APS 20240209

Professionisti DILA APS 20240209

Professionisti DILA APS 20240209

Luciano Somma | LE CANZONI CHE PARLANO D’ISCHIA

Ed ora, come preannunciato nel precedente articolo, eccoci a “Le canzoni che parlano d’Ischia”.

I 6 Comuni, tra fantasia e realtà, hanno tante storie da raccontare dalle fiabesche voci delle sirene che dal mare giungono ad allietare il sonno dei pescatori, al lampadario di stelle che dal cielo veglia sugli amori Isolani: tutti argomenti che arricchiscono le tematiche e le rendono leggende.

è datata 1900 la prima canzone dedicata ad Ischia dal titolo ISCHTANA, frutto del poeta Vincenzo Cipro e della musica di Giuseppe Salzano .

“Ccà, nu cielo nu mare e na rena / ccà te parleno sempe d’ammore“ furono le parole del ritornello più famose.

Negli anni 50 si fece a gara, tra gli autori ed i cantanti, a chi scrivesse il brano più bello.

Tra i tanti esecutori ricordiamo Giacomo Rondinella, Pino Daniele, Umberto Boselli, Tony Tammaro, Fred Bongusto, Franco Nico, Nino Fiore, Tony Raico, Egisto Sarnelli, Tony Sigillo, il grande Toto’ (Principe Antonio de Curtis) ed anche i non napoletani come Mina e Nilla Pizzi, ed ancora tantissimi che elencarli tutti sarebbe un’impresa molto difficile.

Negli anni 50 il poeta Tito Manlio scrisse il testo: Ischia Parole e Musica,  musica dal M° Marcello Gigante.

La canzone ebbe un grandissimo successo tant’è che i sindaci dei 6 comuni si sdebitarono del gradito omaggio e nel salone delle Terme Regina Isabella regalarono un pezzo di terra,  in riva al mare per costruire una casetta che potesse dare all’autore pace e serenità nell’ammirare la bellezza d’un incomparabile mare…

Ischia è ineguagliabile e insuperabile per il suo fascino che nel tempo aumenta sempre di più ed è ambita meta non solo turistica ma anche di chi ama conoscere luoghi ameni.

Ben vengano dunque canzoni che parlano di lei, nel prossimo articolo cercherò di dilungarmi per fornire ulteriori notizie, ma sempre sintetizzandone i contenuti.

Troppi  i luoghi da visitare ed ammirare impediscono un discorso più ampio e vorrebbero decine di migliaia di pagine per poterne illustrare un’eterna avventura vissuta lontana, anche se non troppo, dal continente…

Luciano Somma

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

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Il Dispari 20240226

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Terza puntata

Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Costui, in fondo, era un uomo gioioso e collerico, sensuale rude e tenero, bislacco e profondo, futile e sottile. Un brivido per donne di sani tradizionali principi, per maschi timorosi di confronti e per tutte le belle statuine dei presepi viventi allestiti nelle piazze e nelle feste di paese.

Nessuna persona provvista di buon senso avrebbe voluto provocare un confronto con la sua dissacrante, violenta ed anarchica mancanza d’auto ironia:

-«Coloro che bussano alla porta, i bussanti, i bussatori – e così anche il liquido di una bottiglia dal tappo di sughero biondo come la schiuma della mia birra commerciale o come i baffi scoloriti dalle tremila sigarette che fumo in meno di cinquanta giorni – non sempre sono i migliori nel catalogo degli attesi.

Io credo che l’America avrebbe dichiarato guerra al Giappone per l’affronto delle Hawaii, ma non si sarebbe impegnata nello scacchiere europeo se l’Italia non fosse stata in lizza.

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Senza la partecipazione del nostro Duce al conflitto, loro, le stelle e strisce, avrebbero comodamente sistemato l’orticello acquatico del vicino Pacifico non creandosi altre preoccupazioni.

Le fabbriche di cannoni ed ogive per proiettili dalle svariate caratteristiche, avrebbero continuato a produrre utili e benessere economico con minime perdite di vite umane, sia in regime di guerra, sia nel successivo tempo di ricostruzione.

Ma “la popolo ed il popolazione” nel continente a stelle e strisce era formato in maggioranza da itali americani.

“Non salviamo i nostri cugini zie e nipoti amici fratelli padri nonni madri cumparielli padrini sorelle consanguinei conoscenti? Il cattivo li opprime.

Noi siamo la libertà.

Loro, gli Italioti, custodi delle nostre radici, delle nostre origini, delle nostre fedi, sono persone a noi care. I nostri consanguinei sono ingenui, semplici, affettuosi, docili, simpatici, gentili, ospitali.

Sono poveri scemi imbrogliati dal fottuto figlio di puttana. Abbiamo lottato contro le Montagne Rocciose, gli Apache, il Fiume Colorado, Geronimo, ed il Deserto del Nevada, che facciamo, gli spettatori nella corsa alla conquista dell’Italia, l’origine delle nostre origini?

Non sia mai detto!

Andiamo.

WE GO.”

E vennero.

Non piangere, bambino, tua madre fu violentata da truppe marocchine, sì, sotto il comando di…, sì, sì, sì… ma non erano i cugini, neppure le settantamila, settecentomila, sette milioni, sette miliardi di tonnellate di bombe a tonnellate sui vicoli palazzi spiazzi giardini pubblici scuole chiese alberghi prostiboli… et de hoc satis.»

Questo racconto tenta di forzarmi la mano ed impormi continue traiettorie, contigue confinanti collaterali collegate complici comuni compiacenti, che non rientrano nella serafica visione morfologica che inizialmente avevo architettato.

Il breve ritratto di un Costui spolverato dal manuale del tipico esistenzialista pacifista comunisteggiante anarcoide, non prevedeva la messa in scena di un superbioso trattato storico sociale.

Costui quindi tornerà accanto alle altre figure nobili della ormai distrutta civiltà che abbiamo vissuto nella ex Isola Verde. Tuttavia, per non convalidare la tesi secondo la quale non avrei rispetto per nessuna giusta curiosità, e tanto meno per gli ormai codificati standard letterari, completerò in poche righe la tesi elaborata da Costui.

Il Cattivissimo perse la guerra, poiché aveva commesso l’errore madornale ed irreparabile di pretendere l’alleanza del Semi Cattivo. Ciò in quanto tutte le operazioni militari del suo Sub alleato si rivelarono tanto velleitarie quanto inutili e dispersive.

La Grecia, l’Albania, la Libia, l’Eritrea, l’Egitto, l’Etiopia, Malta, Cirenaica Trento e Trieste pur non essendo di alcuna valenza nella economia bellica, crearono ostacoli di grossa portata alle armate del Super Io chiamate in soccorso dei bravi soldatini disarmati affamati e male equipaggiati che il Mini Dux aveva gettato allo sbaraglio al grido di “Avanti savoiardi”.

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240226

Un giorno sì e l’altro pure, “Egli, il mini” mandava emissari a chiedere aiuti “Il pan ci manca”, e ad implorare “Benzin benzin”. Per di più generali afflitti dalle vicende di Taranto, Capo Matapam, Tobruc, e poi Grecia, e poi e poi… aggredivano, si fa per dire, il Maine Super con assillante continuità.

Da queste considerazioni Costui traeva la conclusione che il Baffo Tedesco, senza l’intervento raffazzonato e sconclusionato dell’Amico Guaifondaio, potendo utilizzare in maniera non dispersiva forze superiori sui fronti strategicamente determinanti, sarebbe riuscito a sopraffare le difese nemiche.

Egli rafforzava questa sua tesi elaborando il concetto che le Stelle e Strisce erano entrate in guerra contro il Super Deux solo in ragione della presenza dei Nostri concittadini (piccolo interessuccio economico populistico).

Non tutti siamo d’accordo.

Non tutti abbiamo natura di “affermanti”.

Non può non esserci un limite.

è vero che il Super comandava il plotone di esecuzione, ma erano altri a premere i grilletti.

Allora io ancora non sapevo che nello stesso giorno del mio secondo compleanno il Super Iper Max Baffo Maine aveva ammazzato pure se stesso!

Suicida.

Altri personaggi candidati: – Andrea – Ciccio – Aniello…

Volendo comprendere le banalità insite nelle semplificazioni adoperate per ridurre in un breve promemoria una serie di azioni, tra loro simili ma differenti, è sufficiente permeare, spianare, e quindi valutare, quanto viene affermato in uno dei più celebri messaggi popolari. Affidato a noi ragazzi dai saggi vissuti negli anni delle Pinete d’Ischia, esso proclamava: “Occhio che non vede, cuore che non soffre”.

Andrea era cieco e soffriva, sia a causa delle oggettive privazioni di cui la sua quotidianità risultava costellata, sia per i ricordi di quante meravigliose immagini avevano fermato i suoi sguardi nei tempi passati. Egli pativa anche, o forse principalmente, in quanto il buio visivo nel quale era immerso da anni aveva dapprima circoscritta, ed infine definitivamente imprigionata, la sua indole di spontanea prorompente ricerca conoscitiva.

In un evidente contrappunto ai limiti fisici caratterizzati dalla deficiente situazione sensoriale, Andrea aveva affinata una capacità mnemonica quasi oltraggiosa a confronto di quella dei vedenti. Ogni settimana, prevalentemente di venerdì, lo scrutavo mentre era impegnato a scandire una sequenza impressionante di colonne totocalcio alla compagnia di un esiguo gruppo d’amici. Eseguiva, mentalmente, complicate elaborazioni. Dettava serie enormi di dati che altrimenti si potevano attenere solo rivolgendosi a ricevitorie speciali dotate d’apposite attrezzature computerizzate. Robotizzato, era un aggettivo che specificava bene le sue attitudini. Non solo per lui era elementare lo sviluppo del “sistema” di sette doppie (che si articola in cento ventotto colonne di tredici segni ciascuna), ma con stupefacente naturalezza, bevendo un cappuccino e fumando un pacchetto d’Edelweiss, riusciva a dettare la serie completa di colonne di tutti gli altri sistemi, integrali o ridotti, per i quali gli si chiedeva collaborazione: quattro triple, tre triple e tre doppie, cinque triple e tre doppie ecc.

Non dico che ritenevo impossibile memorizzarne le formule, ma che mi colpiva la sua abilità di specificarne le risultanti colonne senza potersi servire d’alcun aiuto. Insomma sono tuttora convinto che è certamente un risultato di grande concentrazione riuscire, senza neppure un foglio di carta ed una penna, ad elaborare quegli insiemi composti da tante numerose variabili.

Il Dispari 20240226

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

CRITICA LETTERARIA DI LUCIANA CAPECE

Ringrazio calorosamente la nota Associazione DILA APS rappresentata dal Presidente BRUNO MANCINI (un patrimonio di risonanza divulgativa) per aver dato questa opportunità a me, Scrittrice LUCIANA CAPECE, di avere il vanto e l’onore di pubblicare nella pagina culturale del quotidiano IL DISPARI, linfa magistrale d’un canale Artistico Editoriale d’affermata fama INTERNAZIONALE  Diretto Eccellentemente dal Grande Editore GAETANO DI MEGLIO!

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

“QUESTA NON È UNA POESIA” DI LUCREZIA RUBINI

L’Autrice LUCREZIA RUBINI nella Silloge QUESTA NON È UNA POESIA adotta una tecnica poetica particolare per dare testimonianza esclusiva d’una essenza scritturale al netto di un linguaggio vero, autentico appartenente alla realtà di quella rassegna quotidiana.

La sua ricerca non usuale ma esistenziale con una creatività Artistica esprime sentimenti derivanti sia da scoperte palesi che dalla luce catartica d’introspettiva verità, spesso cruda che lamenta battaglie di violenze insostenibili.

Cardine d’una cecità sociale accertata che notifica quel diktat oscurale di uomini privi di sensibilità e responsabilità che varcano ponti di perversioni imperanti nel disequilibrio mentale.

I Testi della Poetessa RUBINI sono pennellate di rara bellezza una lente d’ingrandimento verso la DONNA amata nella sua ritmica virtuosa ma anche stuprata nella dignità nell’onore e nel corpo con consequenziali ferite.

Cicatrici custodite senza sconti nella teca d’un cuore trafitto concausa di dolore mai appassito.

Ove tracciano sconfitte personali ammantate di solitudine.

Il Libro, in sintetico fraseggio, sprigiona un potenziale d’attenzione e approda nella corsia vitale come viaggio d’unicità e di riscatto che lievita interesse nel lettore e verso la persona che, nonostante il macigno dello stupro logori silente, guarda al primordiale incanto che affonda in radici di libertà, nel decifrare parole liberatorie di appartenenza in un mondo creato su misura solo nella sua logica mentale, ma non dove la natura cosparge di profumi prati verdiani.

Come lo rivela il Componimento: UN MONDO TUTTO MIO un concetto di non condivisione di un universo dai parametri asimmetrici e scombussolati!

La Composizione dei versi PROSTITUTA richiama con eco assordante quel codice d’etica comportamentale che manca nel soggetto uomo senza scrupoli, ove nè addita la stima della detta facile presa gettata via per nulla.

La Scrittrice RUBINI, con insistenza e battito carnale, si sofferma sui punti salienti della figura maschile proiettata ad ostentare il peggio della sua consapevolezza umana lontano dai canoni tradizionali.

La Lirica MOLESTIA denota il dramma di sudici avvisaglie che in alcuni casi sfocia completamente in enfasiata paura, ove la DONNA è obbligata a subirne le tragiche disperazioni ma che nell’indole non disperde il filo logico di contemplare le fatiche per colpa di anime abissate nella cattiveria cui, ben citata, è la morale bella dedica all’Eroe ULISSE.

L’OPERA della Dott.ssa RUBINI è un contributo significativo al passaggio storico complesso- collettivo ma pur sempre di pregevoli annotazioni.

Nei versi predilige il ruolo conservatore dell’amata natura cui tangibile è risalto del vento- mare- cielo e sole ma non passano di certo inosservate l’ossessione e lo stato ansioso anche se attanagliano duramente, aprono le porte speranzose per annoverare riprese creative distaccate quanto possibile dalla centrifuga di stress.

Per rimembranze senza impedimenti risalenti all’ingenuità infantile, a quando il blu brillava all’orizzonte nel sereno vissuto, nel respiro della pace fino alla matura comunicativa giovanile.

<PIONIERI DEL NUOVO MONDO!>

In disaccordo con un tempo non più amico ma, come allora, il singolo individuo può intervistare la generazione sociale, erede per trarre la storia in un presente con i suoi cambiamenti non proprio consono alle simbiotiche vedute d’umano rapporto tra simili.

Ben stilato DALL’ AUTRICE in questo quadro operandi ove, nella galleria di nostalgici ricordi, cataloga commenti di rispettosa analisi antica, altrettanto nel teatro della vita rende protagoniste tematiche di spessore con anomalie viscerali nocive d’una inquietudine propalata da forte riflessione, quasi come un discorrere confidenziale.

Scrittrice – Poetessa – Saggista – Aforista – Prefatrice – Critico Letterario – Critico Teatrale – Recensora

LUCIANA   CAPECE

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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Antonella Ariosto, nuova penna di questa pagina culturale

La scorsa settimana ha iniziata la collaborazione con questa pagina culturale la scrittrice Antonella Ariosto alla quale diamo un caloroso benvenuto nella certezza che i suoi articoli incontreranno il gradimento dei nostri affezionati lettori.

Antonina Ariosto, ma da sempre chiamata Antonella, nasce a Messina.

Fin da piccola, consigliata dalla mamma, legge molto e, appena undicenne, inizia a scrivere versi dedicati alla natura in stretto rapporto con la sua anima.

La madre le consiglia gli studi tecnico commerciale da lei effettivamente portati a termine con buon profitto.

La scrittura, tuttavia, rimarrà sempre il suo piacere più vero determinando il vero incontro con sé stessa.

Ha partecipato e vinto vari concorsi di poesia.

Per diverso tempo in un blog on-line ha scritto articoli dedicati a Roma e trattando argomenti di attualità.

Partecipa attivamente ai contest di scrittura creativa.

Ha scritto e pubblicato un racconto breve “Nina e i suoi voli” (Accademia Edizioni ed Eventi) e

3 libri di poesia “L’anima vola” (casa editrice Pluriversum); “Vita in equilibrio… instabile” (Accademia  Edizioni ed Eventi); “La Valigia di…” (Luciano Zampini editore).

Da qualche anno ha iniziato a scrivere un nuovo racconto che spera di terminare entro breve tempo per presentarlo a Ischia nella Biblioteca Antoniana, anche se la famiglia ha sempre avuto  la precedenza nella sua vita, sia da giovane mamma e sia ora da giovane nonna.

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

DILA

NUSIV

 

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Professionisti DILA APS 20240223 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240223

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Liga Sarah Lapinska intervista il pittore Sadulla Davletov

Liga Sarah Lapinska: Quali sono le tradizioni più preziose del Turkmenistan?
Sadulla Davletov: Molte preziose tradizioni popolari sono state preservate in Turkmenistan, anche nel campo della medicina, curando le malattie polmonari e bronchiali con il latte di cammelli, giumente e asini.
Sia nelle danze popolari, nei riti di matrimoni, nella realizzazione di halva e tappeti di seta, nella trasmissione di nostre abilità da una generazione all’altra.
Lì ci sono molti antichi mausolei e vecchie città, la chiesa cristiana – nestoriana di Kharoba – Kishok, le leggendarie antiche città di Margiana, Nisa ed altre.
Ogni paese e terra ha le proprie tradizioni, mentalità e ambienti, che svolgono il ruolo essenziale nella creazione della mentalità.
Sia i turisti provenienti dall’Italia che da altri paesi dovrebbero fare un viaggio attraverso le antiche città di Asia Centrale, i mausolei, le steppe, i deserti e le valli del Turkmenistan e dell’Uzbekistan.
Il Rinascimento in Italia nel XIV secolo e il Primo Rinascimento prima ancora influenzarono senza dubbio il mondo intero e tutte le tendenze dell’arte.
Anche da noi, in Asia Centrale.
È importante non dimenticare né il popolo italiano né quello turco, né la storia dell’arte, né le nostre radici personali.
La storia è il meccanismo che ci spinge avanti e verso il futuro.
Il progresso come strumento e come categoria filosofica esiste senza dubbio.
Sono i figli e i nipoti quelli che inconsapevolmente portano il progresso possibile.
Ogni persona che rispetta se stessa e la cui salute lo consente, dovrebbe avere almeno un animaletto domestico a casa.
Io ho i bellissimi e soffici gatti.
Noi, creature umane siamo molto simili ai gatti: spesso in attesa di aiuto, oltre che di carezze, coccole, conforto, calore.
Adoro anche i cavalli, non solo i trottatori di Akhaltek dal collo lungo, aggraziati e straordinariamente belli, insomma creature perfette.
Tutti gli artisti turkmeni amano riprodurre questa bellezza nelle loro opere.
I cavalli introducono nella mia vita creativa i simboli nazionali tipici del Turkmenistan e amo .
rappresentarli nelle mie pitture.,
L’Europa invece, è il centro dell’arte mondiale, in modo particolare il bellissimo Paese dei pittori, musicisti e sognatori, l’Italia.
Come artista, voglio guardare l’Italia antica e vedere con i miei occhi, nella vita reale, i suoi famosi musei, Pompei, l’isola d’Ischia, i monumenti, le fontane.
Conoscere la sua gente.
Voglio davvero viaggiare per tutta l’Europa.
Che Dio conceda che questo mio sogno possa avverarsi!
Antiche fortezze e castelli, villaggi pittoreschi, prati verdi e magnifiche foreste: così, d’altra parte, immagino la Lettonia, patria dell’intervistatrice.
Vorrei vedere anche questo Paese e ammirarlo.
È auspico che l’intervistatrice traduca in italiano sempre più opere turkmene e uzbeke e che vengano pubblicate in italiano, così come consiglio ai giovani Artisti turkmeni e uzbeki di partecipare con crescente entusiasmo ai concorsi artistici indetti in Italia, con particolare attenzione verso il Premio internazionale di Arti varie “OTTO MILIONI”, che so essere stato ideato dal poeta Bruno Mancini e che attualmente è organizzato dall’Associazione di promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS”.
Il Turkmenistan, come l’Italia, è un paese in cui l’artigianato popolare è onorato in tutti i suoi generi: tessitura di tappeti, di seta e d’altro, ceramica, cucina nazionale.

Professionisti DILA APS 20240223

Professionisti DILA APS 20240223

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Qualche domanda a Viesturs Āboliņš

La Russia vista da un Lettone – parte seconda

 Liga Sarah Lapinska: Quale argomento vuoi trattare in questa seconda parte della tua intervista?

Viesturs Āboliņš: Il corso degli eventi mostra che i nemici esterni e la guerra continua sono necessari per la Russia come unica idea efficace proprio per unificare la nazione attorno al regime impopolare dei nuovi ricchi post-sovietici.

In una tale situazione, la guerra minaccia non solo l’Ucraina, ma anche tutti i paesi confinanti,  enormemente più piccoli della Russia e, inoltre, addirittura i paesi più grandi del mondo. 

La conoscenza può proteggere le persone dalle azioni sbagliate.

Possiamo credere che i nostri antenati fossero giganti o farfalle, ignorando le ricerche degli archeologi e ascoltando i preti sull’argomento, ma la verità non cambia in seguito alle nostre baggianate.

Liga Sarah Lapinska: Esiste un prerequisito per la prosperità di una nazione?

Viesturs Āboliņš: Rispettare gli altri esseri umani. 

Cercare di capire e cercare di essere capito. 

Ecco a cosa serve la nostra lingua: non velare e non nascondere. 

Il linguaggio è uno strumento sia chiaro che veritiero, ma non una copertura per le bugie.

Liga Sarah Lapinska: Quali campi ti sono più vicini al sociologo come sei?

Viesturs Āboliņš: Lp’applicazione dei metodi sociali nel marketing, che possono essere utilizzati anche in scienze politiche, focus groups, interviste approfondite e le analisi del testo.

Liga Sarah Lapinska: E quali argomenti della storia ti sono più vicini?

Viesturs Āboliņš: La storia non è tanto vicina per me, però ora c’è il tempo della guerra, quindi è necessario capire per quali motivi si sono verificate due guerre mondiali, quali sono le emozioni e le aspettative da esse provocate e cosa ha portato gli esseri umani alle guerre mondiali. 

Cerco di scovare le tracce di eventi nei testi, nelle fotografie, nei fatti, nelle memorie, anche nei ricordi lasciati dai nostri morti. 

In passato cercavo risposte essenziali, perché le persone vanno in guerra e iniziano nuove guerre. 

Cosa provano e cosa vogliono.

Liga Sarah Lapinska: Cosa desideravi diventare da bambino?

Viesturs Āboliņš: Volevo diventare un aviatore di guerra.

Grazie a Dio  questo mio sogno non si è avverato.

Liga Sarah Lapinska: Quale arte italiana ti appassiona di più e quali opere d’arte ti emozionano particolarmente?

Viesturs Āboliņš: Sono affascinato dalla scultura, dalla pittura e dalle opere italiane: grandiose e gloriose. 

Ti tolgono il fiato mentre le godi.

Mi piace molto Auguste Rodin. 

All’Hermitage, a San Pietroburgo, sono rimasto particolarmente colpito da una sua scultura di piccole dimensioni: “Le mani dell’attrice”, e dalla rappresentazione di una giovane coppia che si bacia “Primavera”.

Quando ho visitato il museo Auguste Rodin a Parigi, ero già saturo. 

Troppe impressioni nel stesso tempo. 

Durante i miei studi sono rimasto affascinato da Antoine de Saint-Exupery, in particolare dal suo libro  “Il volo notturno”.

Intervista e traduzione di Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240119 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240112 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240112

Una domanda a Viesturs Āboliņš

La Russia vista da un Lettone

 Liga Sarah Lapinska: Sappiamo che scrivi pubblicazioni sulla situazione economica, opportunità di solidarietà, storia e verità nascoste. Qual è il loro argomento principale?

Viesturs Āboliņš: La mia idea sullo sviluppo scientifico della società è spinto dalle considerazioni di sicurezza delle persone a me vicine. 

Sono nato e vivo in Lettonia, un piccolo paese europeo devastato dai fronti di due guerre mondiali nel XX secolo. 

Siamo entrati nella Prima Guerra mondiale come parte dell’Impero Russo, ma ne siamo usciti come un piccolo paese europeo. 

Nel 1939, mentre si preparava per la imminente guerra mondiale contro la Germania, la Russia Sovietica ha annesso il nostro paese, quindi siamo usciti dalle conseguenze della guerra solo dopo 52 anni, quando il regime sovietico è crollato nel 1991. 

I ricordi della mia famiglia, le mie esperienze di vita e i materiali storici degli archivi sovietici sono in evidente contrasto con la rappresentazione del mondo insegnata nelle scuole sovietiche. 

L’attuale attacco all’Ucraina e la minaccia della Russia al mondo con una catastrofe atomica non mi sorprendono, perché quelle minacce sono radicate nella percezione del mondo che è stata insegnata alla mia generazione nella scuola sovietica. 

La vittoria nella Seconda Guerra Mondiale sul regime di Adolph Hitler è stata presentata nelle scuole sovietiche come una prova del successo organizzativo, economico e spirituale sovietico. 

Quando la specifica idea economica comunista dimostrò in pratica senza dubbio la sua incapacità di produrre semplici prodotti quotidiani, l’Unione Sovietica crollò. 

Il passaggio al modello economico mondiale è avvenuto rapidamente, ma la visione del mondo circostante insegnata per generazioni nelle scuole sovietiche ha svolto un ruolo malvagio. 

Nelle scuole della Russia sovietica nel XX secolo hanno insegnato che tutti i ricchi sono criminali che si arricchiscono solo attraverso il crimine. 

Questa visione è stata profondamente e a lungo coltivata nella società sovietica. 

Nella Russia post-sovietica, poche persone hanno approfittato di opportunità inaspettate e spesso di qualsiasi mezzo per diventare rapidamente milionari e miliardari. 

Queste persone non vogliono più tornare al loro stato precedente, ma desiderano mantenere il potere per generazioni al fine di preservare le proprietà acquisite. 

Per deviare in sicurezza il malcontento pubblico dalle loro azioni impopolari e illegali, create dalle circostanze, su un altro argomento, gli ideologi del regime di Vladimir Putin hanno annesso in modo dimostrativo la Crimea, sono entrati in guerra in Siria e alla fine hanno attaccato apertamente l’Ucraina. 

Gli ideologi del regime di Vladimir Putin negano pubblicamente che l’Ucraina sia una Nazione, definiscono l’Ucraina come uno Stato fascista, accusano l’Occidente di sostenere il fascismo e di preparare l’attacco contro la Russia. 

Intervista e traduzione di Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240112 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240222 – Il Dispari: Luciano Somma 3

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LE CANZONI CHE PARLANO DI ISCHIA

terza puntata

Tra i tanti autori che scrissero canzoni che parlano di Ischia ci piace ricordare Vincenzo Acampora, mio coautore di tante canzoni.

Lui,  con le parole di De Gregorio scrisse la celeberrima VIERNO, e con Enrico Buonafede e Franco Colosimo scrisse la musica di “ CANZUNCELLA A DDOJE VOCE .“

Riccardo Pazzaglia insieme a Domenico Modugno (quest’ultimo  lo conobbi in una magnifica serata al CASTILLO D’ARAGONA) chiese al pubblico il titolo per una sua nuova canzone e io gli suggerii: TORNEREMO A CASA INSIEME che poi fu incisa ed inserita nel suo numerosissimo repertorio.

La canzone dedicata all’isola s’intitolò ISCHIA STA MIEZ’’O MARE di Nisa (pseudonimo di Nicola Salerno) e Fanciulli – Nino Oliviero – Ettore De Mura – Mario De Angelis.

In quegli anni, 1950, ci fu un vero boom di canzoni dedicate ad Ischia.

Di queste oggi se ne ascoltano solo poche come la famosa ISCHITANA (che fu scritta nel 1900 e, molto probabilmente, può essere ritenuta come la prima vera canzone dedicata a Ischia)  con testo  del poeta Vincenzo Cipro, giornalista del periodico “La Follia”, e con la musica di Giuseppe Salzano.

Balere e night furoreggiavano coi motivi lenti, quelli dei famosi balli della mattonella diventati leggenda.

‘O RANGIO FELLONE e ‘O PIGNATIELLO, per citare i più noti, videro nascere tanti amori.

Si ballava guancia a guancia e ci si stringeva nelle romanticissime ore notturne a volte fino al nascere dell’alba, lo sciabordio delle onde faceva da dolce contorno…

La vita ischitana col suo fascino, col suo folklore, con la sua musica, con le sue inestimabili bellezze, lascia un ricordo indelebile per chi l’ha conosciuta pochi giorni o diversi anni, e le canzoni, anche se in gran parte poco conosciute dal grosso pubblico, danno ancora nell’ascolto un brivido arcano…

LUCIANO SOMMA

Professionisti DILA APS 20240222 - Il Dispari: Luciano Somma 3

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Professionisti DILA APS 20240209

Professionisti DILA APS 20240209

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Luciano Somma | LE CANZONI CHE PARLANO D’ISCHIA

Ed ora, come preannunciato nel precedente articolo, eccoci a “Le canzoni che parlano d’Ischia”.

I 6 Comuni, tra fantasia e realtà, hanno tante storie da raccontare dalle fiabesche voci delle sirene che dal mare giungono ad allietare il sonno dei pescatori, al lampadario di stelle che dal cielo veglia sugli amori Isolani: tutti argomenti che arricchiscono le tematiche e le rendono leggende.

è datata 1900 la prima canzone dedicata ad Ischia dal titolo ISCHTANA, frutto del poeta Vincenzo Cipro e della musica di Giuseppe Salzano .

“Ccà, nu cielo nu mare e na rena / ccà te parleno sempe d’ammore“ furono le parole del ritornello più famose.

Negli anni 50 si fece a gara, tra gli autori ed i cantanti, a chi scrivesse il brano più bello.

Tra i tanti esecutori ricordiamo Giacomo Rondinella, Pino Daniele, Umberto Boselli, Tony Tammaro, Fred Bongusto, Franco Nico, Nino Fiore, Tony Raico, Egisto Sarnelli, Tony Sigillo, il grande Toto’ (Principe Antonio de Curtis) ed anche i non napoletani come Mina e Nilla Pizzi, ed ancora tantissimi che elencarli tutti sarebbe un’impresa molto difficile.

Negli anni 50 il poeta Tito Manlio scrisse il testo: Ischia Parole e Musica,  musica dal M° Marcello Gigante.

La canzone ebbe un grandissimo successo tant’è che i sindaci dei 6 comuni si sdebitarono del gradito omaggio e nel salone delle Terme Regina Isabella regalarono un pezzo di terra,  in riva al mare per costruire una casetta che potesse dare all’autore pace e serenità nell’ammirare la bellezza d’un incomparabile mare…

Ischia è ineguagliabile e insuperabile per il suo fascino che nel tempo aumenta sempre di più ed è ambita meta non solo turistica ma anche di chi ama conoscere luoghi ameni.

Ben vengano dunque canzoni che parlano di lei, nel prossimo articolo cercherò di dilungarmi per fornire ulteriori notizie, ma sempre sintetizzandone i contenuti.

Troppi  i luoghi da visitare ed ammirare impediscono un discorso più ampio e vorrebbero decine di migliaia di pagine per poterne illustrare un’eterna avventura vissuta lontana, anche se non troppo, dal continente…

Luciano Somma

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni

IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti 2024

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Il Dispari DILA APS Rubrica Professionisti

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Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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CRITICA LETTERARIA DI LUCIANA CAPECE

Ringrazio calorosamente la nota Associazione DILA APS rappresentata dal Presidente BRUNO MANCINI (un patrimonio di risonanza divulgativa) per aver dato questa opportunità a me, Scrittrice LUCIANA CAPECE, di avere il vanto e l’onore di pubblicare nella pagina culturale del quotidiano IL DISPARI, linfa magistrale d’un canale Artistico Editoriale d’affermata fama INTERNAZIONALE  Diretto Eccellentemente dal Grande Editore GAETANO DI MEGLIO!

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

“QUESTA NON È UNA POESIA” DI LUCREZIA RUBINI

L’Autrice LUCREZIA RUBINI nella Silloge QUESTA NON È UNA POESIA adotta una tecnica poetica particolare per dare testimonianza esclusiva d’una essenza scritturale al netto di un linguaggio vero, autentico appartenente alla realtà di quella rassegna quotidiana.

La sua ricerca non usuale ma esistenziale con una creatività Artistica esprime sentimenti derivanti sia da scoperte palesi che dalla luce catartica d’introspettiva verità, spesso cruda che lamenta battaglie di violenze insostenibili.

Cardine d’una cecità sociale accertata che notifica quel diktat oscurale di uomini privi di sensibilità e responsabilità che varcano ponti di perversioni imperanti nel disequilibrio mentale.

I Testi della Poetessa RUBINI sono pennellate di rara bellezza una lente d’ingrandimento verso la DONNA amata nella sua ritmica virtuosa ma anche stuprata nella dignità nell’onore e nel corpo con consequenziali ferite.

Cicatrici custodite senza sconti nella teca d’un cuore trafitto concausa di dolore mai appassito.

Ove tracciano sconfitte personali ammantate di solitudine.

Il Libro, in sintetico fraseggio, sprigiona un potenziale d’attenzione e approda nella corsia vitale come viaggio d’unicità e di riscatto che lievita interesse nel lettore e verso la persona che, nonostante il macigno dello stupro logori silente, guarda al primordiale incanto che affonda in radici di libertà, nel decifrare parole liberatorie di appartenenza in un mondo creato su misura solo nella sua logica mentale, ma non dove la natura cosparge di profumi prati verdiani.

Come lo rivela il Componimento: UN MONDO TUTTO MIO un concetto di non condivisione di un universo dai parametri asimmetrici e scombussolati!

La Composizione dei versi PROSTITUTA richiama con eco assordante quel codice d’etica comportamentale che manca nel soggetto uomo senza scrupoli, ove nè addita la stima della detta facile presa gettata via per nulla.

La Scrittrice RUBINI, con insistenza e battito carnale, si sofferma sui punti salienti della figura maschile proiettata ad ostentare il peggio della sua consapevolezza umana lontano dai canoni tradizionali.

La Lirica MOLESTIA denota il dramma di sudici avvisaglie che in alcuni casi sfocia completamente in enfasiata paura, ove la DONNA è obbligata a subirne le tragiche disperazioni ma che nell’indole non disperde il filo logico di contemplare le fatiche per colpa di anime abissate nella cattiveria cui, ben citata, è la morale bella dedica all’Eroe ULISSE.

L’OPERA della Dott.ssa RUBINI è un contributo significativo al passaggio storico complesso- collettivo ma pur sempre di pregevoli annotazioni.

Nei versi predilige il ruolo conservatore dell’amata natura cui tangibile è risalto del vento- mare- cielo e sole ma non passano di certo inosservate l’ossessione e lo stato ansioso anche se attanagliano duramente, aprono le porte speranzose per annoverare riprese creative distaccate quanto possibile dalla centrifuga di stress.

Per rimembranze senza impedimenti risalenti all’ingenuità infantile, a quando il blu brillava all’orizzonte nel sereno vissuto, nel respiro della pace fino alla matura comunicativa giovanile.

<PIONIERI DEL NUOVO MONDO!>

In disaccordo con un tempo non più amico ma, come allora, il singolo individuo può intervistare la generazione sociale, erede per trarre la storia in un presente con i suoi cambiamenti non proprio consono alle simbiotiche vedute d’umano rapporto tra simili.

Ben stilato DALL’ AUTRICE in questo quadro operandi ove, nella galleria di nostalgici ricordi, cataloga commenti di rispettosa analisi antica, altrettanto nel teatro della vita rende protagoniste tematiche di spessore con anomalie viscerali nocive d’una inquietudine propalata da forte riflessione, quasi come un discorrere confidenziale.

Scrittrice – Poetessa – Saggista – Aforista – Prefatrice – Critico Letterario – Critico Teatrale – Recensora

LUCIANA   CAPECE

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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Antonella Ariosto, nuova penna di questa pagina culturale

La scorsa settimana ha iniziata la collaborazione con questa pagina culturale la scrittrice Antonella Ariosto alla quale diamo un caloroso benvenuto nella certezza che i suoi articoli incontreranno il gradimento dei nostri affezionati lettori.

Antonina Ariosto, ma da sempre chiamata Antonella, nasce a Messina.

Fin da piccola, consigliata dalla mamma, legge molto e, appena undicenne, inizia a scrivere versi dedicati alla natura in stretto rapporto con la sua anima.

La madre le consiglia gli studi tecnico commerciale da lei effettivamente portati a termine con buon profitto.

La scrittura, tuttavia, rimarrà sempre il suo piacere più vero determinando il vero incontro con sé stessa.

Ha partecipato e vinto vari concorsi di poesia.

Per diverso tempo in un blog on-line ha scritto articoli dedicati a Roma e trattando argomenti di attualità.

Partecipa attivamente ai contest di scrittura creativa.

Ha scritto e pubblicato un racconto breve “Nina e i suoi voli” (Accademia Edizioni ed Eventi) e

3 libri di poesia “L’anima vola” (casa editrice Pluriversum); “Vita in equilibrio… instabile” (Accademia  Edizioni ed Eventi); “La Valigia di…” (Luciano Zampini editore).

Da qualche anno ha iniziato a scrivere un nuovo racconto che spera di terminare entro breve tempo per presentarlo a Ischia nella Biblioteca Antoniana, anche se la famiglia ha sempre avuto  la precedenza nella sua vita, sia da giovane mamma e sia ora da giovane nonna.

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

Il Dispari 20240212

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

La Premiazione all’Interno numero 4

Domenica 4 febbraio ore 17 presso “Interno 4” Via della Lungara 44 Roma, importante evento culturale, musicale, artistico, con premiazione.

Da Ischia a Roma tutti i premiati della dodicesima edizione del premio “Otto milioni”.

Il presidente DILA APS Bruno Mancini e Chiara Pavoni, bravissima  attrice, modella, presentatrice e splendida “padrona del salotto culturale” hanno premiato tutti i vincitori del concorso, presenti qui a Roma.

Ulteriori premi sono stati donati anche dal Presidente della rivista La Sponda, Benito Corradini.

All’orario stabilito le luci del salotto si sono illuminate di arte, musica e premi.

Splendide le esibizioni  delle virtuose musiciste:

Maria Luisa Neri – violino

Giorgia Sabatini – violino

Roberta Coco – oboe

Santina Amici – pianoforte.

Complimenti  alle bravissime cantanti liriche Angela Prota e Caterina Novak la quale ha proposto due esibizioni molte belle: “Habanera” e “Non ti scordar di me”.

Complimenti a Paola Di Silvestro per il  suo personale arrangiamento, chitarra e voce, della canzone “Summertime”.

Vincitori  e premiati del concorso:

Luciana Capace,

Angela Maria Tiberi,

Milena Petrarca che ha esposto alle pareti del salotto i suoi meravigliosi quadri, opere davvero ammirevoli.

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

Altra presenza importante è stata quella del bravissimo professore psicoterapeuta Evaldo Cavallaro che del salotto è molto assiduo.

Come nota personale desidero dichiarare la mia grande emozione quando sono stata inviata da Chiara Pavoni a declamare una mia poesia tratta dalla silloge “La Valigia di…” (edita da Luciano Zampini Editore con copertina del bravissimo e originale pittore milanese Bruno Vergani), libro che insieme ad un’altra mia opera, un racconto breve”Nina e i suoi voli” (edito Accademia Edizioni ed Eventi), ho presentato nel prestigioso Centro Internazionale di Brera a Milano, in occasione  del Bookcity 2023, su invito dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS” durante un evento condotto da Chiara Pavoni ed organizzato dal Presidente DILA APS,  Bruno Mancini.

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

Il pomeriggio artistico, culturale, musicale, si è infine concluso con l’emozionante performance con cui la bravissima Chiara Pavoni ha declamato la poesia di Bruno Mancini “Eppure se” tratta dal libro”Dialogo di una schiava”.

Una poesia, vuoi per gli splendidi versi, vuoi per la magistrale recitazione, arrivata di filato all’anima.

Il bagaglio emozionale ha così raggiunto il culmine, lasciando in tutti noi presenti un’impronta indelebile.

Antonella Ariosto    

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

 

DILA

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Professionisti DILA APS 20240216 – Il Dispari: Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240216 – Il Dispari: Giuni Tuosto

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Giuni Tuosto | Storia dell’emancipazione femminile dal 1900 ai giorni nostri

Seconda puntata: il NO che liberò le donne

La storia dell’emancipazione femminile si intreccia con la legislazione.
Perché la storia si fa attraverso buone leggi.
L’Italia ha conosciuto una vittoria giuridica ad opera di una giovane donna di soli 17 anni.

Siamo nella Sicilia degli anni Sessanta. Per la precisione, è il 2 gennaio 1966.

Il nuovo anno è appena iniziato ed è scoppiato uno scandalo nazionale, una vergogna pubblica: una ragazza di Alcamo (Sicilia occidentale) è stata rapita e stuprata, ha perso la verginità e deve andare in sposa al suo aguzzino, perché dopo questa esperienza nessuno la vorrà.
Lo dice la legge italiana, promulgata dal “Codice Rocco”.
L’articolo 544 del Codice Penale prevede il cosiddetto “matrimonio riparatore” per risolvere situazioni incresciose come queste.
Ma lei ha detto no, contro tutto e tutti.

Il suo nome è Franca Viola

ed è una ragazza qualunque.

Compie gli anni il 9 gennaio Franca, ma non ha fatto in tempo a festeggiare il suo compleanno che è già sulle pagine dei quotidiani nazionali.
Capelli neri lunghi e un viso ancora bambino.
Lo scandalo l’ha battuta sul tempo e lei resta fanciulla indifesa all’anagrafe, ma donna adulta nel cuore.
Eppure Franca non è una ribelle, non ha mai pensato di cambiare la legge o fare rumore; è schiva e semplice, ma ha una cosa che le altre donne della sua epoca non hanno: il rispetto di sé.
Il suo NO fa notizia, si impone sui giornali, scalfisce gli animi di uomini e donne, tormenta i suoi aguzzini, apre dibattiti giuridici.
Il suo no è forte e chiaro. No al matrimonio riparatore. No all’amore imposto.
“Io non sono proprietà di nessuno”, dice.

In quella Sicilia di fine anni ‘60, fatta di famiglie perbene e mezzadri, Franca Viola ebbe il sostegno di donne, uomini, genitori, sebbene i suoi rapitori continuassero a minacciare lei e la sua famiglia.
In un freddo giorno di gennaio prima del suo compleanno, Franca cambiò la storia delle donne: il processo a Trapani contro i suoi rapitori si concluse con una clamorosa condanna.
Il dissenso rivoluzionario di Franca colpì nel segno il “Codice Rocco”, svelando crepe giudiziarie e morali.
E le leggi cambiarono. Grazie a lei, il matrimonio riparatore e il delitto d’onore furono aboliti per sempre.

L’articolo 544 del Codice penale fu abrogato nel 1981, insieme all’art. 194 che legalizzava il delitto d’onore.

Un’altra vittoria giunse tardiva nel 1996 quando lo stupro, dapprima configurato come “reato contro la pubblica moralità e il buon costume” fu riconosciuto come “reato contro la persona”, penalmente perseguibile.
La storia di Franca Viola è una storia scritta col no, al tempo del sì.
Il “Si” è l’avverbio che in lingua italiana enuncia una risposta positiva.
Ma nessuno spiega alle donne quanto un SI possa essere pericoloso. Il SI è accondiscendenza cieca, accettazione pericolosa, volontà debole; è assenso sciocco.
Il si è sottomissione.
Permette, accoglie, imbraga.
Il si può uccidere.
Per un sì all’uomo sbagliato si può morire.
Il no invece respinge, disturba, assorda.
Il no apre la strada al dissenso, all’indignazione, alla libertà.
Grazie a quel no, le donne italiane furono liberate per sempre dall’infelicità eterna dei matrimoni senza amore.
La storia di Franca Viola ci insegna che a volte basta un no per salvarsi per sempre.

Il cambiamento si fa attraverso buone leggi, ma prima bussa alla porta del dissenso e vince con un fragoroso NO.
Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240216

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Professionisti DILA APS 20240202 - Il Dispari: Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240202 – Il Dispari: Giuni Tuosto

Giuni Tuosto | Storia dell’emancipazione femminile

dalle Suffragette ai giorni nostri

Seconda puntata (prima puntata pubblicata l’11/01/ 2024)

Da Buckingham Palace al resto del mondo, grazie alle Suffragette, il voto cominciava ad essere riconosciuto come un diritto femminile, in Svizzera, Francia e Stati Uniti.

Una risonanza senza precedenti.

Bisognerebbe ricordare l’importanza del diritto di voto nelle scuole: non dimentichiamo che le prime femministe lo hanno ottenuto urlando a squarciagola nelle strade della Gran Bretagna e con…petardi e incendi.

Plauso speciale va a Paola Cortellesi che di recente ha ricordato, col suo film, l’importanza del referendum italiano del 1946: per Delia, la protagonista, non conta liberarsi di un marito violento, non conta scappare via di casa, non conta salvarsi dalla sottomissione.

Conta andare a votare. Per andare a votare Delia si mette il rossetto rosso, indossa la sua camicia più bella. E corre per le strade di Roma.

Corre come se ad attenderla ci fosse un amore segreto e inconfessabile.

Invece la sua è una corsa verso il seggio elettorale, vero strumento di emancipazione femminile. Un voto che diventa libertà. Per lei. E per tutte le donne che verranno dopo di lei.

Ma l’emancipazione femminile non passa solo attraverso le Suffragette o il voto elettorale di Delia.

L’emancipazione ha il volto di molte donne.

Ha il volto di Franca Viola, forte come un NO che spezza matrimoni e leggi sbagliate.

Ha il volto di Marilyn Monroe, da orfana a stella del cinema.

Ha il volto di Lady D, regina nel cuore di tutti e il diritto di essere fragili.

Ha il volto di Frida Kahlo, la libertà oltre gli stereotipi di genere.

Ha il volto di Rosa Parks, un’afroamericana e il suo diritto di tornare a casa in autobus da onesta lavoratrice americana.

Ha il volto di Oriana Fallaci, il coraggio di togliersi dalla faccia il velo nero davanti all’Ayatollah Khomeini.

Ha il volto di Mahsa Amini, ventidue anni e una sollevazione popolare in suo nome.

Ha il volto di Giulia Cecchettin, ultima vittima di violenza e miccia di un nuovo movimento mediatico.

Come un mosaico di dolore e bellezza, l’emancipazione femminile è fatta di volti e sudore. Ingurgita le donne di tutto il mondo in un ingranaggio diabolico di politica, solidarietà, scandali e titoli di giornali.

In questa rubrica racconteremo di tutte le donne che hanno titolato intere pagine di giornale, marchiate a fuoco tra penna e inchiostro.

Alcune fanno notizia perché vengono ammazzate, altre per aver avuto il coraggio di dire basta!

Racconteremo un secolo di conquiste, lotte, sangue e amore, ricordando chi ha cambiato il mondo, tra bombe, incendi, arte e cortei.

Giuni Tuosto

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Professionisti DILA APS 20240111 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Storia dell’emancipazione femminile dalle Suffragette ai giorni nostri

Prima puntata: Come tutto è iniziato…

Se nasci donna, c’è un prezzo da pagare a questo mondo.

Dalla mela avvelenata di Eva all’acido muriatico sulle guance.

È il pedaggio necessario per uscire dall’anonimato ed entrare nella storia.

Nessuna donna è mai entrata nella storia in punta di piedi o coi tacchi rosa di Barbie.

Di solito le donne si conquistano un posto nel mondo tra urla, sofferenze, battaglie e resistenze. Talvolta, con la morte.

Come un soldato, che combatte in prima linea una guerra non sua, senza la protezione di un generale stellato, ogni donna avanza nel mondo nel sottofondo della guerriglia.

È così che è iniziata la lotta femminista, una lotta di donne per le donne, durata oltre un secolo e mai terminata.

Le femministe nascono in Inghilterra, nella Gran Bretagna del 1900, quando l’industrializzazione è avviata e la Prima Guerra Mondiale è alle porte.

Le Suffragette(nome dato dai giornali per schernire le prime contestatrici) erano attiviste, operaie, politiche, che volevano il voto.

Un voto a suffragio universale femminile.

Come soldati, le Suffragette hanno portato avanti la loro battaglia contro il governo inglese con volantini e polvere da sparo.

Erano pericolose.

Armate di ideali più forti delle loro bombe.

Utilizzavano slogan, petardi e dinamite.

Ma esiste una preistoria del femminismo: femministe insospettabili, ante-litteram, dimenticate, come Olympe De Gouges signora della Rivoluzione Francese, Mary Wollstonecraft, filosofa inglese, e Madame de Stael, intellettuale europeista.

Le antesignane delle Suffragette.

Volevano donne istruite, lavoratrici e stipendiate.

Scrissero saggi e opere, alla fine del 1800,per diffondere il verbo dell’uguaglianza tra Francia e Inghilterra.

Furono proprio le Suffragette a raccogliere la loro eredità intellettuale, ma capirono che il pensiero di Olympe de Gouges e di Mary Wollstonecraft non bastava a liberare le donne.

Ci voleva la forza.

Dovevano fare rumore per essere ascoltate.

Dovevano protestare davanti Buckingham Palace, pena l’arresto.

Ed avevano ragione: ci voleva un braccio armato per avere il voto.

Le Suffragette, nonostante gli arresti che subirono, le bombe che sparsero qua e là per l’Inghilterra e gli incatenamenti alle pubblicheringhiere, riuscirono ad ottenere il diritto di voto dal Parlamento Inglese nel 1918, ben 28 anni prima dell’Italia.

La prima ondata di quote rosa.

Ma fu una vittoria parziale, in quanto il voto fu concesso solo alle mogli dei capifamiglia con più di 30 anni.

Ci vollero altri dieci anni per estendere il voto a tutte le donne inglesi senza distinzioni di età o di genere.

Era il 1928.

 Giuni Tuosto

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Professionisti DILA APS 20240215 – Banca di Credito Popolare

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Bruno Mancini |Mario Crosta nuovo Direttore Generale della Banca di Credito Popolare

La Direzione e la Redazione di questa testata giornalistica, unitamente all’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS” rivolgono, tramite me, un caloroso augurio di buon lavoro al nuovo Direttore Generale della BCP, Dott. Mario Crosta.

Infatti, La Banca di Credito Popolare (che tramite la sua filiale ischitana Diretta dal Dott. Molino ha offerto un importante contributo morale ed economico in favore della dodicesima edizione del Premio internazionale di Arti Varie “Otto Milioni” organizzato, appunto, dalla nostra DILA APS) ha diramato il seguente comunicato stampa:

Il Consiglio di Amministrazione ha nominato nuovo Direttore Generale Mario Crosta, che succede a Felice Delle Femine, alla guida della BCP negli ultimi 6 anni.

Scelto dopo una lunga e attenta selezione – commenta il Presidente del CdA Mauro Ascione – il Dott. Crosta ha un brillante percorso di carriera nel settore creditizio, essendo alla sua quarta esperienza da Direttore Generale di banche a vocazione territoriale. Ha guidato, infatti, Banca Popolare Etica, poi Banca di Piacenza e, infine, Banca Popolare di Cividale, prima come Condirettore e poi Direttore Generale.

Nel ringraziare Felice Delle Femine per l’impegno profuso durante il suo mandato, voglio esprimere un caloroso benvenuto al nuovo Direttore Generale, con la consapevolezza che il suo arrivo rappresenterà per la nostra BCP una rinnovata opportunità di crescita”.

Mi fa piacere poter mettere a disposizione della Banca di Credito Popolare, ricca di oltre 135 anni di storia, la passione che nutro per il mondo dell’economia – ha commentato il nuovo DG – ponendomi al servizio di chi vive ed opera nei luoghi ove la Banca è presente, continuando a praticare il valore, tipico delle banche di territorio, di mettere la finanza a supporto dell’economia reale, con una particolare attenzione alla compagine sociale, autentica ricchezza di un’impresa che opera con la forma giuridica della cooperativa.

Inizio questa esperienza stimolante e sfidante, con la consapevolezza che lo farò con l’apporto di tutte le collaboratrici e di tutti i collaboratori BCP che, con il forte senso di appartenenza, mi accompagneranno in un percorso di crescita.

Sarà altrettanto mia cura dedicarmi alla conoscenza del territorio incontrando le istituzioni, le realtà e gli operatori economici al fine di dare ulteriore impulso al supporto della Banca all’economia locale”.

Professionisti DILA APS 20240215

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Luciano Somma | LE CANZONI CHE PARLANO D’ISCHIA

Ed ora, come preannunciato nel precedente articolo, eccoci a “Le canzoni che parlano d’Ischia”.

I 6 Comuni, tra fantasia e realtà, hanno tante storie da raccontare dalle fiabesche voci delle sirene che dal mare giungono ad allietare il sonno dei pescatori, al lampadario di stelle che dal cielo veglia sugli amori Isolani: tutti argomenti che arricchiscono le tematiche e le rendono leggende.

è datata 1900 la prima canzone dedicata ad Ischia dal titolo ISCHTANA, frutto del poeta Vincenzo Cipro e della musica di Giuseppe Salzano .

“Ccà, nu cielo nu mare e na rena / ccà te parleno sempe d’ammore“ furono le parole del ritornello più famose.

Negli anni 50 si fece a gara, tra gli autori ed i cantanti, a chi scrivesse il brano più bello.

Tra i tanti esecutori ricordiamo Giacomo Rondinella, Pino Daniele, Umberto Boselli, Tony Tammaro, Fred Bongusto, Franco Nico, Nino Fiore, Tony Raico, Egisto Sarnelli, Tony Sigillo, il grande Toto’ (Principe Antonio de Curtis) ed anche i non napoletani come Mina e Nilla Pizzi, ed ancora tantissimi che elencarli tutti sarebbe un’impresa molto difficile.

Negli anni 50 il poeta Tito Manlio scrisse il testo: Ischia Parole e Musica,  musica dal M° Marcello Gigante.

La canzone ebbe un grandissimo successo tant’è che i sindaci dei 6 comuni si sdebitarono del gradito omaggio e nel salone delle Terme Regina Isabella regalarono un pezzo di terra,  in riva al mare per costruire una casetta che potesse dare all’autore pace e serenità nell’ammirare la bellezza d’un incomparabile mare…

Ischia è ineguagliabile e insuperabile per il suo fascino che nel tempo aumenta sempre di più ed è ambita meta non solo turistica ma anche di chi ama conoscere luoghi ameni.

Ben vengano dunque canzoni che parlano di lei, nel prossimo articolo cercherò di dilungarmi per fornire ulteriori notizie, ma sempre sintetizzandone i contenuti.

Troppi  i luoghi da visitare ed ammirare impediscono un discorso più ampio e vorrebbero decine di migliaia di pagine per poterne illustrare un’eterna avventura vissuta lontana, anche se non troppo, dal continente…

Luciano Somma Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti 2024

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Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

 

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Il Dispari 20240212

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La Premiazione all’Interno numero 4

Domenica 4 febbraio ore 17 presso “Interno 4” Via della Lungara 44 Roma, importante evento culturale, musicale, artistico, con premiazione.

Da Ischia a Roma tutti i premiati della dodicesima edizione del premio “Otto milioni”.

Il presidente DILA APS Bruno Mancini e Chiara Pavoni, bravissima  attrice, modella, presentatrice e splendida “padrona del salotto culturale” hanno premiato tutti i vincitori del concorso, presenti qui a Roma.

Ulteriori premi sono stati donati anche dal Presidente della rivista La Sponda, Benito Corradini.

All’orario stabilito le luci del salotto si sono illuminate di arte, musica e premi.

Splendide le esibizioni  delle virtuose musiciste:

Maria Luisa Neri – violino

Giorgia Sabatini – violino

Roberta Coco – oboe

Santina Amici – pianoforte.

Complimenti  alle bravissime cantanti liriche Angela Prota e Caterina Novak la quale ha proposto due esibizioni molte belle: “Habanera” e “Non ti scordar di me”.

Complimenti a Paola Di Silvestro per il  suo personale arrangiamento, chitarra e voce, della canzone “Summertime”.

Vincitori  e premiati del concorso:

Luciana Capace,

Angela Maria Tiberi,

Milena Petrarca che ha esposto alle pareti del salotto i suoi meravigliosi quadri, opere davvero ammirevoli.

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

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Altra presenza importante è stata quella del bravissimo professore psicoterapeuta Evaldo Cavallaro che del salotto è molto assiduo.

Come nota personale desidero dichiarare la mia grande emozione quando sono stata inviata da Chiara Pavoni a declamare una mia poesia tratta dalla silloge “La Valigia di…” (edita da Luciano Zampini Editore con copertina del bravissimo e originale pittore milanese Bruno Vergani), libro che insieme ad un’altra mia opera, un racconto breve”Nina e i suoi voli” (edito Accademia Edizioni ed Eventi), ho presentato nel prestigioso Centro Internazionale di Brera a Milano, in occasione  del Bookcity 2023, su invito dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS” durante un evento condotto da Chiara Pavoni ed organizzato dal Presidente DILA APS,  Bruno Mancini.

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

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Il pomeriggio artistico, culturale, musicale, si è infine concluso con l’emozionante performance con cui la bravissima Chiara Pavoni ha declamato la poesia di Bruno Mancini “Eppure se” tratta dal libro”Dialogo di una schiava”.

Una poesia, vuoi per gli splendidi versi, vuoi per la magistrale recitazione, arrivata di filato all’anima.

Il bagaglio emozionale ha così raggiunto il culmine, lasciando in tutti noi presenti un’impronta indelebile.

Antonella Ariosto    

Il Dispari 20240212 – Redazione culturale DILA APS

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Il Dispari 20240205

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Seconda puntata (la prima puntata è stata pubblicata il 29 gennaio 2024)

 Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Una teoria secondo la quale la Germania avrebbe avuto dei vantaggi se l’Italia non fosse entrata in guerra al suo fianco? Eccola.

Nella autentica versione.

Ebbi personalmente modo di ascoltarla dal suo ideatore, da Questo Uno, al quale non voglio dare un nome.

Costui grande bevitore, nei momenti di euforia, di tanto in tanto andava «esplicitando» la sua teoria, personale inedita rivoluzionaria, delle ragioni per le quali la Germania aveva perso la seconda guerra mondiale.

“Così o come” non si è mai grandi profeti se non s’insozzano di paure e d’illazioni le menti semplici, ugualmente non si penetrano le essenze recondite delle storie se non si galleggia senza pudori su frasi fatte, ipotesi eccellenti, rapporti indiscussi, prospettive calcificate, verità dogmatizzate, fatti…

… scusate, notizie di fatti mai verificati, eroi, vigliacchi, generali, ritirate, avanzate, strategie, reclusioni, folli indifese, potenza, potenti, potentati, potenzialità. Inoltre, per ogni rivolgimento di situazione provocato da un cambio di condottiero, non solo bisogna adattarsi ad agitare nuove bandiere vociando! “Arrivano i nostri”, ma spesso si è indotti ad accettare di tesserarsi alla nuova “ideologia”, e finanche, non di rado, occorre dedicarsi a rielaborare nostri “nuovi” particolari paragrafi (particelle pronominali e parcelle personali comprese).

A “Costui” nessuno pensò mai di appiccicare sulla schiena l’etichetta d’opportunista venduto incoerente stupido ignorante.

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

Inizio:

-«La ragione! Una sola!»

Tutti i presenti sapevano di doverlo invogliare con frasi tipo:

-«Davvero?»

-«Ma quale?»

-«Incredibile.»

-«Fioooooooo…»

-«Possibile?»

-«Impossibile!»

-«Uhhhh!»

-«è la verità?»

-«Enorme!»

-«Dicci.»

-«Dimmi.»

-«L’avevo sospettato.»

-«Mamma mia!»

-«è uno scoop.»

-«Sei un genio.»

-«Avanti, racconta.»

-«Stupiscici.»

-«Sei unico.»

-«Racconta.»

E Lui Colui Il Grande Bevitore lasciandosi convincere dalle amichevoli lusinghe, sistemò un posacenere nell’angolo destro del tavolo, spostò una bottiglia sull’opposto spigolo sinistro, pose al centro dell’improvvisato ripiano scacchiera, con decisione, il pugno chiuso intorno al bicchiere colmo di birra commerciale dalla schiuma bionda:

-«Le guerre si perdono per troppi nemici, ma anche per alleati inadeguati.

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

Mettiamo il caso che io voglia penetrare nella villa di un ricco pappone per tentare di privarlo, con un improvviso attacco criminale, del cofanetto nel quale egli custodisca i gioielli -frutto d’estorsioni, ricatti, tangenti, usura, traffici di armi, d’uomini, di farmaci e di segreti-, poi aggiungiamo un’ulteriore ipotesi secondo cui la sfarzosa residenza bunker, oltre che da cinque gorilla umani – di origine italiana indiana indonesiana indiscriminata- provvisti di armi -semi automatiche a tamburo canne mozze dirompenti-, risulti protetta da un circuito -tele audio sensitivo cablato afferente combinato interagente- collegato con sette satelliti, sette stazioni terrestri, sette ripetitori ausiliari, sette velivoli urbani, sette posti di controllo, sette controlli di ascolto, sette postazioni di visione, sette visoni addestrati nella ricerca di uomini, sette strati di filo spinato elettrificato, sette stadi di verifica termica, sette, sette, sette… sette cani -misti tra dobermann pit bull mastino… bracco (quest’ultimo per identificare gli odori e dare l’allarme)-, precisato che un mio piano perfetto preveda il geniale superamento delle difese opposte dai gorilla ecc.… dalle trappole e dalle tagliole ecc. …, ipotizziamo anche che nella elaborazione del mio progetto sia inserito lo sviluppo di una complessa azione vincente (mutuata dalla strapotente strategia della Partita di Donna così come fu adottata in 33 delle 34 partite del celebre match per il campionato mondiale di scacchi tra Capablanca ed Alechin nel 1927), supponiamo infine che questo stesso intento abbia funzione di fulcro intorno al quale sia stato attivato il gioco perverso di un Uomo Cattivo nel tentativo d’oppressione degli ebrei polacchi austriaci cecoslovacchi ungheresi francesi belgi olandesi… che faccio?

Tento la sortita portandomi come alleato un «gatto» affamato spelacchiato privo di artigli di artiglieri e di artiglieria?

La villa è difesa da cani!

Io vado con un gatto?

I cani ci sbranano.

Così fu.»

-«Va bene, ma non fermarti, continua.»

-«Proprio adesso.»

-«No, no.»

-«Mi deludi.»

-«Cosa racconterò ai miei nipotini, una storia monca?» -«Ti prego.»

-«Fallo per me.»

-«Fallo per chi vuoi, ma fallo.»

-«Vuoi una birra nazional popolare?» -«Una birra a Costui!»

-«Una birra ed una sigaretta.»

-«Tutte bionde. Ah, Ah, Ah.»

-«Non ridere, scema.»

-«La curiosità mi scuote le vene.»

-«Tu, poi, figuriamoci…»

-«Che vuoi dire?»

-«Niente.»

-«Bugiardo.»

-«Ma sì, sei tutta scossa. Sei una scossa, va bene? E basta così. Dai, Costui, prosegui.»

-«Ti farò una foto sul leone di bronzo.»

Costui rimase affascinato dall’accostamento che gli veniva proposto in coda a tanta affettuosa insistenza.

Una sua foto, sul monumento simboleggiante la custodia del palazzo reale, quale premio per una teoria storica! Magnifico!

Chiese conferma:

-«Quando?»

-«Anche adesso. Quando vuoi.»

-«Bene. Le belle idee vincenti non sono, all’origine, differenti…».

Costui, con un inizio strascicato e pensante, quasi paladino della necessaria concentrazione che doveva lentamente liberarsi dalle velleitarie sovrapposizioni d’altri futili pensieri e preoccupazioni, più o meno attuali, che durante la breve pausa si erano celati nelle menti dei provvisori ascoltatori, Lui, concesse il bis alla maniera del migliore Ungaretti, con un irripetibile ed unico stile televisivo:

-«…o distanti, nel formulario delle loro composizioni scientifiche filosofiche, da ubbriacanti teoremi destituiti di credibilità.

Io credo…»

Questo fu l’incipit con cui avviò la successiva narrazione spettacolo.

Quindi ne proseguì l’esposizione in un suo personale folcloristico parossistico edonismo.

Vagando tra due birre commerciali bionde fredde indifferenti, e nebulizzandosi fra sigarette bionde fuoco aspirate violentemente attraverso i baffi di colore giallo arancione indaco nero. Incipriandola con effetti mutuati dalla storia della cinematografia: il polso del protagonista alla fronte (nel gesto dello sconforto per la notizia di una disfatta), il cammina e cammina di Monica nel mitico Deserto Rosso, John Waine alle prese con Jane Russel (pareggio ai punti).

Quando tutto ciò non gli parve sufficiente ad ammattire i docili astanti, utilizzò iconologie riconducibili al bagno nella fontana di Trevi, a Totò, ad Albertone e la pastasciutta. Fino al punto da osare d’inserirvi anche sporadiche fragili simbologie canore tipo “Voooolareee…”.

Non ricordo di averlo notato proporsi con allegorici riferimenti politici, religiosi.

Li schifava entrambi.

-«… io credo che il vero disastro per il “cattivo” abbia avuto origine nella vanitosa attesa di un applauso. Chi avrebbe potuto assecondarlo?

Chiaro, un altro “cattivo” meno potente.

Quasi sempre è per questo motivo che il numero Uno consente ad un piccolo inferiore di seguirlo nelle feste, nei festini, nelle orge, ed in quanto altro è prodotto dalla libidine di potenza, lasciando che lui ne apprezzi le molliche.

Devo dire che le briciole non sono uguali per tutte le valutazioni! Piccole porzioni di pane non hanno evidentemente ugual pregio di minime elargizioni territoriali.

L’impero! Un impero, anche se inutile, è pur sempre un impero. Se ci regalano l’Isola d’Ischia in cambio del vilipendio di uno sputo in faccia, ci sembra di aver fatto un ottimo affare? Dipende!

Dipende da chi – come – io – tu – se – ma – quando – dove – e via così. Nel caso in esame, al Piccolo Inferiore era stato promesso che avrebbe potuto fare quello che voleva: Capo, Presidente, Duce, Super Duce, Super Capo, Extra Presidente.

Va bene, ma non basta, l’Africa non è niente di fronte all’Albania la Grecia Nizza e Savoia.

Vieni con me, caro, – disse il numero Uno – e sarai il faro dell’immenso golfo del Nuovo Mediterraneo, da Nizza a Cipro da Trieste a Gibilterra.

Per te mari e coste e Porti-giane più sensuali e variegate delle tue belle Corti-giane Abissine.

Il diavolo disse al diavoletto.

E il diavoletto che era bravo (alle elementari aveva avuto sei in storia), rispose “Obbedisco”.»

segue lunedì prossimo

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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DILA

NUSIV

 

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Professionisti DILA APS 20240209 – Il Dispari: Luciano Somma 2

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Luciano Somma | LE CANZONI CHE PARLANO D’ISCHIA

Ed ora, come preannunciato nel precedente articolo, eccoci a “Le canzoni che parlano d’Ischia”.

I 6 Comuni, tra fantasia e realtà, hanno tante storie da raccontare dalle fiabesche voci delle sirene che dal mare giungono ad allietare il sonno dei pescatori, al lampadario di stelle che dal cielo veglia sugli amori Isolani: tutti argomenti che arricchiscono le tematiche e le rendono leggende.

è datata 1900 la prima canzone dedicata ad Ischia dal titolo ISCHTANA, frutto del poeta Vincenzo Cipro e della musica di Giuseppe Salzano .

“Ccà, nu cielo nu mare e na rena / ccà te parleno sempe d’ammore“ furono le parole del ritornello più famose.

Negli anni 50 si fece a gara, tra gli autori ed i cantanti, a chi scrivesse il brano più bello.

Tra i tanti esecutori ricordiamo Giacomo Rondinella, Pino Daniele, Umberto Boselli, Tony Tammaro, Fred Bongusto, Franco Nico, Nino Fiore, Tony Raico, Egisto Sarnelli, Tony Sigillo, il grande Toto’ (Principe Antonio de Curtis) ed anche i non napoletani come Mina e Nilla Pizzi, ed ancora tantissimi che elencarli tutti sarebbe un’impresa molto difficile.

Negli anni 50 il poeta Tito Manlio scrisse il testo: Ischia Parole e Musica,  musica dal M° Marcello Gigante.

La canzone ebbe un grandissimo successo tant’è che i sindaci dei 6 comuni si sdebitarono del gradito omaggio e nel salone delle Terme Regina Isabella regalarono un pezzo di terra,  in riva al mare per costruire una casetta che potesse dare all’autore pace e serenità nell’ammirare la bellezza d’un incomparabile mare…

Ischia è ineguagliabile e insuperabile per il suo fascino che nel tempo aumenta sempre di più ed è ambita meta non solo turistica ma anche di chi ama conoscere luoghi ameni.

Ben vengano dunque canzoni che parlano di lei, nel prossimo articolo cercherò di dilungarmi per fornire ulteriori notizie, ma sempre sintetizzandone i contenuti.

Troppi  i luoghi da visitare ed ammirare impediscono un discorso più ampio e vorrebbero decine di migliaia di pagine per poterne illustrare un’eterna avventura vissuta lontana, anche se non troppo, dal continente…

Luciano Somma

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Professionisti DILA APS 20240126 - Il Dispari: Luciano Somma 1

Professionisti DILA APS 20240126 – Il Dispari: Luciano Somma 1

LE CANZONI CHE PARLANO DI ISCHIA
A cura di LUCIANO SOMMA

Per ben 4 lustri, dal 1963 al 1983, ho soggiornato sull’isola d’Ischia, per un periodo, avendo casa in fitto tutto l’anno trascorrendovi non solo le ferie estive ma anche i fine settimana ed alcune festività.

Tra gli ondivaghi ricordi: la spiaggia dei pescatori, la Chiesa del Madonna del Soccorso e tante altre bellissime località uniche al mondo.
La collaborazione a Radio Ischia come ospite nella trasmissione DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE condotta da Peppe e Patrizia Banfi, l’ospitata a Radio Isola Verde.

La conoscenza di pittori, scultori, artisti vari e di alcuni cantanti notissimi tra i quali: Domenico Modugno, Patty Pravo, Peppino Di Capri, I Ricchi e Poveri, i fratelli Guido ed Ettore Lombardi.
In merito alle canzoni ischitane non potevo esimermi, negli anni 70 di scrivere anch’io un testo dal titolo ISCHIA ‘O PARADISO ‘E LL’AMMORE musicato dal grande Maestro Giuseppe Scalzo, Direttore del Conservatorio di musica Giacomantonio di Cosenza morto alla veneranda età di 101 anni nel 1992.

Mi è gradita l’occasione per citarne il ritornello: Ischia/ Paradiso ‘e ll’ammore / si’ ‘a carezza d’’o bbene / ‘a reggina ‘e ll’està. Ischia/ cu’ nu surzo ‘e stu mare / sotto a n’angulo ‘e cielo / fajestu core sunnà”.
Non fu mai incisa ma spesso veniva proposta in qualche piano bar Ischitano.

Inaugurando con molto entusiasmo questa rubrica che mi è stata proposta da Bruno Mancini, Presidente dell’Associazione di promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS” in accordo con il Direttore Gaetano Di Meglio, mi propongo di riportare all’attenzione dei lettori di questa pagina le tantissime canzoni che parlano di Ischia, scrivendo diffusamente di varie sfaccettature delle loro storie.
Ischia, vera perla della Campania, meta di turismo da tutto il mondo, non può né deve far calare nell’oblio anche la sua musica scritta da validissimi autori, alcuni noti altri meno, che tanto lustro le hanno dato nel tempo.

Un mondo incantato che ancora oggi è tra le mete turistiche, tanto desiderate per poterne respirare i suoi stupendi e fiabeschi profumi di vita!

Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240126 - Il Dispari: Luciano Somma 1

Professionisti DILA APS 20240126 – Il Dispari: Luciano Somma 1

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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Il Dispari 20240205

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Seconda puntata (la prima puntata è stata pubblicata il 29 gennaio 2024)

 Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Una teoria secondo la quale la Germania avrebbe avuto dei vantaggi se l’Italia non fosse entrata in guerra al suo fianco? Eccola.

Nella autentica versione.

Ebbi personalmente modo di ascoltarla dal suo ideatore, da Questo Uno, al quale non voglio dare un nome.

Costui grande bevitore, nei momenti di euforia, di tanto in tanto andava «esplicitando» la sua teoria, personale inedita rivoluzionaria, delle ragioni per le quali la Germania aveva perso la seconda guerra mondiale.

“Così o come” non si è mai grandi profeti se non s’insozzano di paure e d’illazioni le menti semplici, ugualmente non si penetrano le essenze recondite delle storie se non si galleggia senza pudori su frasi fatte, ipotesi eccellenti, rapporti indiscussi, prospettive calcificate, verità dogmatizzate, fatti…

… scusate, notizie di fatti mai verificati, eroi, vigliacchi, generali, ritirate, avanzate, strategie, reclusioni, folli indifese, potenza, potenti, potentati, potenzialità. Inoltre, per ogni rivolgimento di situazione provocato da un cambio di condottiero, non solo bisogna adattarsi ad agitare nuove bandiere vociando! “Arrivano i nostri”, ma spesso si è indotti ad accettare di tesserarsi alla nuova “ideologia”, e finanche, non di rado, occorre dedicarsi a rielaborare nostri “nuovi” particolari paragrafi (particelle pronominali e parcelle personali comprese).

A “Costui” nessuno pensò mai di appiccicare sulla schiena l’etichetta d’opportunista venduto incoerente stupido ignorante.

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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Inizio:

-«La ragione! Una sola!»

Tutti i presenti sapevano di doverlo invogliare con frasi tipo:

-«Davvero?»

-«Ma quale?»

-«Incredibile.»

-«Fioooooooo…»

-«Possibile?»

-«Impossibile!»

-«Uhhhh!»

-«è la verità?»

-«Enorme!»

-«Dicci.»

-«Dimmi.»

-«L’avevo sospettato.»

-«Mamma mia!»

-«è uno scoop.»

-«Sei un genio.»

-«Avanti, racconta.»

-«Stupiscici.»

-«Sei unico.»

-«Racconta.»

E Lui Colui Il Grande Bevitore lasciandosi convincere dalle amichevoli lusinghe, sistemò un posacenere nell’angolo destro del tavolo, spostò una bottiglia sull’opposto spigolo sinistro, pose al centro dell’improvvisato ripiano scacchiera, con decisione, il pugno chiuso intorno al bicchiere colmo di birra commerciale dalla schiuma bionda:

-«Le guerre si perdono per troppi nemici, ma anche per alleati inadeguati.

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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Mettiamo il caso che io voglia penetrare nella villa di un ricco pappone per tentare di privarlo, con un improvviso attacco criminale, del cofanetto nel quale egli custodisca i gioielli -frutto d’estorsioni, ricatti, tangenti, usura, traffici di armi, d’uomini, di farmaci e di segreti-, poi aggiungiamo un’ulteriore ipotesi secondo cui la sfarzosa residenza bunker, oltre che da cinque gorilla umani – di origine italiana indiana indonesiana indiscriminata- provvisti di armi -semi automatiche a tamburo canne mozze dirompenti-, risulti protetta da un circuito -tele audio sensitivo cablato afferente combinato interagente- collegato con sette satelliti, sette stazioni terrestri, sette ripetitori ausiliari, sette velivoli urbani, sette posti di controllo, sette controlli di ascolto, sette postazioni di visione, sette visoni addestrati nella ricerca di uomini, sette strati di filo spinato elettrificato, sette stadi di verifica termica, sette, sette, sette… sette cani -misti tra dobermann pit bull mastino… bracco (quest’ultimo per identificare gli odori e dare l’allarme)-, precisato che un mio piano perfetto preveda il geniale superamento delle difese opposte dai gorilla ecc.… dalle trappole e dalle tagliole ecc. …, ipotizziamo anche che nella elaborazione del mio progetto sia inserito lo sviluppo di una complessa azione vincente (mutuata dalla strapotente strategia della Partita di Donna così come fu adottata in 33 delle 34 partite del celebre match per il campionato mondiale di scacchi tra Capablanca ed Alechin nel 1927), supponiamo infine che questo stesso intento abbia funzione di fulcro intorno al quale sia stato attivato il gioco perverso di un Uomo Cattivo nel tentativo d’oppressione degli ebrei polacchi austriaci cecoslovacchi ungheresi francesi belgi olandesi… che faccio?

Tento la sortita portandomi come alleato un «gatto» affamato spelacchiato privo di artigli di artiglieri e di artiglieria?

La villa è difesa da cani!

Io vado con un gatto?

I cani ci sbranano.

Così fu.»

-«Va bene, ma non fermarti, continua.»

-«Proprio adesso.»

-«No, no.»

-«Mi deludi.»

-«Cosa racconterò ai miei nipotini, una storia monca?» -«Ti prego.»

-«Fallo per me.»

-«Fallo per chi vuoi, ma fallo.»

-«Vuoi una birra nazional popolare?» -«Una birra a Costui!»

-«Una birra ed una sigaretta.»

-«Tutte bionde. Ah, Ah, Ah.»

-«Non ridere, scema.»

-«La curiosità mi scuote le vene.»

-«Tu, poi, figuriamoci…»

-«Che vuoi dire?»

-«Niente.»

-«Bugiardo.»

-«Ma sì, sei tutta scossa. Sei una scossa, va bene? E basta così. Dai, Costui, prosegui.»

-«Ti farò una foto sul leone di bronzo.»

Costui rimase affascinato dall’accostamento che gli veniva proposto in coda a tanta affettuosa insistenza.

Una sua foto, sul monumento simboleggiante la custodia del palazzo reale, quale premio per una teoria storica! Magnifico!

Chiese conferma:

-«Quando?»

-«Anche adesso. Quando vuoi.»

-«Bene. Le belle idee vincenti non sono, all’origine, differenti…».

Costui, con un inizio strascicato e pensante, quasi paladino della necessaria concentrazione che doveva lentamente liberarsi dalle velleitarie sovrapposizioni d’altri futili pensieri e preoccupazioni, più o meno attuali, che durante la breve pausa si erano celati nelle menti dei provvisori ascoltatori, Lui, concesse il bis alla maniera del migliore Ungaretti, con un irripetibile ed unico stile televisivo:

-«…o distanti, nel formulario delle loro composizioni scientifiche filosofiche, da ubbriacanti teoremi destituiti di credibilità.

Io credo…»

Questo fu l’incipit con cui avviò la successiva narrazione spettacolo.

Quindi ne proseguì l’esposizione in un suo personale folcloristico parossistico edonismo.

Vagando tra due birre commerciali bionde fredde indifferenti, e nebulizzandosi fra sigarette bionde fuoco aspirate violentemente attraverso i baffi di colore giallo arancione indaco nero. Incipriandola con effetti mutuati dalla storia della cinematografia: il polso del protagonista alla fronte (nel gesto dello sconforto per la notizia di una disfatta), il cammina e cammina di Monica nel mitico Deserto Rosso, John Waine alle prese con Jane Russel (pareggio ai punti).

Quando tutto ciò non gli parve sufficiente ad ammattire i docili astanti, utilizzò iconologie riconducibili al bagno nella fontana di Trevi, a Totò, ad Albertone e la pastasciutta. Fino al punto da osare d’inserirvi anche sporadiche fragili simbologie canore tipo “Voooolareee…”.

Non ricordo di averlo notato proporsi con allegorici riferimenti politici, religiosi.

Li schifava entrambi.

-«… io credo che il vero disastro per il “cattivo” abbia avuto origine nella vanitosa attesa di un applauso. Chi avrebbe potuto assecondarlo?

Chiaro, un altro “cattivo” meno potente.

Quasi sempre è per questo motivo che il numero Uno consente ad un piccolo inferiore di seguirlo nelle feste, nei festini, nelle orge, ed in quanto altro è prodotto dalla libidine di potenza, lasciando che lui ne apprezzi le molliche.

Devo dire che le briciole non sono uguali per tutte le valutazioni! Piccole porzioni di pane non hanno evidentemente ugual pregio di minime elargizioni territoriali.

L’impero! Un impero, anche se inutile, è pur sempre un impero. Se ci regalano l’Isola d’Ischia in cambio del vilipendio di uno sputo in faccia, ci sembra di aver fatto un ottimo affare? Dipende!

Dipende da chi – come – io – tu – se – ma – quando – dove – e via così. Nel caso in esame, al Piccolo Inferiore era stato promesso che avrebbe potuto fare quello che voleva: Capo, Presidente, Duce, Super Duce, Super Capo, Extra Presidente.

Va bene, ma non basta, l’Africa non è niente di fronte all’Albania la Grecia Nizza e Savoia.

Vieni con me, caro, – disse il numero Uno – e sarai il faro dell’immenso golfo del Nuovo Mediterraneo, da Nizza a Cipro da Trieste a Gibilterra.

Per te mari e coste e Porti-giane più sensuali e variegate delle tue belle Corti-giane Abissine.

Il diavolo disse al diavoletto.

E il diavoletto che era bravo (alle elementari aveva avuto sei in storia), rispose “Obbedisco”.»

segue lunedì prossimo

Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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Il Dispari 20240129

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

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Prima puntata

 

Parte Prima

Buongiorno.

Mi presento.

Devo farlo poiché in caso contrario neppure io, primo ed ultimo lettore, potrei riconoscere la paternità di questo racconto.

Titolo “Così o come”.

Struttura: capitolo primo bozzetti di personaggi ischitani;  capitolo secondo una pagina di prosa diventa poesia; capitolo terzo: bozzetti di paesaggi ischitani; capitolo quarto una pagina di poesia diventa prosa; capitolo quinto ?; capitolo sesto: poesie.

Si tratta, infatti, ah già, quasi dimenticavo, sono Bruno Mancini per gli amici Ignazio di Frigeria e D’Alessandro, si tratta, dicevo, di una storia piena di grazie, graziosa, come…

Il Dispari 20240129 – Redazione culturale DILA APS

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CAPITOLO PRIMO

… le ascelle pelose della postina calabra lucana piemontese marchigiana durante l’ultima consegna in uno dei tanti pomeriggi asciutti di ferragosto.

Le scarpe di questa donna, sandali plastificati in una cantina del Viet Cong con impresso a fuoco sulla punta un simbolo parigino romano londinese napoletano giapponese brasiliano americano, ai suoi piedi apparivano deformi e più sconnesse delle mille strade prive di ordinaria manutenzione che avevano calcato nelle assolate giornate di agosti stremanti finanche per le cicale ed i grilli.

I bozzi degli alluci, deformati da ogni tipo di trauma, i calli ed i duroni a grappoli ed arcipelaghi, i solchi tra la pelle morta e stratificata sui calcagni, avevano, dopo anni di battaglie, avuto ragione dei tessuti fibrosi utilizzati nei laboratori artigianali dei bravi sudditi asiatici.

Filomena.

In dialetto Failina.

Per la gente del luogo “Failina ‘a pustera!”.

Solo chi non è stato ad Ischia durante la lunga esperienza lavorativa di questa donna non sa di chi parlo, per gli altri, per tutti gli altri, residenti o vacanzieri di pochi giorni, la sua esistenza è stata notata. Quando incontrava il farmacista, Catello, gli diceva…

Se pioveva e la lettera americana…

Questo mio racconto semplice come Mario l’usuraio… Questo mio racconto pulito come… ecc. ecc.

In questo paese assolato vive e  viveva… Nasce la storia.

Il Dispari 20240129 – Redazione culturale DILA APS

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Questo mio racconto è semplice come Sebastiano, il meraviglioso esempio d’accogliente giullare che a cassetta della carrozza (perfetta nella struttura come una Jaguar, addobbata e truccata allo stesso modo della mitica Silvana), lasciando ai passeggeri l’emozione di tenere le redini, descrivendo luoghi a lui solo noti e raccontando aneddoti da nessuno mai verificati, riusciva, quando il musicale rotolamento dei cerchi sferragliava sul selciato in gran parte segnato dalla erosione delle acque piovane, intanto che un volo di passeri disordinato frusciava nell’aria dei meriggi cocenti ed abbaglianti, e mentre i capelli al vento della bella straniera schizzavano di giallo rosso nero biondo castano scuro moro le parti posteriori del cavallo sudato stanco, AOH, OH OH OH, CLOP CLOP, sotto il refolo di una scorreggia puzzolente che anticipava mini serie di botti petiferi vaporizzati sul muso della splendida turista in gita di nozze (o quasi), Sebastiano, si chiamava Sebastiano, in dialetto Bastiano, per la gente del luogo Bastian ‘o cucchiere, semplice come il mio racconto, riusciva a far ridere e creare poesia.

Altri personaggi candidati: Rosa – Ungare – Bianci – Provitolo…

Se oggi, nel 2005, un tipo si chiamasse Giliberto Giliberto, tutti noi avremmo difficoltà a trattenere il riso.

Giliberto era alto un metro e… solo un metro e un poco. L’individuo più basso che ho incontrato nell’ultimo decennio era almeno di statura pari a quella di Giliberto in piedi sul predellino della sua lambretta.

Il piccolo uomo, alla fine degli anni cinquanta, aveva acquistato un innovativo motociclo che le prime volte guidava con tanto poca perizia da non riuscire a fermare fin che non ne esauriva la benzina. Nei mesi successivi, in marcia su quel suo cavallo bianco di stagnola acciaio ferroso, il minuto caro fotografo girava in tondo tra via D’Avalos e via Gianturco, via Colonna ed il lungomare, via Roma via Mia e via Vostra, fino a quando, se tutto andava bene, il piede pigiava accidentalmente il punto in cui una leva di ferro fungeva da freno.

Altri personaggi candidati: – Di Manse – Buoni – Polio – Giusta…

-«B u o n g h i o r no, chi Renato artista? Pittore? Fa capelli mio f i g h i o?»

-«Scene Madama, eccomi, tutto per te.

Francesco, acconcia il ragazzo, io penso alla froileine.» -«Al topo, al topo, ahhh… une top… uhhh…»

-«Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo la colazione?

Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.

Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone sconosciute!

Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!

Sciù sciù!

Madame non si preoccupi, ora lo risistemiamo nei suoi alloggi.

L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapesse come era malconcio!

Dai Franco, sbrigati.

Al piccolo i capelli li facciamo con taglio moderno, a spazzola, oppure con basette lunghe alla amburghes?

Franco, Franco… e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.

Scenda, Madamoselle Froilein, non morde, vuole solo digerire il latte ed i biscotti che ha mangiato nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scende, e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la tedescona. Così eh così con il braccio intorno alla mia spalla, scendi piano piano, piano, piano, lentamente, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzone, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati, aspetta non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…» -«Ahh… Ahh… eccolo…»

-«Niente paura ora ti prendo in braccio e ti porto al sicuro nel retrobottega, Francooooo, tieni a bada il ragazzo.»

Altri personaggi candidati: – Costui – D’Ambri –Castagno…

Una teoria secondo la quale la Germania avrebbe avuto dei vantaggi se l’Italia non fosse entrata in guerra al suo fianco? Eccola.

Nella autentica versione.

Ebbi personalmente modo di ascoltarla dal suo ideatore, da Questo Uno, al quale non voglio dare un nome.

Costui grande bevitore, nei momenti di euforia, di tanto in tanto andava «esplicitando» la sua teoria, personale inedita rivoluzionaria, delle ragioni per le quali la Germania aveva perso la seconda guerra mondiale.

“Così o come” non si è mai grandi profeti se non s’insozzano di paure e d’illazioni le menti semplici, ugualmente non si penetrano le essenze recondite delle storie se non si galleggia senza pudori su frasi fatte, ipotesi eccellenti, rapporti indiscussi, prospettive calcificate, verità dogmatizzate, fatti…

Il Dispari 20240129 – Redazione culturale DILA APS

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Il Dispari 20240122

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La 13a edizione del Premio internazionale di Arti Varie “Otto milioni” ideato da Bruno Mancini, dedicato a Nicola Pantalone si sviluppa in quattro sezioni: Poesia – Arti grafiche – Articolo – Video.

TEMA LIBERO
L’iscrizione al Premio è completamente gratuita per TUTTI.

Una commissione nominata da Bruno Mancini provvederà a selezionare in maniera insindacabile le opere che parteciperanno alla fase finale del Premio.
I Soci dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” avranno diritto ad iscrivere UNA loro opera per ciascuna sezione direttamente nel gruppo delle finaliste, purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento.
Sono esclusi da questa opportunità i Soci DILA APS che saranno, eventualmente, inseriti in una Giuria del Premio.
Gli Autori che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini e gli abbonati alla testata giornalistica IL DISPARI sono equiparati agli Associati DILA APS.

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

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SEZIONE POESIA
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 poesie ciascuno.
Le poesie iscritte al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviate in formato word a ottomilioni@dilaaps.it;
c) dovranno essere scritte in lingua italiana;
d) dovranno essere composte da un massimo di 30 righe (compreso il titolo ed eventuali spazi bianchi tra i versi e/o tra le strofe);
e) potranno essere scritte in una delle seguenti lingue <arabo, francese, inglese, lettone, russo, spagnolo> purché, SOLO in questo caso, siano accompagnate dal versamento di 10.00€ ciascuna come contributo per la traduzione in italiano che verrà effettuata da poeti collaboratori dell’Associazione DILA APS.
Tali versamenti andranno effettuati sull’IBAN che verrà indicato in maniera privata.

SEZIONE ARTI GRAFICHE
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 opere ciascuno.
Le opere iscritte al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviate in formato jpeg a ottomilioni@dilaaps.it;
c) potranno essere realizzate con qualsiasi tecnica, anche digitale e/o fotografica.

SEZIONE VIDEO
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 video ciascuno.
I video iscritti al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviati in formato mp4 o simile a ottomilioni@dilaaps.it;
c) potranno essere realizzati con qualsiasi contenuto (musica, recitazione, eventi ecc.);
d) dovranno avere la durata massima di quattro minuti.

SEZIONE ARTICOLO
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio al massimo 3 articoli ciascuno.
Gli articoli iscritti al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviati in formato word a ottomilioni@dilaaps.it;
c) potranno essere realizzati su qualsiasi argomento;
d) dovranno avere la lunghezza massima di 5.000 battute spazi e titolo compresi.

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

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L’Autore, per partecipare al Premio, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a ottomilioni@dilaaps.it, debitamente firmata, insieme al file dell’opera proposta.
La votazione conclusiva che designerà le opere vincitrici delle sei sezioni, avverrà sommando i punti ricevuti mediante: a) like ai siti web che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 1 punto); b) coupon inseriti nelle testate giornalistiche che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 10 punti); c) schede allegate all’antologia “ISPIRAZIONI (1 voto = 30 punti), d) voti espressi da giurie nominate da DILA APS e dagli sponsor del premio -i punti totali assegnati a ciascuna Giuria saranno pari al totale dei punti espressi al capo a).
Le opere per partecipare al Premio dovranno pervenire a ottomilioni@dilaaps.it nella stesura finale entro e non oltre il 15 Maggio 2024.
Il mancato rispetto di una qualsiasi delle norme di questo regolamento sarà causa di esclusione dell’opera dal Premio.
I nomi dei finalisti saranno annunciati entro il 10 Giugno 2024.
La classifica finale sarà resa nota in una data compresa tra il 30 ottobre e il 30 novembre 2024.
La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 10 novembre 2024 e il 31 gennaio 2025.
La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni.

A richiesta degli Autori, TUTTE le opere iscritte al Premio potranno essere pubblicate nell’antologia “Più voci più immagini”.

Tale loro pubblicazione sarà subordinata al versamento relativo all’ordine di acquisto di almeno due copie dell’antologia “Più voci più immagini”, che dovrà essere effettuato sull’IBAN dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” IT52V0514239930CC1331129692.
La ricevuta andrà allegata all’invio della documentazione necessaria all’iscrizione dell’opera al Premio.

La mancata adesione alla suddetta opportunità editoriale NON pregiudicherà in alcun modo la partecipazione delle opere al Premio.

L’antologia “Più voci più immagini” sarà regolarmente provvista di un codice ISBN.
Il prezzo di copertina del volume in bianco e nero sarà di 22.00 € e la stampa avverrà entro settembre 2024.

Trattandosi di un premio ad iscrizione COMPLETAMENTE GRATUITA, Bruno Mancini si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento e gli Autori, inviando le proprie opere, ne prendono atto in maniera definitiva.

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

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DICHIARAZIONE RICHIESTA per la partecipazione alla 13a edizione del Premio internazionale di arti varie “Otto milioni” 2024

Aggiungere i dati richiesti, ed inviare entro il 15 Maggio 2024 a ottomilioni@dilaaps.it

Info & contatti: – Tel. 3914830355 – ottomilioni@dilaaps.it

Io sottoscritto/a____________________________________________

residente a _______________   in Via______________           N_____                     CAP________

tel. ______________________    e-mail________________________________________________

avendo letto, ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla 13a edizione del Premio internazionale “Otto Milioni”2024 pubblicato anche tramite web all’url

https://www.dilaaps.it/bruno/premi-otto-milioni-2024/

manifesto l’intenzione di partecipare alla sezione

POESIA □           ARTI GRAFICHE □         ARTICOLO □               VIDEO

e, pertanto, nella mia qualità di Autore, allego l’opera dal titolo_________________

A tale scopo DICHIARO di

  1. essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto alla 13a edizione del premio internazionale di Arti Varie “Otto Milioni”2024 ideato da Bruno Mancini e organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS”;
  2. di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili
  3. di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge;
  4. volere concedere a Bruno Mancini il diritto di pubblicare ed utilizzare la mia suddetta opera in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che Bruno Mancini avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare e di utilizzare in ogni forma e modo la mia suddetta opera nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare la mia suddetta opera anche in via telematica a mezzo internet, come proposta da me Autore e non sarà tenuto ad effettuare alcuna correzione;
  5. aver concordato in maniera definitiva con Bruno Mancini che egli NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare la mia suddetta opera al gratuito utilizzo da parte di Bruno Mancini per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione egli voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità della mia suddetta opera, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dovere in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale della mia suddetta opera;
  6. volere provvedere all’acquisto di n°…… copie del volume antologico “Più voci più immagini” se la mia suddetta opera sarà ritenuta idonea a partecipare alla 13a edizione del Premio di Arti Varie “Otto milioni” e se sarà pubblicata nella suddetta Antologia.
  7. A tale scopo allego ricevuta versamento effettuato sull’IBAN IT52V0514239930CC1331129692 intestato all’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” Via Gemito 27 Ischia.

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ., approvo specificatamente le clausole 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) del regolamento relativo alla 13a edizione del premio internazionale di Arti Varie  “Otto Milioni” 2024  pubblicato anche tramite web all’url  https://www.dilaaps.it/bruno/premi-otto-milioni-2024/

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

DILA

NUSIV

 

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Professionisti DILA APS 20240202 – Il Dispari: Giuni Tuosto

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Professionisti DILA APS 20240202 – Il Dispari: Giuni Tuosto

Giuni Tuosto | Storia dell’emancipazione femminile

dalle Suffragette ai giorni nostri

Seconda puntata (prima puntata pubblicata l’11/01/ 2024)

Da Buckingham Palace al resto del mondo, grazie alle Suffragette, il voto cominciava ad essere riconosciuto come un diritto femminile, in Svizzera, Francia e Stati Uniti.

Una risonanza senza precedenti.

Bisognerebbe ricordare l’importanza del diritto di voto nelle scuole: non dimentichiamo che le prime femministe lo hanno ottenuto urlando a squarciagola nelle strade della Gran Bretagna e con…petardi e incendi.

Plauso speciale va a Paola Cortellesi che di recente ha ricordato, col suo film, l’importanza del referendum italiano del 1946: per Delia, la protagonista, non conta liberarsi di un marito violento, non conta scappare via di casa, non conta salvarsi dalla sottomissione.

Conta andare a votare. Per andare a votare Delia si mette il rossetto rosso, indossa la sua camicia più bella. E corre per le strade di Roma.

Corre come se ad attenderla ci fosse un amore segreto e inconfessabile.

Invece la sua è una corsa verso il seggio elettorale, vero strumento di emancipazione femminile. Un voto che diventa libertà. Per lei. E per tutte le donne che verranno dopo di lei.

Ma l’emancipazione femminile non passa solo attraverso le Suffragette o il voto elettorale di Delia.

L’emancipazione ha il volto di molte donne.

Ha il volto di Franca Viola, forte come un NO che spezza matrimoni e leggi sbagliate.

Ha il volto di Marilyn Monroe, da orfana a stella del cinema.

Ha il volto di Lady D, regina nel cuore di tutti e il diritto di essere fragili.

Ha il volto di Frida Kahlo, la libertà oltre gli stereotipi di genere.

Ha il volto di Rosa Parks, un’afroamericana e il suo diritto di tornare a casa in autobus da onesta lavoratrice americana.

Ha il volto di Oriana Fallaci, il coraggio di togliersi dalla faccia il velo nero davanti all’Ayatollah Khomeini.

Ha il volto di Mahsa Amini, ventidue anni e una sollevazione popolare in suo nome.

Ha il volto di Giulia Cecchettin, ultima vittima di violenza e miccia di un nuovo movimento mediatico.

Come un mosaico di dolore e bellezza, l’emancipazione femminile è fatta di volti e sudore. Ingurgita le donne di tutto il mondo in un ingranaggio diabolico di politica, solidarietà, scandali e titoli di giornali.

In questa rubrica racconteremo di tutte le donne che hanno titolato intere pagine di giornale, marchiate a fuoco tra penna e inchiostro.

Alcune fanno notizia perché vengono ammazzate, altre per aver avuto il coraggio di dire basta!

Racconteremo un secolo di conquiste, lotte, sangue e amore, ricordando chi ha cambiato il mondo, tra bombe, incendi, arte e cortei.

Giuni Tuosto

Professionisti DILA APS 20240202 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Professionisti DILA APS 20240111 - Il Dispari: Giuni Tuosto

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Storia dell’emancipazione femminile dalle Suffragette ai giorni nostri

Prima puntata: Come tutto è iniziato…

Se nasci donna, c’è un prezzo da pagare a questo mondo.

Dalla mela avvelenata di Eva all’acido muriatico sulle guance.

È il pedaggio necessario per uscire dall’anonimato ed entrare nella storia.

Nessuna donna è mai entrata nella storia in punta di piedi o coi tacchi rosa di Barbie.

Di solito le donne si conquistano un posto nel mondo tra urla, sofferenze, battaglie e resistenze. Talvolta, con la morte.

Come un soldato, che combatte in prima linea una guerra non sua, senza la protezione di un generale stellato, ogni donna avanza nel mondo nel sottofondo della guerriglia.

È così che è iniziata la lotta femminista, una lotta di donne per le donne, durata oltre un secolo e mai terminata.

Le femministe nascono in Inghilterra, nella Gran Bretagna del 1900, quando l’industrializzazione è avviata e la Prima Guerra Mondiale è alle porte.

Le Suffragette(nome dato dai giornali per schernire le prime contestatrici) erano attiviste, operaie, politiche, che volevano il voto.

Un voto a suffragio universale femminile.

Come soldati, le Suffragette hanno portato avanti la loro battaglia contro il governo inglese con volantini e polvere da sparo.

Erano pericolose.

Armate di ideali più forti delle loro bombe.

Utilizzavano slogan, petardi e dinamite.

Ma esiste una preistoria del femminismo: femministe insospettabili, ante-litteram, dimenticate, come Olympe De Gouges signora della Rivoluzione Francese, Mary Wollstonecraft, filosofa inglese, e Madame de Stael, intellettuale europeista.

Le antesignane delle Suffragette.

Volevano donne istruite, lavoratrici e stipendiate.

Scrissero saggi e opere, alla fine del 1800,per diffondere il verbo dell’uguaglianza tra Francia e Inghilterra.

Furono proprio le Suffragette a raccogliere la loro eredità intellettuale, ma capirono che il pensiero di Olympe de Gouges e di Mary Wollstonecraft non bastava a liberare le donne.

Ci voleva la forza.

Dovevano fare rumore per essere ascoltate.

Dovevano protestare davanti Buckingham Palace, pena l’arresto.

Ed avevano ragione: ci voleva un braccio armato per avere il voto.

Le Suffragette, nonostante gli arresti che subirono, le bombe che sparsero qua e là per l’Inghilterra e gli incatenamenti alle pubblicheringhiere, riuscirono ad ottenere il diritto di voto dal Parlamento Inglese nel 1918, ben 28 anni prima dell’Italia.

La prima ondata di quote rosa.

Ma fu una vittoria parziale, in quanto il voto fu concesso solo alle mogli dei capifamiglia con più di 30 anni.

Ci vollero altri dieci anni per estendere il voto a tutte le donne inglesi senza distinzioni di età o di genere.

Era il 1928.

 Giuni Tuosto

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Genocidio in corso: io ho già firmato.

La pazienza è finita!

Terza parte (le prime due parti sono state pubblicate il 18 e il 25 gennaio).

È stato creato un link automatico su Instagram per inviare una lettera alle seguenti cariche istituzionali per invocare la Convenzione ONU sul genocidio a Gaza.

https://tinyurl.com/invocaConvenzioneGenocidioGaza

presidente@pec.governo.itmeloni_g@camera.itcarlo.calenda@senato.itinfo@antoniotajani.itinfo.italyun@esteri.itsa.menichelli@governo.itconte_giuseppe@camera.itsegrcd@governo.ituscm@palazzochigi.itucm@governo.itgabinetto.vicepresidentesalvini@governo.it

Il giorno 1/12/2023 l’ex Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, ha dichiarato: “L’assedio di Gaza di per sé… è una forma di genocidio… Le regole affermano che infliggere condizioni per distruggere il gruppo, questo di per sé è un genocidio. Quindi creare l’assedio di per sé è un genocidio, ed è molto chiaro.

Il 12/12/23 la Federazione Internazionale per i Diritti Umani ha adottato una risoluzione contenente un avvertimento da Alice Mogwe, Presidente della FIDH. “I palestinesi devono sopportare migliaia su migliaia di tragedie inimmaginabili, tutte a livello internazionale.

Questo livello di violenza orchestrata da una forza occupante è genocidio.

Ai leader politici e ai funzionari di alto livello, dobbiamo sottolineare che il sostegno e l’assistenza a Israele sono complici in questo genocidio in corso. Siete stati avvisati.”

Con quanto sopra in mente, vi supplico di dichiarare globalmente le atrocità a Gaza come un genocidio.

Delegare tutti gli uffici per esercitare pressione attiva sugli organi governativi per invocare immediatamente la Convenzione sul Genocidio e fermare le massacri in corso.

Un’azione urgente è imperativa.

Riconoscimento del comportamento genocida israeliano a Gaza; condanna della retorica genocida israeliana; condanna delle atrocità israeliane a Gaza, inclusa la significativa perdita di vite civili e la distruzione delle infrastrutture civili; appello ai Terzi Stati per adempiere ai loro obblighi ai sensi della Convenzione sul Genocidio; appello agli organi dell’ONU (Assemblea Generale, Consiglio di Sicurezza, Consiglio Economico e Sociale e Corte Internazionale di Giustizia) a adottare le misure necessarie ai sensi della Carta delle Nazioni Unite per prevenire e reprimere atti di genocidio; appello ai Terzi Stati di indagare, arrestare e perseguire le persone sotto la loro giurisdizione che potrebbero aver commesso o contribuito ad atti di genocidio contro il popolo palestinese; e appello a tutti gli Stati di adottare misure per evitare la complicità nel comportamento israeliano, incluso il fornire materiali, armi e sostegno economico o diplomatico a un regime responsabile di violenze in corso e sistematiche contro la popolazione palestinese che costituiscono genocidio.

La Convenzione sul Genocidio è stato il primo trattato sui diritti umani adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 9/12/1948, simboleggiando l’impegno della comunità internazionale a dire “Mai più” dopo le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale. Per Gaza, il “Mai più” è ora.

Con urgenza, vi supplico di unirvi nel prendere posizione contro questa catastrofe in corso. Uniti, è possibile fare la differenza per garantire che la giustizia prevalga per le molte vite innocenti perdute.

Cordiali saluti,
Un cittadino preoccupato

FINE

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Genocidio in corso: io ho già firmato.

La pazienza è finita!

Seconda parte

È stato creato un link automatico su Instagram per inviare una lettera alle seguenti cariche istituzionali per invocare la

Convenzione ONU sul genocidio a Gaza.

presidente@pec.governo.it

meloni_g@camera.it

carlo.calenda@senato.it

info@antoniotajani.it

info.italyun@esteri.it

sa.menichelli@governo.it

conte_giuseppe@camera.it

segrcd@governo.it

uscm@palazzochigi.it

ucm@governo.it

gabinetto.vicepresidentesalvini@governo.it

Il 13 ottobre 2023, Raz Segal, professore associato israeliano di studi sull’Olocausto e genocidio presso l’Università di Stockton e professore titolare nello studio del genocidio moderno, ha offerto un’analisi delle atrocità a Gaza nell’articolo “Un caso di genocidio”.

Segal ha affermato: “La Convenzione ONU sul genocidio elenca cinque atti che rientrano nella sua definizione. Attualmente, Israele sta perpetrando tre di questi a Gaza.”

Il 15 ottobre 2023, 800 studiosi e professionisti del diritto internazionale, tra cui studiosi dell’Olocausto, hanno emesso un severo avvertimento riguardo a un potenziale genocidio da parte delle forze israeliane contro i palestinesi a Gaza.

Il 19 ottobre 2023, otto Rapporteurs Speciali dell’ONU hanno emesso un avvertimento dichiarando: “Lanciamo l’allarme… c’è anche un rischio di genocidio contro il popolo palestinese.”

Il 27 ottobre 2023, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale ha attivato la sua procedura di azione urgente per l’allarme precoce, esprimendo profonda preoccupazione per l’incremento di discorsi di odio razziale e disumanizzazione diretti contro i palestinesi.

Il 28 ottobre 2023, Craig Mokhiber, ex Direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha descritto ciò che sta attualmente accadendo a Gaza come “un caso di genocidio da manuale”.

Il 2 novembre 2023, otto Rapporteurs Speciali dell’ONU hanno lanciato nuovamente l’allarme dichiarando: “Restiamo convinti che il popolo palestinese sia a grave rischio di genocidio… Il momento per agire è ora. Anche gli alleati di Israele hanno responsabilità e devono agire ora.”

Il 10 novembre 2023, Omer Bartov, uno dei massimi studiosi mondiali di studi sull’Olocausto e il genocidio, ha avvertito che lo spostamento forzato e la pulizia etnica di solito precedono il genocidio.

Il 24 ottobre 2023, è stato rivelato un documento prodotto dal Ministero dell’Intelligence israeliano, che dettaglia un piano per epurare etnicamente Gaza mediante il trasferimento forzato dei suoi abitanti e la deportazione nella Penisola del Sinai in Egitto.

Il 16 novembre 2023, 36 esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno elevato il rischio da un genocidio potenziale a uno imminente.

Il 17 novembre 2023, la Commissione Internazionale dei Giuristi ha esortato gli Stati a “adempiere ai loro obblighi giuridici internazionali, inclusi in particolare quelli sanciti dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948 … e adottare misure immediate per prevenire atti di genocidio a Gaza”.

Il 20 novembre 2023, il Rapporteur Speciale dell’ONU sulla Violenza contro le Donne e le Ragazze ha evidenziato la violenza riproduttiva inflitta dagli israeliani alle donne e ai bambini palestinesi, qualificando queste azioni come violazioni evidenti dei diritti umani e potenziali atti di genocidio secondo il diritto internazionale.

Bruno Mancini

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Genocidio in corso: io ho già firmato.

La pazienza è finita!

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È stato creato un link automatico su Instagram per inviare una lettera alle seguenti cariche istituzionali per invocare la Convenzione ONU sul genocidio a Gaza.

https://tinyurl.com/invocaConvenzioneGenocidioGaza

presidente@pec.governo.itmeloni_g@camera.itcarlo.calenda@senato.itinfo@antoniotajani.it

info.italyun@esteri.itsa.menichelli@governo.itconte_giuseppe@camera.itsegrcd@governo.it

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Ecco il testo.

Nel corso degli ultimi due mesi e mezzo, le forze israeliane hanno ucciso più di 29.000 civili in Palestina, tra cui oltre 11.000 bambini.

Scrivo per esprimere la mia profonda preoccupazione riguardo al genocidio in corso e per chiedere urgentemente il vostro aiuto nell’incoraggiare una cessazione immediata delle ostilità e l’invocazione della Convenzione sul Genocidio senza ulteriori indugi.

La Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, rappresenta uno strumento legale indispensabile per prevenire e sanzionare atti di genocidio.

La Convenzione sul Genocidio, sancita dal diritto internazionale e vincolante per tutti gli Stati firmatari, esige risposte immediate e inequivocabili alle situazioni di genocidio, sia per imperativi morali che per mandato legale.

Gli sforzi diplomatici per far rispettare il diritto internazionale e porre fine al genocidio del popolo palestinese sono risultati infruttuosi.

La mancata copertura completa da parte dei media occidentali delle atrocità, unita alla diffusione di disinformazione, è profondamente allarmante.

La manipolazione intenzionale da parte dei leader politici, pericolosamente vicina all’incitamento al genocidio, richiede una condanna urgente e inequivocabile. Questa urgenza è ulteriormente sottolineata dal triste bilancio di oltre 100 giornalisti uccisi mentre cercavano coraggiosamente di rivelare la verità. L’obbligo di responsabilità immediata è essenziale per affrontare questa crisi e garantire giustizia per le voci e le vittime silenziate.

Attualmente, le forze israeliane stanno commettendo attivamente molteplici crimini di guerra, come definito dall’articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Ciò include tattiche come l’impiego di un blocco totale, attacchi diretti intenzionali alla popolazione civile, mirate aggressioni contro ospedali, scuole dell’ONU e ambulanze. È documentato l’uso di fosforo bianco come arma chimica su infrastrutture civili, così come l’uso di fame e sete come strumenti di guerra. Stiamo assistendo alla punizione collettiva di due milioni di persone, come definito dall’Articolo 33 comune della Quarta Convenzione di Ginevra e dall’Articolo 4 del Protocollo Aggiuntivo II.

La continua mancanza di responsabilità di Israele per la sua occupazione illegale, l’espansione illegale degli insediamenti e il crimine di apartheid ha portato a una preoccupante escalation della violenza che costituisce crimini internazionali legalmente definiti, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Date le gravi circostanze, sollecito urgentemente l’invocazione della Convenzione sul Genocidio e azioni immediate per affrontare la crisi. La responsabilità di proteggere le popolazioni vulnerabili incombe sulla comunità internazionale, e credo fermamente che i principi delineati nella Convenzione debbano guidare la nostra risposta collettiva.

Negli ultimi mesi, un notevole numero di esperti di conflitti e genocidi ha lanciato l’allarme sul genocidio in corso a Gaza.

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Prima puntata

 

Parte Prima

Buongiorno.

Mi presento.

Devo farlo poiché in caso contrario neppure io, primo ed ultimo lettore, potrei riconoscere la paternità di questo racconto.

Titolo “Così o come”.

Struttura: capitolo primo bozzetti di personaggi ischitani;  capitolo secondo una pagina di prosa diventa poesia; capitolo terzo: bozzetti di paesaggi ischitani; capitolo quarto una pagina di poesia diventa prosa; capitolo quinto ?; capitolo sesto: poesie.

Si tratta, infatti, ah già, quasi dimenticavo, sono Bruno Mancini per gli amici Ignazio di Frigeria e D’Alessandro, si tratta, dicevo, di una storia piena di grazie, graziosa, come…

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CAPITOLO PRIMO

… le ascelle pelose della postina calabra lucana piemontese marchigiana durante l’ultima consegna in uno dei tanti pomeriggi asciutti di ferragosto.

Le scarpe di questa donna, sandali plastificati in una cantina del Viet Cong con impresso a fuoco sulla punta un simbolo parigino romano londinese napoletano giapponese brasiliano americano, ai suoi piedi apparivano deformi e più sconnesse delle mille strade prive di ordinaria manutenzione che avevano calcato nelle assolate giornate di agosti stremanti finanche per le cicale ed i grilli.

I bozzi degli alluci, deformati da ogni tipo di trauma, i calli ed i duroni a grappoli ed arcipelaghi, i solchi tra la pelle morta e stratificata sui calcagni, avevano, dopo anni di battaglie, avuto ragione dei tessuti fibrosi utilizzati nei laboratori artigianali dei bravi sudditi asiatici.

Filomena.

In dialetto Failina.

Per la gente del luogo “Failina ‘a pustera!”.

Solo chi non è stato ad Ischia durante la lunga esperienza lavorativa di questa donna non sa di chi parlo, per gli altri, per tutti gli altri, residenti o vacanzieri di pochi giorni, la sua esistenza è stata notata. Quando incontrava il farmacista, Catello, gli diceva…

Se pioveva e la lettera americana…

Questo mio racconto semplice come Mario l’usuraio… Questo mio racconto pulito come… ecc. ecc.

In questo paese assolato vive e  viveva… Nasce la storia.

Il Dispari 20240129 – Redazione culturale DILA APS

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Questo mio racconto è semplice come Sebastiano, il meraviglioso esempio d’accogliente giullare che a cassetta della carrozza (perfetta nella struttura come una Jaguar, addobbata e truccata allo stesso modo della mitica Silvana), lasciando ai passeggeri l’emozione di tenere le redini, descrivendo luoghi a lui solo noti e raccontando aneddoti da nessuno mai verificati, riusciva, quando il musicale rotolamento dei cerchi sferragliava sul selciato in gran parte segnato dalla erosione delle acque piovane, intanto che un volo di passeri disordinato frusciava nell’aria dei meriggi cocenti ed abbaglianti, e mentre i capelli al vento della bella straniera schizzavano di giallo rosso nero biondo castano scuro moro le parti posteriori del cavallo sudato stanco, AOH, OH OH OH, CLOP CLOP, sotto il refolo di una scorreggia puzzolente che anticipava mini serie di botti petiferi vaporizzati sul muso della splendida turista in gita di nozze (o quasi), Sebastiano, si chiamava Sebastiano, in dialetto Bastiano, per la gente del luogo Bastian ‘o cucchiere, semplice come il mio racconto, riusciva a far ridere e creare poesia.

Altri personaggi candidati: Rosa – Ungare – Bianci – Provitolo…

Se oggi, nel 2005, un tipo si chiamasse Giliberto Giliberto, tutti noi avremmo difficoltà a trattenere il riso.

Giliberto era alto un metro e… solo un metro e un poco. L’individuo più basso che ho incontrato nell’ultimo decennio era almeno di statura pari a quella di Giliberto in piedi sul predellino della sua lambretta.

Il piccolo uomo, alla fine degli anni cinquanta, aveva acquistato un innovativo motociclo che le prime volte guidava con tanto poca perizia da non riuscire a fermare fin che non ne esauriva la benzina. Nei mesi successivi, in marcia su quel suo cavallo bianco di stagnola acciaio ferroso, il minuto caro fotografo girava in tondo tra via D’Avalos e via Gianturco, via Colonna ed il lungomare, via Roma via Mia e via Vostra, fino a quando, se tutto andava bene, il piede pigiava accidentalmente il punto in cui una leva di ferro fungeva da freno.

Altri personaggi candidati: – Di Manse – Buoni – Polio – Giusta…

-«B u o n g h i o r no, chi Renato artista? Pittore? Fa capelli mio f i g h i o?»

-«Scene Madama, eccomi, tutto per te.

Francesco, acconcia il ragazzo, io penso alla froileine.» -«Al topo, al topo, ahhh… une top… uhhh…»

-«Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo la colazione?

Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.

Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone sconosciute!

Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!

Sciù sciù!

Madame non si preoccupi, ora lo risistemiamo nei suoi alloggi.

L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapesse come era malconcio!

Dai Franco, sbrigati.

Al piccolo i capelli li facciamo con taglio moderno, a spazzola, oppure con basette lunghe alla amburghes?

Franco, Franco… e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.

Scenda, Madamoselle Froilein, non morde, vuole solo digerire il latte ed i biscotti che ha mangiato nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scende, e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la tedescona. Così eh così con il braccio intorno alla mia spalla, scendi piano piano, piano, piano, lentamente, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzone, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati, aspetta non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…» -«Ahh… Ahh… eccolo…»

-«Niente paura ora ti prendo in braccio e ti porto al sicuro nel retrobottega, Francooooo, tieni a bada il ragazzo.»

Altri personaggi candidati: – Costui – D’Ambri –Castagno…

Una teoria secondo la quale la Germania avrebbe avuto dei vantaggi se l’Italia non fosse entrata in guerra al suo fianco? Eccola.

Nella autentica versione.

Ebbi personalmente modo di ascoltarla dal suo ideatore, da Questo Uno, al quale non voglio dare un nome.

Costui grande bevitore, nei momenti di euforia, di tanto in tanto andava «esplicitando» la sua teoria, personale inedita rivoluzionaria, delle ragioni per le quali la Germania aveva perso la seconda guerra mondiale.

“Così o come” non si è mai grandi profeti se non s’insozzano di paure e d’illazioni le menti semplici, ugualmente non si penetrano le essenze recondite delle storie se non si galleggia senza pudori su frasi fatte, ipotesi eccellenti, rapporti indiscussi, prospettive calcificate, verità dogmatizzate, fatti…

Il Dispari 20240129 – Redazione culturale DILA APS

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Il Dispari 20240122

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

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Il Dispari 20240122

La 13a edizione del Premio internazionale di Arti Varie “Otto milioni” ideato da Bruno Mancini, dedicato a Nicola Pantalone si sviluppa in quattro sezioni: Poesia – Arti grafiche – Articolo – Video.

TEMA LIBERO
L’iscrizione al Premio è completamente gratuita per TUTTI.

Una commissione nominata da Bruno Mancini provvederà a selezionare in maniera insindacabile le opere che parteciperanno alla fase finale del Premio.
I Soci dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” avranno diritto ad iscrivere UNA loro opera per ciascuna sezione direttamente nel gruppo delle finaliste, purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento.
Sono esclusi da questa opportunità i Soci DILA APS che saranno, eventualmente, inseriti in una Giuria del Premio.
Gli Autori che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini e gli abbonati alla testata giornalistica IL DISPARI sono equiparati agli Associati DILA APS.

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

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SEZIONE POESIA
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 poesie ciascuno.
Le poesie iscritte al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviate in formato word a ottomilioni@dilaaps.it;
c) dovranno essere scritte in lingua italiana;
d) dovranno essere composte da un massimo di 30 righe (compreso il titolo ed eventuali spazi bianchi tra i versi e/o tra le strofe);
e) potranno essere scritte in una delle seguenti lingue <arabo, francese, inglese, lettone, russo, spagnolo> purché, SOLO in questo caso, siano accompagnate dal versamento di 10.00€ ciascuna come contributo per la traduzione in italiano che verrà effettuata da poeti collaboratori dell’Associazione DILA APS.
Tali versamenti andranno effettuati sull’IBAN che verrà indicato in maniera privata.

SEZIONE ARTI GRAFICHE
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 opere ciascuno.
Le opere iscritte al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviate in formato jpeg a ottomilioni@dilaaps.it;
c) potranno essere realizzate con qualsiasi tecnica, anche digitale e/o fotografica.

SEZIONE VIDEO
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 video ciascuno.
I video iscritti al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviati in formato mp4 o simile a ottomilioni@dilaaps.it;
c) potranno essere realizzati con qualsiasi contenuto (musica, recitazione, eventi ecc.);
d) dovranno avere la durata massima di quattro minuti.

SEZIONE ARTICOLO
Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio al massimo 3 articoli ciascuno.
Gli articoli iscritti al Premio:
a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA e/o DILA APS;
b) dovranno essere inviati in formato word a ottomilioni@dilaaps.it;
c) potranno essere realizzati su qualsiasi argomento;
d) dovranno avere la lunghezza massima di 5.000 battute spazi e titolo compresi.

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

L’Autore, per partecipare al Premio, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a ottomilioni@dilaaps.it, debitamente firmata, insieme al file dell’opera proposta.
La votazione conclusiva che designerà le opere vincitrici delle sei sezioni, avverrà sommando i punti ricevuti mediante: a) like ai siti web che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 1 punto); b) coupon inseriti nelle testate giornalistiche che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 10 punti); c) schede allegate all’antologia “ISPIRAZIONI (1 voto = 30 punti), d) voti espressi da giurie nominate da DILA APS e dagli sponsor del premio -i punti totali assegnati a ciascuna Giuria saranno pari al totale dei punti espressi al capo a).
Le opere per partecipare al Premio dovranno pervenire a ottomilioni@dilaaps.it nella stesura finale entro e non oltre il 15 Maggio 2024.
Il mancato rispetto di una qualsiasi delle norme di questo regolamento sarà causa di esclusione dell’opera dal Premio.
I nomi dei finalisti saranno annunciati entro il 10 Giugno 2024.
La classifica finale sarà resa nota in una data compresa tra il 30 ottobre e il 30 novembre 2024.
La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 10 novembre 2024 e il 31 gennaio 2025.
La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni.

A richiesta degli Autori, TUTTE le opere iscritte al Premio potranno essere pubblicate nell’antologia “Più voci più immagini”.

Tale loro pubblicazione sarà subordinata al versamento relativo all’ordine di acquisto di almeno due copie dell’antologia “Più voci più immagini”, che dovrà essere effettuato sull’IBAN dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” IT52V0514239930CC1331129692.
La ricevuta andrà allegata all’invio della documentazione necessaria all’iscrizione dell’opera al Premio.

La mancata adesione alla suddetta opportunità editoriale NON pregiudicherà in alcun modo la partecipazione delle opere al Premio.

L’antologia “Più voci più immagini” sarà regolarmente provvista di un codice ISBN.
Il prezzo di copertina del volume in bianco e nero sarà di 22.00 € e la stampa avverrà entro settembre 2024.

Trattandosi di un premio ad iscrizione COMPLETAMENTE GRATUITA, Bruno Mancini si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento e gli Autori, inviando le proprie opere, ne prendono atto in maniera definitiva.

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240122 – Redazione culturale DILA APS

DICHIARAZIONE RICHIESTA per la partecipazione alla 13a edizione del Premio internazionale di arti varie “Otto milioni” 2024

Aggiungere i dati richiesti, ed inviare entro il 15 Maggio 2024 a ottomilioni@dilaaps.it

Info & contatti: – Tel. 3914830355 – ottomilioni@dilaaps.it

Io sottoscritto/a____________________________________________

residente a _______________   in Via______________           N_____                     CAP________

tel. ______________________    e-mail________________________________________________

avendo letto, ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla 13a edizione del Premio internazionale “Otto Milioni”2024 pubblicato anche tramite web all’url

https://www.dilaaps.it/bruno/premi-otto-milioni-2024/

manifesto l’intenzione di partecipare alla sezione

POESIA □           ARTI GRAFICHE □         ARTICOLO □               VIDEO

e, pertanto, nella mia qualità di Autore, allego l’opera dal titolo_________________

A tale scopo DICHIARO di

  1. essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto alla 13a edizione del premio internazionale di Arti Varie “Otto Milioni”2024 ideato da Bruno Mancini e organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS”;
  2. di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili
  3. di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge;
  4. volere concedere a Bruno Mancini il diritto di pubblicare ed utilizzare la mia suddetta opera in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che Bruno Mancini avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare e di utilizzare in ogni forma e modo la mia suddetta opera nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare la mia suddetta opera anche in via telematica a mezzo internet, come proposta da me Autore e non sarà tenuto ad effettuare alcuna correzione;
  5. aver concordato in maniera definitiva con Bruno Mancini che egli NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare la mia suddetta opera al gratuito utilizzo da parte di Bruno Mancini per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione egli voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità della mia suddetta opera, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dovere in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale della mia suddetta opera;
  6. volere provvedere all’acquisto di n°…… copie del volume antologico “Più voci più immagini” se la mia suddetta opera sarà ritenuta idonea a partecipare alla 13a edizione del Premio di Arti Varie “Otto milioni” e se sarà pubblicata nella suddetta Antologia.
  7. A tale scopo allego ricevuta versamento effettuato sull’IBAN IT52V0514239930CC1331129692 intestato all’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” Via Gemito 27 Ischia.

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ., approvo specificatamente le clausole 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) del regolamento relativo alla 13a edizione del premio internazionale di Arti Varie  “Otto Milioni” 2024  pubblicato anche tramite web all’url  https://www.dilaaps.it/bruno/premi-otto-milioni-2024/

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

DILA

NUSIV

 

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Professionisti DILA APS 20240126 – Il Dispari: Luciano Somma 1

Professionisti DILA APS 20240126 – Il Dispari: Luciano Somma 1

Professionisti DILA APS 20240126 - Il Dispari: Luciano Somma 1

Professionisti DILA APS 20240126 – Il Dispari: Luciano Somma 1

LE CANZONI CHE PARLANO DI ISCHIA
A cura di LUCIANO SOMMA

Per ben 4 lustri, dal 1963 al 1983, ho soggiornato sull’isola d’Ischia, per un periodo, avendo casa in fitto tutto l’anno trascorrendovi non solo le ferie estive ma anche i fine settimana ed alcune festività.

Tra gli ondivaghi ricordi: la spiaggia dei pescatori, la Chiesa del Madonna del Soccorso e tante altre bellissime località uniche al mondo.
La collaborazione a Radio Ischia come ospite nella trasmissione DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE condotta da Peppe e Patrizia Banfi, l’ospitata a Radio Isola Verde.

La conoscenza di pittori, scultori, artisti vari e di alcuni cantanti notissimi tra i quali: Domenico Modugno, Patty Pravo, Peppino Di Capri, I Ricchi e Poveri, i fratelli Guido ed Ettore Lombardi.
In merito alle canzoni ischitane non potevo esimermi, negli anni 70 di scrivere anch’io un testo dal titolo ISCHIA ‘O PARADISO ‘E LL’AMMORE musicato dal grande Maestro Giuseppe Scalzo, Direttore del Conservatorio di musica Giacomantonio di Cosenza morto alla veneranda età di 101 anni nel 1992.

Mi è gradita l’occasione per citarne il ritornello: Ischia/ Paradiso ‘e ll’ammore / si’ ‘a carezza d’’o bbene / ‘a reggina ‘e ll’està. Ischia/ cu’ nu surzo ‘e stu mare / sotto a n’angulo ‘e cielo / fajestu core sunnà”.
Non fu mai incisa ma spesso veniva proposta in qualche piano bar Ischitano.

Inaugurando con molto entusiasmo questa rubrica che mi è stata proposta da Bruno Mancini, Presidente dell’Associazione di promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS” in accordo con il Direttore Gaetano Di Meglio, mi propongo di riportare all’attenzione dei lettori di questa pagina le tantissime canzoni che parlano di Ischia, scrivendo diffusamente di varie sfaccettature delle loro storie.
Ischia, vera perla della Campania, meta di turismo da tutto il mondo, non può né deve far calare nell’oblio anche la sua musica scritta da validissimi autori, alcuni noti altri meno, che tanto lustro le hanno dato nel tempo.

Un mondo incantato che ancora oggi è tra le mete turistiche, tanto desiderate per poterne respirare i suoi stupendi e fiabeschi profumi di vita!

Luciano Somma

Professionisti DILA APS 20240126 - Il Dispari: Luciano Somma 1

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni 

IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti

CS IL DISPARI & DILA APS

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni 

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Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni

Il Dispari DILA APS Rubrica Professionisti

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Professionisti DILA APS 20240125 – Israele 2

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Professionisti DILA APS 20240125 - Israele 2

Professionisti DILA APS 20240125 – Israele 2

Genocidio in corso: io ho già firmato.

La pazienza è finita!

Seconda parte

È stato creato un link automatico su Instagram per inviare una lettera alle seguenti cariche istituzionali per invocare la

Convenzione ONU sul genocidio a Gaza.

presidente@pec.governo.it

meloni_g@camera.it

carlo.calenda@senato.it

info@antoniotajani.it

info.italyun@esteri.it

sa.menichelli@governo.it

conte_giuseppe@camera.it

segrcd@governo.it

uscm@palazzochigi.it

ucm@governo.it

gabinetto.vicepresidentesalvini@governo.it

Il 13 ottobre 2023, Raz Segal, professore associato israeliano di studi sull’Olocausto e genocidio presso l’Università di Stockton e professore titolare nello studio del genocidio moderno, ha offerto un’analisi delle atrocità a Gaza nell’articolo “Un caso di genocidio”.

Segal ha affermato: “La Convenzione ONU sul genocidio elenca cinque atti che rientrano nella sua definizione. Attualmente, Israele sta perpetrando tre di questi a Gaza.”

Il 15 ottobre 2023, 800 studiosi e professionisti del diritto internazionale, tra cui studiosi dell’Olocausto, hanno emesso un severo avvertimento riguardo a un potenziale genocidio da parte delle forze israeliane contro i palestinesi a Gaza.

Il 19 ottobre 2023, otto Rapporteurs Speciali dell’ONU hanno emesso un avvertimento dichiarando: “Lanciamo l’allarme… c’è anche un rischio di genocidio contro il popolo palestinese.”

Il 27 ottobre 2023, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale ha attivato la sua procedura di azione urgente per l’allarme precoce, esprimendo profonda preoccupazione per l’incremento di discorsi di odio razziale e disumanizzazione diretti contro i palestinesi.

Il 28 ottobre 2023, Craig Mokhiber, ex Direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha descritto ciò che sta attualmente accadendo a Gaza come “un caso di genocidio da manuale”.

Il 2 novembre 2023, otto Rapporteurs Speciali dell’ONU hanno lanciato nuovamente l’allarme dichiarando: “Restiamo convinti che il popolo palestinese sia a grave rischio di genocidio… Il momento per agire è ora. Anche gli alleati di Israele hanno responsabilità e devono agire ora.”

Il 10 novembre 2023, Omer Bartov, uno dei massimi studiosi mondiali di studi sull’Olocausto e il genocidio, ha avvertito che lo spostamento forzato e la pulizia etnica di solito precedono il genocidio.

Il 24 ottobre 2023, è stato rivelato un documento prodotto dal Ministero dell’Intelligence israeliano, che dettaglia un piano per epurare etnicamente Gaza mediante il trasferimento forzato dei suoi abitanti e la deportazione nella Penisola del Sinai in Egitto.

Il 16 novembre 2023, 36 esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno elevato il rischio da un genocidio potenziale a uno imminente.

Il 17 novembre 2023, la Commissione Internazionale dei Giuristi ha esortato gli Stati a “adempiere ai loro obblighi giuridici internazionali, inclusi in particolare quelli sanciti dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948 … e adottare misure immediate per prevenire atti di genocidio a Gaza”.

Il 20 novembre 2023, il Rapporteur Speciale dell’ONU sulla Violenza contro le Donne e le Ragazze ha evidenziato la violenza riproduttiva inflitta dagli israeliani alle donne e ai bambini palestinesi, qualificando queste azioni come violazioni evidenti dei diritti umani e potenziali atti di genocidio secondo il diritto internazionale.

Bruno Mancini

Professionisti DILA APS 20240125 - Israele 2

Professionisti DILA APS 20240125 – Israele 2

Genocidio in corso: io ho già firmato.

La pazienza è finita!

Professionisti DILA APS 20240118 - Israele 1

Professionisti DILA APS 20240118 – Israele 1

È stato creato un link automatico su Instagram per inviare una lettera alle seguenti cariche istituzionali per invocare la Convenzione ONU sul genocidio a Gaza.

https://tinyurl.com/invocaConvenzioneGenocidioGaza

presidente@pec.governo.itmeloni_g@camera.itcarlo.calenda@senato.itinfo@antoniotajani.it

info.italyun@esteri.itsa.menichelli@governo.itconte_giuseppe@camera.itsegrcd@governo.it

uscm@palazzochigi.itucm@governo.itgabinetto.vicepresidentesalvini@governo.it

Professionisti DILA APS 20240118 – Israele 1

Ecco il testo.

Nel corso degli ultimi due mesi e mezzo, le forze israeliane hanno ucciso più di 29.000 civili in Palestina, tra cui oltre 11.000 bambini.

Scrivo per esprimere la mia profonda preoccupazione riguardo al genocidio in corso e per chiedere urgentemente il vostro aiuto nell’incoraggiare una cessazione immediata delle ostilità e l’invocazione della Convenzione sul Genocidio senza ulteriori indugi.

La Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, rappresenta uno strumento legale indispensabile per prevenire e sanzionare atti di genocidio.

La Convenzione sul Genocidio, sancita dal diritto internazionale e vincolante per tutti gli Stati firmatari, esige risposte immediate e inequivocabili alle situazioni di genocidio, sia per imperativi morali che per mandato legale.

Gli sforzi diplomatici per far rispettare il diritto internazionale e porre fine al genocidio del popolo palestinese sono risultati infruttuosi.

La mancata copertura completa da parte dei media occidentali delle atrocità, unita alla diffusione di disinformazione, è profondamente allarmante.

La manipolazione intenzionale da parte dei leader politici, pericolosamente vicina all’incitamento al genocidio, richiede una condanna urgente e inequivocabile. Questa urgenza è ulteriormente sottolineata dal triste bilancio di oltre 100 giornalisti uccisi mentre cercavano coraggiosamente di rivelare la verità. L’obbligo di responsabilità immediata è essenziale per affrontare questa crisi e garantire giustizia per le voci e le vittime silenziate.

Attualmente, le forze israeliane stanno commettendo attivamente molteplici crimini di guerra, come definito dall’articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Ciò include tattiche come l’impiego di un blocco totale, attacchi diretti intenzionali alla popolazione civile, mirate aggressioni contro ospedali, scuole dell’ONU e ambulanze. È documentato l’uso di fosforo bianco come arma chimica su infrastrutture civili, così come l’uso di fame e sete come strumenti di guerra. Stiamo assistendo alla punizione collettiva di due milioni di persone, come definito dall’Articolo 33 comune della Quarta Convenzione di Ginevra e dall’Articolo 4 del Protocollo Aggiuntivo II.

La continua mancanza di responsabilità di Israele per la sua occupazione illegale, l’espansione illegale degli insediamenti e il crimine di apartheid ha portato a una preoccupante escalation della violenza che costituisce crimini internazionali legalmente definiti, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Date le gravi circostanze, sollecito urgentemente l’invocazione della Convenzione sul Genocidio e azioni immediate per affrontare la crisi. La responsabilità di proteggere le popolazioni vulnerabili incombe sulla comunità internazionale, e credo fermamente che i principi delineati nella Convenzione debbano guidare la nostra risposta collettiva.

Negli ultimi mesi, un notevole numero di esperti di conflitti e genocidi ha lanciato l’allarme sul genocidio in corso a Gaza.

Professionisti DILA APS 20240118 - Israele 1

Professionisti DILA APS 20240118 – Israele 1

 

Direttore Gaetano Di Meglio

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Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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